L’acqua, è insegnata dalla sete. La terra – dagli oceani traversati. Il trasporto – dallo spasimo – La pace – dai suoi racconti di battaglie – L’amore, dalla memoria di un ritratto – Gli uccelli, dalla neve.
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
L’acqua è vita, è la risorsa naturale più preziosa e non è inesauribile. Emily Dickinson ci dice che nulla più dell’esperienza drammatica della mancanza, dell’opposto, insegna il valore delle cose.
Water, is taught by thirst
Water, is taught by thirst. Land – by the oceans passed. Transport – by throe – Peace – by it’s battles told – Love, by memorial mold – Birds, by the snow.
______________________________
HAUSER & London Symphony Orchestra : “Alone, Together” from Krka Waterfalls, Croatia Track list: 00:10 Rachmaninov 2nd Piano Concerto 04:59 Swan Lake 07:53 The Nutcracker Suite 12:12 Song From A Secret Garden 15:43 River Flows In You 18:42 The Lonely Shepherd
Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto.
The Most Beautiful Sea
The most beautiful sea hasn’t been crossed yet. The most beautiful child: hasn’t grown up yet. Our most beautiful days: we haven’t seen yet. And the most beautiful words I wanted to tell you I haven’t said yet…
________________________________
2CELLOS Luka Sulic and Stjepan Hauser playing Chariots of Fire by Vangelis with London Symphony Orchestra
Scrivo questo su una striscia di corteccia di betulla bianca che ho tagliato da un albero con un temperino. Non c’è altro modo per esprimere adeguatamente l’immensità delle nubi che corrono sulle fattorie e sui laghi fra i boschi dell’Ontario e l’illimitata visibilità che ti offre, su un piatto di portata, l’orizzonte.
E scrivo questo in una canoa di legno, punto di equilibrio in mezzo al lago Couchiching, appoggiando la corteccia di betulla alle ginocchia. Sento le mani del sole sulla schiena nuda, ma penso all’inverno, la neve ammucchiata in tutte le province e alla solennità delle lunghe navi che trasportano grano che passano i freddi mesi ormeggiate a Owen Sound.
O Canada, come dice l’inno, scenario delle mie estati d’infanzia, tu sei il pacchetto di Sweet Caporals sul tavolo. tu sei il morbido fischio di colomba del treno nella notte, tu sei la sedia vuota in fondo al molo vuoto. Tu sei gli scaffali di libri in un cottage sul lago: Dono dal mare di Anne Morrow Lindbergh, Il giardino dei versi di Robert Louis Stevenson, Anna dai capelli rossi di L.M. Montgomery, Allora vai a Parigi! di Clara E. Laughlin, e Pericolo sull’aeroporto, uno della serie Vicky Barr, l’assistente di volo, di Helen Wells che qualcuno ricorderà come autrice delle storie dell’infermiera Cherry Ames.
Che ne è stato delle svenevoli ragazze che trascorrevano le lunghe molli sere estive a leggere Cherry Ames, studentessa infermiera, Cherry Ames infermiera senior, Cherry Ames, capoinfermiera, e Cherry Ames, infermiera del cielo? Dove sono ora, quelle che condividevano le sue avventure di infermiera dei veterani, infermiera personale, infermiera a domicilio, infermiera di crociera, infermiera di notte, infermiera di montagna, infermiera del cittadino in vacanza nel ranch (c’è ben poco che non abbia fatto), infermiera dell’ospizio, infermiera del grande magazzino, infermiera del convitto, infermiera della scuola, infermiera del dottore di campagna?
O Canada, non ti ho dimenticato, e mentre mi inginocchio nella canoa, trattenendo l’immagine di uno scaffale di libri, prego di restare nella tua sconfinata, polare, memoria nordamericana. Tu sei la pagaia, le ciaspole, il cottage fra i pini, tu sei Giovanni di Brébeuf con la sua collana del martirio fatta di teste di scure. Tu sei l’alce nella radura e la testa di alce appesa al muro. Tu sei le rapide, l’elica, la lampada a kerosene. Tu sei la polvere che ricopre le bacche lungo la strada. Ma non solo quello. Tu sei i due ragazzini con i secchi che camminano lungo quella strada e uno di loro, quello più alto senza il cappello di paglia, sono io.
(Traduzione di Franco Nasi)
Billy Collins una volta disse in un’intervista che pensava alla poesia come a un “mezzo di trasporto”. “Entro la fine della poesia, il lettore dovrebbe trovarsi in un posto diverso da dove ha iniziato. Vorrei che alla fine fosse leggermente disorientato, come se lo portassi fuori città di notte e lo lasciassi in un campo di grano”. In effetti questa poesia può essere letta come un viaggio fantasioso. Trasporta il lettore in un altro paese e include dettagli sul luogo mentre esplora questioni di memoria e identità.
Canada
I am writing this on a strip of white birch bark that I cut from a tree with a penknife. There is no other way to express adequately the immensity of the clouds that are passing over the farms and wooded lakes of Ontario and the endless visibility that hands you the horizon on a platter.
I am also writing this in a wooden canoe, a point of balance in the middle of Lake Couchiching, resting the birch bark against my knees. I can feel the sun’s hands on my bare back, but I am thinking of winter, snow piled up in all the provinces and the solemnity of the long grain-ships that pass the cold months moored at Owen Sound.
O Canada, as the anthem goes, scene of my boyhood summers, you are the pack of Sweet Caporals on the table, you are the dove-soft train whistle in the night, you are the empty chair at the end of an empty dock. You are the shelves of books in a lakeside cottage: Gift from the Sea by Anne Morrow Lindbergh, A Child’s Garden of Verses by Robert Louis Stevenson, Ann of Avonlea by L. M. Montgomery, So You’re Going to Paris! by Clara E. Laughlin, and Peril Over the Airport, one of the Vicky Barr Flight Stewardess series by Helen Wills whom some will remember as the author of the Cherry Ames Nurse stories.
What has become of the languorous girls who would pass the long limp summer evenings reading Cherry Ames, Student Nurse, Cherry Ames, Senior Nurse, Cherry Ames, Chief Nurse, and Cherry Ames, Flight Nurse? Where are they now, the ones who shared her adventures as a veterans’ nurse, private duty nurse, visiting nurse, cruise nurse, night supervisor, mountaineer nurse, dude ranch nurse (there is little she has not done), rest home nurse, department store nurse, boarding school nurse, and country doctor’s nurse?
O Canada, I have not forgotten you, and as I kneel in my canoe, beholding this vision of a bookcase, I pray that I remain in your vast, polar, North American memory. You are the paddle, the snowshoe, the cabin in the pines. You are Jean de Brébeuf with his martyr’s necklace of hatchet heads. You are the moose in the clearing and the moosehead on the wall. You are the rapids, the propeller, the kerosene lamp. You are the dust that coats the roadside berries. But not only that. You are the two boys with pails walking along that road, and one of them, the taller one minus the straw hat, is me.
Billy Collins, “Canada” from The Art of Drowning (1995)
_______________________________
This performance, by the Chamber Orchestra of Europe and the director Yannick Nézet-Séguin, was recorded the 07/02/2017 in the Grande Salle Pierre Boulez to the Philharmonie de Paris – 26 feb 2017
Perché mai a tal punto singolare? Questa e non quella? E qui che ci sto a fare? Di martedì? In una casa e non nel nido? Pelle e non squame? Non foglia, ma viso? Perché di persona una volta soltanto? E sulla terra? Con una stella accanto? Dopo tante ere di non presenza? Per tutti i tempi e tutti gli ioni? Per i vibrioni e le costellazioni? E proprio adesso? Fino all’essenza? Sola da me e con me? Perché mi chiedo, non a lato, né a miglia di distanza, non ieri, né cent’anni addietro, siedo e guardo un angolo buio della stanza come, rizzato il capo, sta a guardare la cosa ringhiante che chiamano cane?
(Traduzione di Pietro Marchesani)
Lo “stupore” di Wislawa Szymborska tradotto anche come “meraviglia”, è una semplice poesia di sedici versi in cui la poetessa pone una serie di domande sul motivo per cui esiste in questo mondo nella forma in cui esiste. Il poema profondamente filosofico pone dieci domande sul sé umano, sul posto di una persona nel mondo e sulla natura dell’esistenza, ma non offre risposte a questi enigmi. Piuttosto, c’è qualche suggerimento sul fatto che a queste domande metafisiche non si possa rispondere affatto e che la migliore risposta al mondo complesso e imperscrutabile sia quella dello stupore perché l’atto di porre domande non si avvicina allo svelare i misteri dell’esistenza.
Astonishment
Why after all this one and not the rest? Why this specific self, not in a nest, but a house? Sewn up not in scales, but skin? Not topped off by a leaf, but by a face? Why on earth now, on Tuesday of all days, and why on earth, pinned down by this star’s pin? In spite of years of my not being here? In spite of seas of all these dates and fates, these cells, celestials and coelenterates? What is it really that made me appear neither an inch nor half a globe too far, neither a minute nor aeons too early? What made me fill myself with me so squarely? Why am I staring now into the dark and muttering this unending monologue just like the growling thing we call a dog?
(Translated from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh)
________________________________
Igor Stravinsky: Le Sacre du printemps (revised version from 1947) / Sir Simon Rattle, conductor · Berliner Philharmoniker / Recorded at the Berlin Philharmonie, 9 November 2012
La libertà non verrà oggi, quest’anno o mai tramite il compromesso e la paura.
Io ho gli stessi diritti di chiunque altro di camminare con le mie gambe e possedere la terra.
Sono stufo di sentirmi ripetere Lascia correre Domani è un altro giorno Non mi serve la libertà da morto. Non posso vivere del pane di domani. La libertà è un seme robusto seminato nella grande necessità. Io pure vivo qui. E voglio la libertà esattamente come te.
Freedom
Freedom will not come Today, this year Nor ever Through compromise and fear.
I have as much right As the other fellow has To stand On my two feet And own the land.
I tire so of hearing people say, Let things take their course. Tomorrow is another day. I do not need my freedom when I’m dead. I cannot live on tomorrow’s bread. Freedom Is a strong seed Planted In a great need. I live here, too. I want my freedom Just as you.
Langston Hughes, “Freedom [1]” from The Collected Works of Langston Hughes (2002)
___________________________
Beethoven: Why people all over the world love Beethoven’s 9th Symphony | Music Documentary
Un veloce giro del mondo sulle tracce della Nona Sinfonia di Beethoven. Sei musicisti provenienti da diversi paesi – tra cui il direttore d’orchestra Teodor Currentzis e il compositore Tan Dun – raccontano le loro idee e sentimenti quando interpretano la famosa sinfonia. Nonostante la varietà delle voci, c’è una nota chiave unificante: la Nona di Beethoven è un simbolo di libertà, gioia e umanità. Rappresenta la visione di un mondo migliore.
Qualche zolla di terra, e la vita sarà dimenticata. La musica si libererà dalle circostanze. Si calmerà la tosse del maestro sui minuetti. E saranno tolti i cataplasmi. Il fuoco divorerà la parrucca piena di polvere e pidocchi. Spariranno le macchie d’inchiostro dal polsino di pizzo. Finiranno tra i rifiuti le scarpe, scomode testimoni. Il violino verrà preso dall’allievo meno dotato. Saranno tolti dagli spartiti i conti del macellaio. Le lettere della povera madre finiranno in pancia ai topi. L’amore sfortunato svanirà nel nulla. Gli occhi smetteranno di lacrimare. Il nastro rosa servirà alla figlia dei vicini. I tempi, grazie a Dio, non sono ancora romantici. Tutto ciò che non è quartetto come quinto sarà scartato. Tutto ciò che non è quintetto come sesto sarà soffiato via. Tutto ciò che non è un coro di quaranta angeli tacerà come guaito di cane e singulto di gendarme. Verrà tolto dalla finestra il vaso con l’aloe, il piatto con il moschicida e il vasetto di pomata, e apparirà – ma sì – la vista sul giardino, il giardino che lì non c’era mai stato. E ora ascoltate, ascoltate, o mortali, stupefatti tendete attenti l’orecchio, o assorti, o stupiti, o rapiti mortali, ascoltate – ascoltatori – mutati in udito.
(Traduzione di Pietro Marchesani)
Klasyk
Kilka grud ziemi a będzie zapomniane życie. Muzyka wyswobodzi się z okoliczności. Ucichnie kaszel mistrza nad menuetami. I oderwane będą kataplazmy. Ogień strawi perukę pełną kurzu i wszy. Znikną plamy inkaustu z koronkowego mankietu. Pójdą na śmietnik trzewiki, niewygodni świadkowie. Skrzypce zabierze sobie uczeń najmniej zdolny. Powyjmowane będą z nut rachunki od rzeźnika. Do mysich brzuchów trafią listy biednej matki. Unicestwiona zgaśnie niefortunna miłość. Oczy przestaną łzawić. Różowa wstążka przyda się córce sąsiadów. Czasy, chwalić Boga, nie są jeszcze romantyczne. Wszystko, co nie jest kwartetem, będzie jako piąte odrzucone. Wszystko, co nie jest kwintetem, będzie jako szóste zdmuchnięte. Wszystko, co nie jest chórem czterdziestu aniołów, zmilknie jako psi skowyt i czkawka żandarma. Zabrany będzie z okna wazon z aloesem, talerz z trutką na muchy i słoik z pomadą, i odsłoni się widok – ależ tak! – na ogród, ogród, którego nigdy tu nie było. No i teraz słuchajcie, słuchajcie, śmiertelni, w zdumieniu pilnie nadstawiajcie ucha, o pilni, o zdumieni, o zasłuchani śmiertelni, słuchajcie – słuchający – zamienieni w słuch.
_______________________________
Tchaikovsky: Symphony No.5 In E Minor, Op.64, TH.29 – 4. Finale (Andante maestoso – Allegro vivace) · Wiener Philharmoniker · Valery Gergiev (Released on:1999-01-01)
Stamattina mi sono svegliato con la pioggia che batteva sui vetri. E ho capito che da molto tempo ormai, posto davanti a un bivio, ho scelto la via peggiore. Oppure, semplicemente, la più facile. Rispetto a quella virtuosa. O alla più ardua. Questi pensieri mi vengono quando sono giorni che sto da solo. Come adesso. Ore passate in compagnia del fesso che non sono altro. Ore e ore che somigliano tanto a una stanza angusta. Con appena una striscia di moquette su cui camminare.
(Traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante)
Company
This morning I woke up to rain on the glass. And understood that for a long time now I’ve chosen the corrupt when I had a choice. Or else, simply, the merely easy. Over the virtuous. Or the difficult. This way of thinking happens when I’ve been alone for days. Like now. Hours spent in my own dumb company. Hours and hours much like a little room. With just a strip of carpet to walk on.
_____________________________________
Performance by Daniil Trifonov, The Philadelphia Orchestra and Yannick Nézet-Séguin – Rachmaninov: Rhapsody On A Theme Of Paganini, Op.43, Variation 18
Dove la mente non conosce paura e la testa si tiene alta; dove il sapere è libero; dove il mondo non è frazionato da anguste pareti domestiche; dove le parole sgorgano dalle profondità del vero; dove lo sforzo instancabile tende le braccia verso la perfezione; dove il limpido ruscello della ragione non ha deviato nel monotono deserto sabbioso delle vecchie abitudini; dove la mente è a Te indirizzata verso pensieri e azioni sempre più vasti; sotto tal cielo di libertà, Padre mio, fa che il mio popolo si desti.
Where the mind is without fear
Where the mind is without fear and the head is held high Where knowledge is free Where the world has not been broken up into fragments By narrow domestic walls Where words come out from the depth of truth Where tireless striving stretches its arms towards perfection Where the clear stream of reason has not lost its way Into the dreary desert sand of dead habit Where the mind is led forward by thee Into ever-widening thought and action Into that heaven of freedom, my Father, let my country awake.
_____________________________
Anoushka Shankar e Patricia Kopatchinskaja – Raga Piloo – Konzerthaus Berlin, 23 aprile 2016
Anoushka Shankar e Patricia Kopatchinskaja in questa esibizione alla Konzerthaus di Berlino omaggiano il violinista e direttore d’orchestra di fama mondiale Yehudi Menuhin, che avrebbe festeggiato il suo centesimo compleanno il 22 aprile 2016. Come suo padre Ravi Shankar, Anoushka è un’abile suonatrice di sitar virtuoso. È una figura singolare nelle scene della world music indiana classica e progressiva. Il suo talento ha ottenuto numerosi prestigiosi riconoscimenti, tra cui cinque nomination ai Grammy Award. In questa occasione, lei e il suo ensemble si esibiscono in musica indiana e raga, cinquant’anni dopo la registrazione dell’album cult di Yehudi Menuhin e Ravi Shankar “West Meets East”. Il concerto include un’apparizione come ospite speciale della violinista Patricia Kopatchinskaja.
Non attender che Dio su te discenda e che ti dica: Sono. Senso alcuno non ha quel Dio che afferma l’onnipotenza sua. Sentilo tu, nel soffio ond’ei ti ha colmo da che respiri e sei. Quando, non sai perché, ti avvampa il cuore, è Lui che in te si esprime.
(Rainer Maria Rilke, Dio, Poesie, I, 1895-1908 – Torino, Einaudi 1995)
Du darfst nicht warten, bis Gott zu dir geht
Du darfst nicht warten, bis Gott zu dir geht und sagt: Ich bin. Ein Gott, der seine Stärke eingesteht, hat keinen Sinn. Da musst du wissen, dass dich Gott durchweht seit Anbeginn, und wenn dein Herz dir glüht und nichts verrät, dann schafft er drin.
Rainer Maria Rilke, 18.5.1898, Viareggio
__________________________________
Wolfgang Amadeus Mozart, Piano Concerto No. 20 in D Minor, K. 466 3. Allegro assai – Hélène Grimaud — Music Director, Pianist Camerata Salzburg – Concert recorded at Elbphilharmonie (Hamburg, Germany), on March 30, 2022
Un cambiamento nell’aspetto delle colline – Una luce Rossastra riempie il villaggio – Una più vasta aurora al mattino – Un più profondo crepuscolo sul prato – Un’impronta di un piede vermiglio – Un purpureo dito sul pendio – Un’impertinente mosca sul vetro – Un ragno di nuovo al lavoro – Un incedere più impettito del Gallo – Un’attesa di fiori dappertutto – Un’ascia canta stridula nei boschi – Odori di felce su strade non battute – Tutto questo e altro che non so descrivere – Uno sguardo furtivo ben conosciuto – E il Mistero di Nicodemo Riscuote la sua replica annuale!
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
An altered look about the hills —
An altered look about the hills — A Tyrian light the village fills — A wider sunrise in the morn — A deeper twilight on the lawn — A print of a vermillion foot — A purple finger on the slope — A flippant fly upon the pane — A spider at his trade again — An added strut in Chanticleer — A flower expected everywhere — An axe shrill singing in the woods — Fern odors on untravelled roads — All this and more I cannot tell — A furtive look you know as well — And Nicodemus’ Mystery Receives its annual reply!
_____________________________
Vivaldi Four Seasons Spring (adapted by Economou for 4 pianos)– Yuja Wang, Emanuel Ax, Nelson Goerner, Julien Quentin– Recorded at the Salle Médran (Verbier, Switzerland), on 2009