A noi che siamo tra il vecchio e il nuovo, la sorte dona queste ore liete; e il passato impone d’aver fiducia a guardare avanti e a guardare indietro. ……………………………..
Zum neuen Jahr
Zwischen dem Alten Zwischen dem Neuen, Hier uns zu freuen Schenkt uns das Glück, Und das Vergangne Heißt mit Vertrauen Vorwärts zu schauen, Schauen zurück.
Stunden der Plage, Leider, sie scheiden Treue von Leiden, Liebe von Lust; Bessere Tage Sammeln uns wieder, Heitere Lieder Stärken die Brust.
Leiden und Freuden, Jener verschwundnen, Sind die Verbundnen Fröhlich gedenk. O des Geschickes Seltsamer Windung! Alte Verbindung, Neues Geschenk!
Dankt es dem regen, Wogenden Glücke, Dankt dem Geschicke Männiglich Gut; Freut euch des Wechsels Heiterer Triebe, Offener Liebe, Heimlicher Glut!
Andere schauen Deckende Falten Über dem Alten Traurig und scheu; Aber uns leuchtet Freundliche Treue; Sehet, das Neue Findet uns neu.
So wie im Tanze Bald sich verschwindet, Wieder sich findet Liebendes Paar, So durch des Lebens Wirrende Beugung Führe die Neigung Uns in das Jahr.
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Gustavo Dudamel and SWR Stuttgart: DVOŘÁK Symphony N. 9 “From the New World”, 4th movement, Allegro con fuoco – Live from the Vatican, May 31, 2007
Chi non ha trovato il Cielo – quaggiù – Lo mancherà lassù – Perché gli Angeli affittano Casa vicino alla nostra, Ovunque ci spostiamo –
(Trad. Giuseppe Ierolli)
Who has not found the Heaven
Who has not found the Heaven – below – Will fail of it above – For Angels rent the House next our’s, Wherever we remove –
Nell’omelia della notte di Natale 2021 il Papa ha citato la poetessa Emily Dickinson e ha usato i riferimenti letterari per sottolineare l’universalità del messaggio evangelico che parla in ogni tempo e in ogni latitudine, per sottolineare la necessità di “prenderci cura di Gesù adesso, accarezzandolo nei bisognosi, perché in loro si è identificato”. In una omelia incentrata sulla piccolezza, sull’accogliere il povero ferito, così come saranno i poveri ad accoglierci un giorno in Cielo, Francesco lega il nostro operare nel “qui ed ora” alla dimensione della vita eterna. Come a dire che la vita piena può essere tale proprio spendendo pienamente nel nostro pellegrinaggio terreno i nostri giorni, stando bene attenti a non essere indifferenti ai bisogni dell’altro.
Di chi sia il bosco credo di sapere. Ma la sua casa è in paese: così Egli non vede che mi fermo qui A guardare il suo bosco riempirsi di neve.
Troverà strano il mio cavallino Fermarsi senza una casa vicino Tra il bosco e il lago gelato La sera più buia dell’anno.
Dà una scrollata al suo sonaglio Per domandare se c’è uno sbaglio: Il solo altro suono è il fruscio Del vento lieve, dei soffici fiocchi.
Bello è il bosco, buio e profondo, Ma io ho promesse da non tradire, E miglia da fare prima di dormire, E miglia da fare prima di dormire.
(Traduzione di Giovanni Giudici)
Il significato più profondo in ” Stopping by Woods …”: Il narratore racconta di come un giorno si ferma nella foresta ricoperta da uno strato di neve mentre torna al suo villaggio e ne descrive la bellezza. Ma succede molto di più di un semplice uomo che torna a casa in inverno. Alcune interpretazioni suggeriscono che il cavallo è effettivamente il narratore, o almeno, è nella stessa mentalità del narratore, facendo eco ai suoi pensieri. Il tema centrale della poesia è il viaggio della vita e le distrazioni che si presentano lungo il percorso. In altre parole: “c’è così poco tempo e così tanto da fare”. Un’altra interpretazione è che la poesia descrive Babbo Natale che sta passando per i boschi. Il periodo di tempo qui descritto è il solstizio d’inverno, quando presumibilmente si sta dirigendo verso il villaggio. Il cavallo potrebbe rappresentare la renna. Sembra possibile che il narratore possa essere Babbo Natale quando riflette su “promesse da mantenere” e “miglia da percorrere prima di dormire”.
Stopping by Woods on a Snowy Evening
Whose woods these are I think I know. His house is in the village though; He will not see me stopping here To watch his woods fill up with snow.
My little horse must think it queer To stop without a farmhouse near Between the woods and frozen lake The darkest evening of the year.
He gives his harness bells a shake To ask if there is some mistake. The only other sound’s the sweep Of easy wind and downy flake.
The woods are lovely, dark and deep, But I have promises to keep, And miles to go before I sleep, And miles to go before I sleep.
Se non ho altra voce per sdoppiare in echi d’altri suoni il mio silenzio, parlerò, parlerò, finché non esca la parola nascosta di ciò che penso.
E la dirò, sfinito, tra deviazioni di freccia che avvelena anche se stessa, o altro mare addensato di vascelli dove il braccio annegato ci fa cenno.
E spingerò in fondo una radice se la pietra miliare la via sbarra, e lancerò in alto quanto dice che più albero è il tronco che è più solo.
E lei dirà, parola ora scoperta, tutti i detti del vivere consueto: quest’ora che sconforta e che conforta, il non vedere, il non avere, il quasi essere.
(Traduzione di Fernanda Toriello)
Se não tenho outra voz…
Se não tenho outra voz que me desdobre Em ecos doutros sons este silêncio, É falar, ir falando, até que sobre A palavra escondida do que penso.
É dizê-la, quebrado, entre desvios De flecha que a si mesma se envenena, Ou mar alto coalhado de navios Onde o braço afogado nos acena.
É forçar para o fundo uma raiz Quando a pedra cabal corta caminho É lançar para cima quanto diz Que mais árvore é o tronco mais sozinho.
Ela dirá, palavra descoberta, Os ditos do costume de viver: Esta hora que aperta e desaperta, O não ver, o não ter, o quase ser.
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Nothing Else Matters – Metallica – William Joseph feels the Rain
Che non verrà mai di nuovo È ciò che rende la vita così dolce. Credere a ciò che non crediamo Non rallegra.
Che se sarà, sarà al più Un patrimonio estraneo – Questo istiga un appetito Precisamente opposto.
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
“L’unicità della vita, la sua impermanenza porta a desiderare ciò che dura, l’assoluto e l’eterno.” Bianca Tarozzi
That it will never come again
That it will never come again Is what makes life so sweet. Believing what we dont believe Does not exhilarate.
That if it be, it be at best An ablative estate – This instigates an appetite Precisely opposite.
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Sergei Polunin – Merck Russia Project Bolero – Music: “Bolero, M. 81” Composer: Maurice Ravel Performed by Pierre Boulez
Questo video, girato a San Pietroburgo a marzo, è stato presentato in anteprima durante la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla a maggio 2021. Si tratta di una collaborazione con il colosso farmaceutico Merck per sensibilizzare sulla sclerosi multipla attraverso il loro programma “Live a full Life”. La musica è il Bolero di Ravel, con la coreografia di Ross Freddie Ray e gli straordinari sfondi dell’artista visivo di Hollywood Teun van der Zalm (Star Wars e altri film futuristici).