Essere felici, Hermann Hesse

Non esiste alcun dovere della vita,
vi è solo il dovere dell’essere felici.
Per questo solo, noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti i comandamenti
difficilmente ci si rende felici l’un l’altro,
perché non si rende felici se stessi.

Se l’uomo può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha in se stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato l’insegnamento,
il solo insegnamento del mondo;
Questo diceva Gesù,
questo diceva Budda,
questo diceva Hegel.

Per ognuno l’unica cosa importante al mondo è:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità di amare.
Se queste sono in ordine
si possono mangiare miglio o dolci,
portare stracci o gioielli.
Allora il mondo risuonerà chiaramente con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine.

Glücklichsein

Es gibt keine Pflichten des Lebens
es gibt nur eine Pflicht des Glücklichseins.
Dazu alleine sind wir auf der Welt,
und mit aller Pflicht
und aller Moral
und allen Geboten
macht man einander selten glücklich,
weil man sich selbst damit nicht glücklich macht.
Wenn der Mensch gut sein kann,
so kann er es nur,
wenn er glücklich ist,
wenn er Harmonie in sich hat,
also wenn er liebt.
Dies war die Lehre,
die einzige Lehre in der Welt,
dies sagte Jesus
dies sagte Buddha
dies sagte Hegel.
Für jeden ist das einzige wichtige auf der Welt
sein eigenes Innerstes
seine Seele
seine Liebesfähigkeit.
Ist die in Ordnung,
so mag man Hirse oder Kuchen essen,
Lumpen oder Juwelen tragen,
dann klang die Welt mit der Seele rein zusammen,
war gut
war in Ordnung

9 pensieri su “Essere felici, Hermann Hesse

  1. Però vuoi mettere l’emozione di essere infelici, insoddisfatti. Ti fa riemergere dal vortice. Non mi convince molto il positivismo obbligato di Hesse! Ciao Daniela (sei Daniela, vero?)

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    • Penso che Hesse abbia voluto dirci che la felicità è armonia (capacità di amare noi stessi/l’altro/amore universale…). Ha tralasciato però il fatto – sono convinta che gli avrebbe rovinato la poesia… 🙂 – che il nostro “percorso” è anche pieno di ostacoli, situazioni sfavorevoli o dolorose, occasioni che a volte non sappiamo cogliere, al punto da trovarci spesso nell’insoddisfazione/infelicità di cui parli, e da cui è bello uscirne più forti (quando non si soccombe…!). L’argomento è appassionante, è dà mille spunti di conversazione.
      Grazie per il commento 🙂 (e per i tuoi versi e racconti, sempre bellissimi!)
      Daniela

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