Marzo è il mese dell’attesa, Emily Dickinson

Marzo è il mese dell’attesa
Le cose che non sappiamo –
Le persone del pronostico –
stanno per arrivare –
Cerchiamo di restare seri –
ma la gioia esibita
ci tradisce, come il primo amore
tradisce un ragazzo.

(Traduzione di Massimo Bacigalupo)

“Marzo è il mese dell’attesa” può essere interpretata in molti modi, a seconda del punto di vista del lettore. Una possibile interpretazione è che la poesia riguardi la tendenza umana ad anticipare e fare supposizioni sul futuro, anche quando abbiamo informazioni limitate. Dickinson sembra suggerire che questa anticipazione può essere sia elettrizzante che pericolosa, in quanto può portarci a fare false ipotesi e creare aspettative irrealistiche.

March is the Month of Expectation

March is the Month of Expectation.
The things we do not know –
The Persons of prognostication
Are coming now –
We try to show becoming firmness –
But pompous Joy
Betrays us, as his first Betrothal
Betrays a Boy.

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[100만뷰] [Live] Yunchan Lim(임윤찬) Beethoven Piano Concerto No. 5 “Emperor(황제)” III. Rondo. Allegro
Gold medal winner of 2022 Van Cliburn International Piano Competition

Sereno, da “L’allegria” (1969), Giuseppe Ungaretti


Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo

Mi riconosco
immagine
passeggera

Presa in un giro
Immortale

Bosco di Courton, Luglio 1918

Serenity

After so much
fog
one
by one
the stars unveil
themselves

I breathe in
the coolness
of that color
the sky leaves in me

I recognize myself
just as a passing
image

Taken on
a ride of immortality

(Translated from Italian by Wally Swist)

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Igor Levit performing an excerpt from the first movement ‘Allegro con brio’ of Beethoven’s “Waldstein” Piano Sonata No. 21 in C Major, Op. 53 (13th Sep 2019)

Verso l’era spaziale, Mary Oliver

Dobbiamo cominciare a comprendere tutto ciò
che ci circonda, perché nessuno sa di cosa potremmo
aver bisogno. Dobbiamo portare con noi
anche l’aria; e il peso che una volta
pensavamo un fardello si rivela
il battito della nostra vita e la bussola del nostro cervello.
I colori bilanciano le nostre paure, e l’esistenza
inizia a intasarsi a meno che i nostri pensieri non
possano manifestarsi inosservati e lasciare che una fonte di essenziale sciocchezza
scorra attraverso i nostri sogni.

E oh, spero che possiamo ancora fare
in modo che il vento soffi, e occasionalmente si
verifichi qualche tipo di shock, come pioggia
e avventure vaganti di cui a nessuno importa:
amore innocuo, grasse risate negli angoli,
famiglie che gattonano in giro per il salotto ringhiando,
come orsi nella caverna del pianoforte.

“Verso l’era spaziale” è una poesia che celebra il senso di meraviglia e curiosità dell’umanità per l’universo. Mary Oliver immagina un futuro in cui abbiamo la tecnologia e il coraggio di esplorare l’universo, e ritrae questo viaggio come un viaggio di avventura, scoperta e trasformazione.

Toward The Space Age

We must begin to catch hold of everything
around us, for nobody knows what we
may need. We have to carry along
the air, even; and the weight we once
thought a burden turns out to form
the pulse of our life and the compass for our brain.
Colors balance our fears, and existence
begins to clog unless our thoughts
can occur unwatched and let a fountain of essential silliness
out through our dreams.

And oh I hope we can still arrange
for the wind to blow, and occasionally
some kind of shock to occur, like rain,
and stray adventures no one cares about –
harmless love, immoderate guffaws on corners,
families crawling around the front room growling,
being bears in the piano cave.

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Yuja Wang – Gustavo Dadamel – LA Phil – Danzòn No.2 by A. Marquez

Mi rassegno. C’è in vetta alla montagna, Fernando Pessoa

Mi rassegno. C’è in vetta alla montagna
un dirupo sporgente,
che, visto da dove ogni cosa è estranea,
da questa valle nascosta,
sembra posto lì affinché noi non l’abbiamo,
affinché, vedendolo lì,
ci contentiamo solo di vederlo
nel nostro eterno qui…

Mi rassegno. Quel dirupo aguzzo
forse raggiungeranno
coloro che nella forza d’andare ripongono tutto.
Per il tuo stesso silenzio assente e muto,
non andare, mio cuore.

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

Eu me resigno. Há no alto da montanha

Eu me resigno. Há no alto da montanha
Um penhasco saído,
Que, visto de onde toda coisa é estranha,
Deste vale escondido,
Parece posto ali para o não termos,
Para que, vendo-o ali,
Nos contentemos só com o aí vermos
No nosso eterno aqui…

Eu me resigno. Esse penhasco agudo
Talvez alcançarão
Os que na força de irem põem tudo.
De teu próprio silêncio nulo e mudo,
Não vás, meu coração.

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Ludwig van Beethoven, Symphony No. 7 in A Major, Op. 92 2. Allegretto Orchestre de Paris –
Klaus Mäkelä: Conductor – Concert recorded at Grande Salle Pierre Boulez, Philharmonie de Paris (Paris, France), on July 9, 2020

Le nostre vite sono svizzere, Emily Dickinson

Le nostre vite sono svizzere –
così immobili – così fredde –
finché un pomeriggio chissà
le Alpi lasciano aperte le tende
e noi vediamo di là!

L’Italia è dall’altra parte!
Mentre come sentinelle in mezzo –
le Alpi solenni –
le Alpi sirene
eterne si frammettono!

(Traduzione di Massimo Bacigalupo)

Gli istanti in cui ci accade di poter sbrigliare liberamente la nostra fantasia sono pochi, insoliti e fuggevoli. Talvolta riusciamo a coglierli, a guardare al di là della noiosa routine quotidiana, ma quelle tende aperte per un momento si richiudono subito e ci lasciano soltanto il rimpianto dell’impossibile, custodito da barriere invalicabili.
L’Italia è citata soltanto in un’altra poesia di ED, la J312-F600, dove è ricordata come il luogo in cui fu sepolta Elizabeth Barrett Browning.
(G. Ierolli, The Complete Poems of Emily Dickinson)

Our lives are Swiss

Our lives are Swiss –
So still – so Cool –
Till some odd afternoon
The Alps neglect their Curtains
And we look farther on!

Italy stands the other side!
While like a guard between –
The solemn Alps –
The siren Alps
Forever intervene!

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Keine Maschine – Tim Bendzko / Cello Cover by Jodok Vuille
Location – Bürgenstock LU (Switzerland)

Liu Yung, da “Balistica” (2011), Billy Collins

Questo poeta della dinastia Song è così infelice.
Il vento sospira tra gli alberi,
un cigno solitario passa là in alto,
e lui è solo nella sua barchetta, sull’acqua.

Se soltanto apprezzasse quanto me
la vita nella Cina dell’undicesimo secolo:
niente cartoni animati a tutto volume in tv,
niente musica dal camioncino dei gelati,

solamente il richiamo orgoglioso degli uccelli
e lo scorrere regolare di un orologio ad acqua.

(Traduzione di Franco Nasi)

Liu Yung

This poet of the Sung dynasty is so miserable.
The wind sighs around the trees,
a single swan passes overhead,
and he is alone on the water in his skiff.

If only he appreciated life
in eleventh-century China as much as I do –
no loud cartoons on television,
no music from the ice cream truck,

just the calls of elated birds
and the steady flow of the water clock.

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Hungarian Rhapsody No.2 (with Cateen Cadenza) – Composed by Franz Liszt (+ Tom and Jerry: The Cat Concerto)Première 1 dic 2020

Polvere di neve, da “New Hampshire” (1923), Robert Frost

Il modo in cui un corvo
di sopra una cicuta
scrollò sopra di me
una neve minuta

Diede al mio cuore un tale 
mutamento di umore,
da salvare un mio giorno 
ormai senza valore.

(Traduzione di A. Bertolucci)

Dust of Snow

The way a crow
shook down on me
the dust of snow
from a hemlock tree

Has given my heart
a change of mood
and saved some part
of a day I had rued.

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Klaus Mäkelä conducts Leonard Bernstein’s Candide at the 2023 Verbier Festival’s 30th anniversary Gala – Concert recorded at Salle des Combins (Verbier, Switzerland), on July 24, 2023

Noi due, da “Le Phénix” (1951), Paul Éluard

Noi due tenendoci per mano
Ci crediamo dovunque a casa nostra
Sotto l’albero dolce sotto il cielo nero
Sotto ogni tetto nell’intimità
Nella strada vuota in pieno sole
Negli occhi vaghi della folla
Accanto a saggi e a folli
Tra i fanciulli e gli adulti
L’amore non è fatto di misteri
Noi siamo l’evidenza stessa
Credono d’essere a casa nostra
Tutti gli innamorati.

Nous deux

Nous deux nous tenant par la main
Nous nous croyons partout chez nous
Sous l’arbre doux sous le ciel noir
Sous tous les toits au coin du feu
Dan la rue vide en plein soleil
Dans les yeux vagues de la foule
Auprès des sages et des fous
Parmi les enfants et les grands
L’amour n’a rien de mystérieux
Nous sommes l’évidence même
Les amoureux se croient chez nous.

We two

We two take each other by the hand
We believe everywhere in our house
Under the soft tree under the black sky
Beneath the roofs at the edge of the fire
In the empty street in broad daylight
In the wandering eyes of the crowd
By the side of the foolish and wise
Among the grown-ups and children
Love’s not mysterious at all
We are the evidence ourselves
In our house lovers believe.

(Translated by PoetryNook.com)

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Helene Fischer – Hand in Hand (Live aus München 2022)

La stella di Natale, Boris Pasternak

Era pieno inverno.
Soffiava il vento della steppa.
E aveva freddo il neonato nella grotta
Sul pendio della collina.

L’alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici
stavano nella grotta,
sulla culla vagava un tiepido vapore.

Scossi dalle pelli le paglie del giaciglio
e i grani di miglio,
dalle rupi guardavano
assonnati i pastori gli spazi della mezzanotte.

Lontano, la pianura sotto la neve, e il cimitero
e recinti e pietre tombali
e stanghe di carri confitte nella neve,
e sul cimitero il cielo tutto stellato.

E lì accanto, mai vista sino allora,
più modesta d’un lucignolo
alla finestrella d’un capanno,
traluceva una stella sulla strada di Betlemme.

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Рождественская звезда

Стояла зима.
Дул ветер из степи.
И холодно было младенцу в вертепе
На склоне холма.

Его согревало дыханье вола.
Домашние звери
Стояли в пещере,
Над яслями теплая дымка плыла.

Доху отряхнув от постельной трухи
И зернышек проса,
Смотрели с утеса
Спросонья в полночную даль пастухи.

Вдали было поле в снегу и погост,
Ограды, надгробья,
Оглобля в сугробе,
И небо над кладбищем, полное звезд.

А рядом, неведомая перед тем,
Застенчивей плошки
В оконце сторожки
Мерцала звезда по пути в Вифлеем.
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The Star of the Nativity

It was winter, and chill
Wind blew from the steppe,
And the infant felt cold as he lay in that den
On the slope of the hill.

And as he lay there, the child was kept warm
By the breathing of oxen,
And a haze hung over the manger,
For in that cave they kept beasts from the farm.

Shaking the bedstraw and granules of millet
From their sheepskins,
Bleary-eyed herdsmen
Gazed from their crag at the expanse of midnight.

Far away, beneath snow lay the burial yard,
Fields, fences, and tombstones,
Snow-drifted cart shafts,
And over the graves stood a sky full of stars.

And nearby, and unseen hitherto and more timid
Than candle-stub glow
In a night-watchman’s window,
The star on the roadway to Bethlehem glinted.

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(Translated by Christopher Barnes
University of Toronto · Academic Electronic Journal in Slavic Studies)

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Lindsey Stirling – O Holy Night (Official Music Video)