Talvolta con il Cuore Raramente con l’anima Ancora meno con la forza Pochi – amano davvero
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
NdT: Inusuale la scelta di questa gradazione di amori: il cuore, che sembrerebbe il candidato più ovvio per l’amore vero e, perciò, più raro, è messo al primo posto in ordine di frequenza: un tipo d’amore che non è raro incontrare. Poi viene l’anima e solo per ultima, la più rara, quella “forza” (ma anche energia, vigore) che credo si debba leggere come intensità, totalità di un sentimento che coinvolge tutto il nostro essere.
Sometimes with the Heart
Sometimes with the Heart Seldom with the Soul Scarcer once with the Might Few – love at all
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Helene Fischer – Nur mit Dir (Live von der Stadion-Tour / 2019 / Akustik Version)
Come ogni fior languisce e giovinezza cede a vecchiaia, anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna. Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire e a ricominciare, per offrirsi sereno e valoroso ad altri nuovi vincoli e legami. Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi, senza fermare in alcun d’essi il piede, lo spirito universal non vuol legarci, ma su di grado in grado sollevarci. Appena ci avvezziamo ad una sede rischiamo d’infiacchire nell’ignavia: sol chi è disposto a muoversi e partire vince della consuetudine la paralisi.
Forse il momento stesso della morte ci farà andare incontro a nuovi spazi: della vita il richiamo non ha fine…. Su, cuore mio, congedati e guarisci…
“Stufen” è stata scritta da Hermann Hesse dopo una lunga malattia nel maggio del 1941, è una poesia carica di ottimismo, un inno alla possibilità dell’uomo di continuare a migliorarsi, a crescere “gradino dopo gradino”. Avere curiosità verso il “nuovo”: in gioventù così come in vecchiaia, la vita riserva momenti di inattesa magia che bisognerebbe saper cogliere accettando il processo di cambiamento continuo.
Stufen
Wie jede Blüte welkt und jede Jugend Dem Alter weicht, blüht jede Lebensstufe, Blüht jede Weisheit auch und jede Tugend Zu ihrer Zeit und darf nicht ewig dauern. Es muß das Herz bei jedem Lebensrufe Bereit zum Abschied sein und Neubeginne, Um sich in Tapferkeit und ohne Trauern In andre, neue Bindungen zu geben. Und jedem Anfang wohnt ein Zauber inne, Der uns beschützt und der uns hilft, zu leben.
Wir sollen heiter Raum um Raum durchschreiten, An keinem wie an einer Heimat hängen, Der Weltgeist will nicht fesseln uns und engen, Er will uns Stuf’ um Stufe heben, weiten. Kaum sind wir heimisch einem Lebenskreise Und traulich eingewohnt, so droht Erschlaffen, Nur wer bereit zu Aufbruch ist und Reise, Mag lähmender Gewöhnung sich entraffen.
Es wird vielleicht auch noch die Todesstunde Uns neuen Räumen jung entgegensenden, Des Lebens Ruf an uns wird niemals enden … Wohlan denn, Herz, nimm Abschied und gesunde!
D’inverno due specie di campi sulle colline verso Prosser: campi di grano novello, verde, le marze che di notte vengono fuori dalla terra arata e aspettano e poi salgono ancora, e germogliano. Le anatre amano questo grano verde. Anch’io ne ho mangiato una volta, per provare.
Poi campi di stoppie di grano fino al fiume. Sono i campi che hanno perso tutto. Di notte cercano di ricordare la loro giovinezza, ma il loro respiro è lento e irregolare, mentre le loro vite affondano nei solchi oscuri. Le anatre amano anche questo grano sbriciolato. Ci muoiono, per quello.
Tutto però è scordato, tutto o quasi, prima piuttosto che poi, se Dio vuole – padri e amici, ognuno attraversa la tua vita dentro e poi fuori; per un poco ci sono donne, poi via, e i campi volgono le spalle, svaniscono nella pioggia. Tutto passa, non Prosser.
Quelle notti, ritornando fra miglia di campi di grano – i fari rastrellavano i campi a ogni curva – Prosser, quel paese, brillava appena giunti sulle colline; il rantolo del radiatore, noi stanchi morti, odore di polvere da sparo ancora sulle dita: a stento posso vederlo, lui, mio padre: dà un’occhiata dal parabrezza di quella vettura e dice: Prosser.
(Traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante)
Prosser
In winter two kinds of fields on the hills outside Prosser: fields of new green wheat, the slips rising overnight out of the plowed ground, and waiting, and then rising again, and budding. Geese love this green wheat. I ate some of it once too, to see.
And wheat stubble-fields that reach to the river. These are the fields that have lost everything. At night they try to recall their youth, but their breathing is slow and irregular as their life sinks into dark furrows. Geese love this shattered wheat also. They will die for it.
But everything is forgotten, nearly everything, and sooner rather than later, please God— fathers, friends, they pass into your life and out again, a few women stay a while, then go, and the fields turn their backs, disappear in rain. Everything goes, but Prosser.
Those nights driving back through miles of wheat fields— headlamps raking the fields on the curves— Prosser, that town, shining as we break over hills, heater rattling, tired through to bone, the smell of gunpowder on our fingers still: I can barely see him, my father, squinting through the windshield of that cab, saying, Prosser.