Sugli alti rami d’alberi frondosi, Fernando Pessoa

Sugli alti rami d’alberi frondosi
il vento fa un rumore freddo ed alto.
In questa selva perso, in questo suono,
medito solitario.

Così nel mondo, in cima a quel che sento,
un vento fa la vita, e lascia, e prende,
e nulla ha senso – neppure l’anima
con cui da solo penso.

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

Nos altos ramos de árvores frondosas

Nos altos ramos de árvores frondosas
O vento faz um rumor frio e alto.
Nesta floresta, em este som me perco
E sozinho medito.

Assim no mundo, acima do que sinto,
Um vento faz a vida, e a deixa, e a toma,
E nada tem sentido — nem a alma
Com que penso sozinho.

Ricardo Reis, heterónimo de Fernando Pessoa (1888-1935),
in « Odes de Ricardo Reis », Ática, 1946 (imp.1994)

_________________________________________

Hélène Grimaud – Woodlands and beyond…

Together with photographer Mat Hennek, French star pianist Hélène Grimaud, comes up with a multimedia concert project at the Grand Hall of Hamburg’s Elbphilharmonie. Grimaud’s virtuous piano performance is accompanied by Hennek’s highly praised photo series “Woodlands”, which depicts genuine portraits of trees. Grimaud’s piano recital includes works by romantic and impressionistic composers.

5 pensieri su “Sugli alti rami d’alberi frondosi, Fernando Pessoa

  1. FAVOLE DELL’INTERLUDIO – I
    Plenilunio

    Le ore lungo il viale
    trascinano vesti di seta,
    vesti di seta sognata
    lungoil viale profondo
    sotto il turchino della luna…
    E s0ode nell’aria che spira…

    che spira senza mia spirare…
    un flauto che delira,
    ch’è più l’idea di udirlo
    che udirlo quasi tranquillo
    per l’aria che ondeggia e che va…

    Silenzio scintillante…

    Il sole alle case, come ai monti,
    vagamente indora.
    Sulla città senza orizzonti
    una tristezza bionda.

    Scende con l’ombra della sera
    e un poco duole
    perchè quando è sera
    tutto già fu.

    In quest’ora più che in altra piango
    quel che ho perduto.
    In cenere ed oro lo rimembro
    e mai l’ho veduto.

    Felicità che è per nascere,
    pena che è per finire,
    ansia di esser soltanto
    quel che deve restare…

    sussurro che non si oda, palma
    d’immunità.
    O sera, divieni notte, e l’anima
    abbia perdono.

    F. PESSOA

    Piace a 2 people

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...