Ode ad un mattino del Brasile, da “Navegaciones y Regresos”, Pablo Neruda

Questo è un mattino
del Brasile. Vivo dentro
un violento diamante,
tutta la trasparenza
della terra
si è materializzata
sulla
mia fronte,
si muove appena
la ricamata vegetazione,
il rumoroso cinto
della selva:
ampia è la chiarità, come una nave
del cielo, vittoriosa.

Tutto cresce,
alberi,
acqua,
insetti,
giorno.
Tutto finisce in foglia.
Son convenute
tutte
le cicale,
nate, vissute
e morte
da quando esiste il mondo,
e qui cantano
in un solo raduno
con voce di miele,
di sale,
di segheria,
di violino in delirio.

Le farfalle
ballano
rapidamente
un
ballo
rosso
nero
arancio
verde
azzurro
bianco
granata
giallo
violetto
nell’aria,
sui fiori,
sul nulla,
volanti,
successive
e remote.

Disabitate
terre,
cristallo
verde
del mondo,
in qualche
regione
un ampio fiume
precipita
in piena solitudine,
i sauri guardano
le acque micidiali,
miriadi di esseri lenti
schiacciati
dalla cieca boscaglia
cambiano pianta, acqua,
acquitrino, caverna,
e l’aria è attraversata
da uccelli fiammeggianti.

Un grido, un canto,
un volo,
una cascata
s’incrociano da una chioma
di palma
fino
all’alberatura
del bambù innumerevole.

Il meriggio
arriva
quieto,
si propaga
la luce quasi fosse
comparso un nuovo fiume
che scorresse e cantasse
colmando l’universo:
bruscamente
tutto
rimane
immobile,
la terra, il cielo, l’acqua
son pura trasparenza,
il tempo si è fermato
e tutto è dentro
il suo scrigno di diamante.

Oda a una mañana del Brasil

Esta es una mañana
del Brasil. Vivo adentro
de un violento diamante,
toda la transparencia
de la tierra
se materializó
sobre
mi frente,
apenas si se mueve
la bordada verdura,
el rumoroso cinto
de la selva:
ancha es la claridad, como una nave
del cielo, victoriosa.

Todo crece,
los árboles,
el agua,
los insectos,
el dia.
Todo termina en hoja.
Se unieron
todas
las cigarras
que nacieron, vivieron
y murieron
desde que existe el mundo,
y aquí cantan
en un solo congreso
con voz de miel,
de sal,
de aserradero,
de violin delirante.

Las mariposas
bailan
rápidamente
un
baile
rojo
negro
naranja
verde
azul
blanco
granate
amarillo
violeta
en el aire,
en las flores,
en la nada,
volantes,
sucesivas
y remotas.

Deshabitadas
tierras,
cristal
verde
del mundo,
en alguna
región
un ancho rio
se despeña
en plena soledad,
los saurios cruzan
las aguas pestilentes,
miles de seres lentos
aplastados
por la
ciega espesura
cambian de planta, de agua,
de pantano, de cueva,
y atraviesan el aire
aves abrasadoras.

Un grito, un canto,
un vuelo,
una cascada
cruzan desde una copa
de palmera
hasta
la arboladura
del bambú innumerable.

El mediodia
llega
sosegado,
se extiende
la luz come si hubiera
nacido un nuevo río
que corriera y cantara
llenando el universo:
de pronto
todo
queda
inmóvil,
la tierra, el cielo, el agua
se hicieron transparencia,
el tiempo se detuvo
y todo entró en su caja de diamante.

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