Piccola, azzurra aleggia una farfalla, il vento la agita, un brivido di madreperla scintilla, tremola, trapassa. Così nello sfavillio d’un momento, così nel fugace alitare, vidi la felicità farmi un cenno scintillare, tremolare, trapassare.
Blauer Schmetterling
Flügelt ein kleiner blauer Falter vom Wind geweht, Ein perlmutterner Schauer, Glitzert, flimmert, vergeht. So mit Augenblicksblinken, So im Vorüberwehn Sah ich das Glück mir winken, Glitzern, flimmern, vergehn.
_____________________________
Gnossiennes No.1, No. 3, Gymnopédies No.1, Eric Satie – Alice Sara Ott piano recital part 2
Sempre e poi sempre, o vecchio o giovane torno a avvertire: una montagna notturna e al balcone una donna silenziosa, bianca una strada al chiaro di luna in lieve pendio e ciò mi lacera il cuore nel petto atterrito di struggimento. O mondo ardente, o tu chiara donna al balcone, cane che abbai nella valle, treno lontano che passi, come mentite, come atroci ingannate me ancora, e pur tuttavia voi siete sempre il mio sogno e delirio più dolce. Spesso ho tentato la strada per la tremenda “realtà” dove hanno valore mode, assessori, leggi, e denaro, ma solitario mi sono involato, deluso e liberato, verso là dove sogno e beata follia zampilla. Afoso vento notturno negli alberi, scura zigana, mondo ricolmo di nostalgia pazza e profumo di poesia, mondo splendente, di cui sono schiavo eternamente, dove a me guizzano i tuoi bagliori, dove riecheggia per me la tua voce.
(Traduzione di Patrizio Sanasi) Testo tedesco “O brennende Welt”di Hermann Hesse, scritto nel 1917, Archivio LiederNet
Come ogni fior languisce e giovinezza cede a vecchiaia, anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna. Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire e a ricominciare, per offrirsi sereno e valoroso ad altri nuovi vincoli e legami. Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi, senza fermare in alcun d’essi il piede, lo spirito universal non vuol legarci, ma su di grado in grado sollevarci. Appena ci avvezziamo ad una sede rischiamo d’infiacchire nell’ignavia: sol chi è disposto a muoversi e partire vince della consuetudine la paralisi.
Forse il momento stesso della morte ci farà andare incontro a nuovi spazi: della vita il richiamo non ha fine…. Su, cuore mio, congedati e guarisci…
“Stufen” è stata scritta da Hermann Hesse dopo una lunga malattia nel maggio del 1941, è una poesia carica di ottimismo, un inno alla possibilità dell’uomo di continuare a migliorarsi, a crescere “gradino dopo gradino”. Avere curiosità verso il “nuovo”: in gioventù così come in vecchiaia, la vita riserva momenti di inattesa magia che bisognerebbe saper cogliere accettando il processo di cambiamento continuo.
Stufen
Wie jede Blüte welkt und jede Jugend Dem Alter weicht, blüht jede Lebensstufe, Blüht jede Weisheit auch und jede Tugend Zu ihrer Zeit und darf nicht ewig dauern. Es muß das Herz bei jedem Lebensrufe Bereit zum Abschied sein und Neubeginne, Um sich in Tapferkeit und ohne Trauern In andre, neue Bindungen zu geben. Und jedem Anfang wohnt ein Zauber inne, Der uns beschützt und der uns hilft, zu leben.
Wir sollen heiter Raum um Raum durchschreiten, An keinem wie an einer Heimat hängen, Der Weltgeist will nicht fesseln uns und engen, Er will uns Stuf’ um Stufe heben, weiten. Kaum sind wir heimisch einem Lebenskreise Und traulich eingewohnt, so droht Erschlaffen, Nur wer bereit zu Aufbruch ist und Reise, Mag lähmender Gewöhnung sich entraffen.
Es wird vielleicht auch noch die Todesstunde Uns neuen Räumen jung entgegensenden, Des Lebens Ruf an uns wird niemals enden … Wohlan denn, Herz, nimm Abschied und gesunde!
Con le fredde notti d’ottobre
il mio albero lotta disperato
per la sua verde veste. L’ama, è triste,
nei giorni felici la indossava,
volentieri l’avrebbe conservata.
E ancora una notte, ancora
un duro giorno. L’albero è stanco
e non combatte più, cede le membra tronche
ad un volere ignoto
che infine tutto lo sovrasta.
Ma rossodorato ora sorride
e felice riposa nel profondo azzurro.
Stanco alla morte si è donato
e l’autunno, il tenero autunno
d’un nuovo splendore l’ha adornato.
Baum im Herbst
Noch ringt verzweifelt mit den kalten
Oktobernächten um sein grünes Kleid
Mein Baum. Er liebt’s, ihm ist es leid,
Er trug es fröhliche Monde lang,
Er möchte es gern behalten.
Und wieder eine Nacht, und wieder
Ein rauher Tag. Der Baum wird matt
Und kämpft nicht mehr und gibt die Glieder
Gelöst dem fremden Willen hin,
Bis der ihn ganz bezwungen hat.
Nun aber lacht er golden rot
Und ruht im Blauen tief beglückt.
Da er sich müd dem Sterben bot,
hat ihn der Herbst, der milde Herbst
Zu neuer Herrlichkeit geschmückt.
Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.
Weil ich dich liebe
Weil ich dich liebe, bin ich des Nachts
So wild und flüsternd zu dir gekommen,
Und dass du mich nimmer vergessen kannst,
Hab ich deine Seele mitgenommen.
Sie ist nun bei mir und gehört mir ganz
Im Guten und auch im Bösen;
Von meiner wilden, brennenden Liebe
Kann dich kein Engel erlösen.
Vieni con me, adesso!
Ma senza porvi indugio –
Per sette miglia viaggio
Ad ogni nuovo passo.
Là dietro il colle e il bosco
Sta il mio cavallo rosso.
Vieni! Le briglie afferro –
Vieni nel rosso castello.
Là crescono alberi azzurri
pieni di pomi dorati,
d’argento sono i nostri sogni,
da nessun altro sognati.
Là dormono piaceri rari,
che nessun uomo conosce,
ardenti baci sotto gli allori –
– Vieni per alture e foreste!
Tieniti forte! Le redini prendo,
Il mio cavallo ti rapisce fremendo.
Komm mit!
Komm mit!
Mußt dich aber eilen
Sieben lange Meilen
Mach ich mit jedem Schritt.
Hinter Wald und Hügel
Steht mein rotes Roß.
Komm mit! Ich fasse die Zügel
Komm mit in mein rotes Schloß.
Dort wachsen blaue Bäume
Mit goldenen Äpfeln dran,
Dort träumen wir silberne Träume,
Die kein Mensch sonst träumen kann.
Dort schlummern seltne Genüsse,
Die noch kein Mensch genoß,
Unter Lorbeern purpurne Küsse
– Komm mit über Wald und Hügel!
Halt fest! Ich fasse die Zügel,
Und zitternd entführt dich mein rotes Roß.
Non esiste alcun dovere della vita,
vi è solo il dovere dell’essere felici.
Per questo solo, noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti i comandamenti
difficilmente ci si rende felici l’un l’altro,
perché non si rende felici se stessi.
Se l’uomo può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha in se stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato l’insegnamento,
il solo insegnamento del mondo;
Questo diceva Gesù,
questo diceva Budda,
questo diceva Hegel.
Per ognuno l’unica cosa importante al mondo è:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità di amare.
Se queste sono in ordine
si possono mangiare miglio o dolci,
portare stracci o gioielli.
Allora il mondo risuonerà chiaramente con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine.
Glücklichsein
Es gibt keine Pflichten des Lebens
es gibt nur eine Pflicht des Glücklichseins.
Dazu alleine sind wir auf der Welt,
und mit aller Pflicht
und aller Moral
und allen Geboten
macht man einander selten glücklich,
weil man sich selbst damit nicht glücklich macht.
Wenn der Mensch gut sein kann,
so kann er es nur,
wenn er glücklich ist,
wenn er Harmonie in sich hat,
also wenn er liebt.
Dies war die Lehre,
die einzige Lehre in der Welt,
dies sagte Jesus
dies sagte Buddha
dies sagte Hegel.
Für jeden ist das einzige wichtige auf der Welt
sein eigenes Innerstes
seine Seele
seine Liebesfähigkeit.
Ist die in Ordnung,
so mag man Hirse oder Kuchen essen,
Lumpen oder Juwelen tragen,
dann klang die Welt mit der Seele rein zusammen,
war gut
war in Ordnung
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
An die Melancholie
Zum Wein, zu Freunden bin ich dir entflohn.
Da mir vor deinem dunklen Auge graute,
In Liebesarmen und beim Klang der Laute
Vergaß ich dich, dein ungetreuer Sohn.
Du aber gingest mir verschwiegen nach
Und warst im Wein, den ich verzweifelt zechte,
Warst in der Schwüle meiner Liebesnächte
Und warest noch im Hohn, den ich dir sprach.
Nun kühlst du die erschöpften Glieder mir
Und hast mein Haupt in deinen Schoß genommen,
Da ich von meinen Fahrten heimgekommen:
Denn all mein Irren war ein Weg zu dir.