Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro. Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba, il panico del cervo che scappa, sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti. E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te.
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Yuja Wang & David Fung: Saint-Saëns Carnival of the Animals – At Hollywood Bowl, Los Angeles Philharmonic conducted by Gustavo Dudamel, March 5, 2021 (4:45 V. The Elephant – 7:00 VII. Aquarium – 15:35 XIII. The Swan)
Crocchiante la neve brillante sussurrava, scricchiolando sotto i nostri piedi; Dietro di noi mentre camminavamo lungo la strada panoramica, le nostre ombre danzavano, forme fantastiche in un blu vivido. Attraverso il lago i pattinatori volavano avanti e indietro, con curve strette tessendo una fragile rete invisibile. In estasi la terra bevve la luce argentea del sole; In estasi i pattinatori bevvero il vino della velocità; In estasi ridevamo Bevendo il vino dell’amore. La musica della nostra gioia non aveva forse suonato la sua nota più alta? Ma no, perché all’improvviso, con gli occhi alzati, hai detto: “Oh guarda!” Là, sul nero ramo di un acero macchiato di neve, impavido e allegro come il nostro amore, Una ghiandaia azzurra ha alzato la cresta! Oh chi può dire la portata della gioia O definire i limiti della bellezza?
A Winter Bluejay
Crisply the bright snow whispered, Crunching beneath our feet; Behind us as we walked along the parkway, Our shadows danced, Fantastic shapes in vivid blue. Across the lake the skaters Flew to and fro, With sharp turns weaving A frail invisible net. In ecstacy the earth Drank the silver sunlight; In ecstacy the skaters Drank the wine of speed; In ecstacy we laughed Drinking the wine of love. Had not the music of our joy Sounded its highest note? But no, For suddenly, with lifted eyes you said, “Oh look!” There, on the black bough of a snow flecked maple, Fearless and gay as our love, A bluejay cocked his crest! Oh who can tell the range of joy Or set the bounds of beauty?
Spesso i boschi sono rosa – spesso sono bruni. Spesso le colline si spogliano alle spalle del mio paese. Sovente è coronata una testa che altre volte ho visto – altrettanto sovente una nicchia dove di solito stava – E la Terra – mi dicono – ha compiuto un altro giro sull’asse! Magnifica rotazione e che bastino in dodici a farla!
(Traduzione di Massimo Bacigalupo)
La descrizione del ciclo della natura come “prodigiosa rotazione” che ha bisogno soltanto dei suoi dodici mesi per compiersi ogni volta. I versi 5-8 si riferiscono probabilmente alla fioritura, che corona le teste di fiori, o anche di rami o alberi, e al suo contrario, a quel recesso spoglio dove le stesse cose risiedono, come se fossero nascoste, nei mesi invernali. (G. Ierolli)
Frequently the woods are pink
Frequently the woods are pink – Frequently are brown. Frequently the hills undress Behind my native town. Oft a head is crested I was wont to see – And as oft a cranny Where it used to be – And the Earth – they tell me – On it’s axis turned! Wonderful Rotation! By but twelve performed!
1 Dal fondo di te, e inginocchiato, un bimbo triste, come me, ci guarda. Per quella vita che arderà nelle sue vene dovrebbero legarsi le nostre vite. Per quelle mani, figlie delle tue mani, dovrebbero uccidere le mie mani. Per quegli occhi aperti sulla terra vedrò un giorno lacrime nei tuoi. 2 Io non voglio, Amata. Perché nulla ci leghi che nulla ci unisca. Né la parola che profumo’ la tua bocca, né ciò che non dissero le parole. Né la festa d’amore che non avemmo, ne i tuoi singhiozzi presso la finestra. 3 (Amo l’amore dei marinai che baciano e se ne vanno. Lasciano una promessa. Non tornano mai più. In ogni porto una donna attende: i marinai baciano e se ne vanno. Una notte si coricano con la morte nel letto del mare.) 4 Amo l’amore che si distribuisce in baci, letto e pane. Amore che puo’ essere eterno e può essere fugace. Amore che vuol liberarsi per tornare ad amare. Amore divinizzato, che s’avvicina. Amore divinizzato che se ne va. 5. Più non s’incanteranno i miei occhi nei tuoi occhi, più’ non s’addolcirà vicino a te il mio dolore. Ma dove andrò porterò il il tuo sguardo e dove camminerai porterai il mio dolore.
Fui tuo, fosti mia. Che più? Insieme facemmo un angolo nella strada dove l’amore passò. Fui tuo fosti mia. Tu sarai di colui che t’amerà, di colui che taglierà nel tuo orto ciò che ho seminato io. Me ne vado. Sono triste: ma sempre sono triste. Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado. … Dal tuo cuore un bimbo mi dice addio. E io gli dico addio.
(Traduzione di Giuseppe Bellini)
Farewell
1
Desde el fondo de ti, y arrodillado, un niño triste, como yo, nos mira.
Por esa vida que arderá en sus venas tendrían que amarrarse nuestras vidas.
Por esas manos, hijas de tus manos, tendrían que matar las manos mías.
Por sus ojos abiertos en la tierra veré en los tuyos lágrimas un día.
2
Yo no lo quiero, Amada.
Para que nada nos amarre que no nos una nada.
Ni la palabra que aromó tu boca, ni lo que no dijeron las palabras.
Ni la fiesta de amor que no tuvimos, ni tus sollozos junto a la ventana.
3
(Amo el amor de los marineros que besan y se van. Dejan una promesa. No vuelven nunca más.
En cada puerto una mujer espera: los marineros besan y se van.
Una noche se acuestan con la muerte en el lecho del mar).
4
Amor el amor que se reparte en besos, lecho y pan.
Amor que puede ser eterno y puede ser fugaz.
Amor que quiere libertarse para volver a amar.
Amor divinizado que se acerca Amor divinizado que se va.
5
Ya no se encantarán mis ojos en tus ojos, ya no se endulzará junto a ti mi dolor.
Pero hacia donde vaya llevaré tu mirada y hacia donde camines llevarás mi dolor.
Fui tuyo, fuiste mía. Qué más? Juntos hicimos un recodo en la ruta donde el amor pasó.
Fui tuyo, fuiste mía. Tú serás del que te ame, del que corte en tu huerto lo que he sembrado yo.
Yo me voy. Estoy triste: pero siempre estoy triste. Vengo desde tus brazos. No sé hacia dónde voy.
…Desde tu corazón me dice adiós un niño. Y yo le digo adiós.
La terra ha molte chiavi. Dove cessa la melodia è la penisola sconosciuta. La bellezza è realtà naturale.
Ma testimone la terra e testimone il mare, il grillo è il massimo dell’elegia per me.
(Traduzione di Massimo Bacigalupo)
Nota del traduttore: Keys è usato nel senso di chiave musicale. La terra è piena di musica; l’assenza di suono è l’infinito sconosciuto. La bellezza e la musica sono i fatti tangibili della natura, in oppozione al mondo dei fenomeni non percepibili. Fra tutte le musiche, la più elegiaca è il canto del grillo, spesso oggetto delle meditazioni di E.D. (soprattutto 1068), in quanto annuncio della fine dell’estate. In effetti queste due strofe concludevano una versione di 1068, e non costituiscono pertanto una poesia a sé. Tuttavia esse si staccano decisamente, per il loro carattere aforistico e dichiarativo, dalla poesia enigmatica per la quale forse furono scritte.
The Earth Has Many Keys
The earth has many keys. Where melody is not Is the unknown peninsula. Beauty is nature’s fact.
But witness for her land, And witness for her sea, The cricket is her utmost Of elegy to me.
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Yuja Wang leads the Mahler Chamber Orchestra on Beethoven Piano concerto No 1, 3rd movement
E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce, e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito: sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia, eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal mare insondabile, su verso il cielo, da dove, in forma labile, totalmente cambiata, eppure la stessa, discendo a bagnare i terreni aridi, scheletrici, le distese di polvere del mondo, e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato; e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine, la faccio pura, la abbellisco; (perché il canto, emerso dal suo luogo natale, dopo il compimento, l’errare, sia che di esso importi o no, debitamente ritorna con amore.)
(Traduzione di Giuseppe Conte)
The Voice of the Rain
And who art thou? said I to the soft-falling shower, Which, strange to tell, gave me an answer, as here translated: I am the Poem of Earth, said the voice of the rain, Eternal I rise impalpable out of the land and the bottomless sea, Upward to heaven, whence, vaguely form’d, altogether changed, and yet the same, I descend to lave the drouths, atomies, dust-layers of the globe, And all that in them without me were seeds only, latent, unborn; And forever, by day and night, I give back life to my own origin, and make pure and beautify it; (For song, issuing from its birth-place, after fulfilment, wandering, Reck’d or unreck’d. duly with love returns.)
Quando ti porto giocattoli colorati, bambino mio, capisco perché c’è un simile gioco di colori nelle nubi, nell’acqua, e perché anche i fiori si colorino così – quando ti porto giocattoli colorati. Quando canto per farti danzare, allora veramente comprendo perché c’è musica tra le foglie, e perché le onde mandano il loro coro di voci al cuore della terra palpitante – quando canto per farti danzare. Quando porgo dolci cose alle tue avide mani, so perché c’è miele nel calice del fiore, e perché i frutti sono segretamente pieni di dolce succo – quando porgo dolci cose alle tue avide mani. Quando bacio il tuo viso per farti sorridere, mio caro, io certo capisco quali correnti soavi vengono dal cielo nella luce del mattino, e quale delizia porta alle mie membra la brezza d’estate quando ti bacio per farti sorridere.
(Traduzione di Maurizio Lipparini)
When And Why
When I bring you coloured toys, my child, I understand why there is such a play of colours on clouds, on water, and why flowers are painted in tints-when I give coloured toys to you, my child. When I sing to make you dance, I truly know why there is music in leaves, and why waves send their chorus of voices to the heart of the listening earth-when I sing to make you dance. When I bring sweet things to your greedy hands, I know why there is honey in the cup of the flower, and why fruits are secretly filled with sweet juice-when I bring sweet things to your greedy hands. When I kiss your face to make you smile, my darling, I surely understand what pleasure streams from the sky in morning light, and what delight the summer breeze brings to my body-when I kiss you to make you smile.
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Martynas Levickis performing The Lion Sleeps Tonight from “The Lion King” with Mikroorkéstra Chamber Ensemble during his spectacular concert of the best movie music of all time – “Cinema”. Live in Vilnius | 05 January 2020
Nuovi piedi corrono per il mio giardino –
nuove dita smuovono la terra –
un trovatore sull’olmo
tradisce la solitudine.
Nuovi bambini giocano sul prato –
nuovi stanchi dormono sotto –
e ancora la primavera pensosa ritorna –
e ancora la neve puntuale!
(Traduzione di Massimo Bacigalupo) Nota del traduttore:
Il sentimento della primavera evocato da una serie di immagini che si concludono con il presentimento dell’inverno. In realtà ogni distico affianca a un motivo primaverile un’allusione alla morte (quasi ogni verso è costituito da una frase completa).
New Feet Within My Garden Go
New feet within my garden go –
New fingers stir the sod –
A Troubadour upon the Elm
Betrays the solitude.
New Children play upon the green –
New Weary sleep below –
And still the pensive Spring returns –
And still the punctual snow!
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Chopin Minute Waltz / Minutenwalzer Op. 64 No. 1 in D-flat major played by Anastasia Huppmann