Brutto affare, Charles Bukowski

vecchio Butch, l’hanno castrato,
le ragazze gli fanno un baffo
adesso.

quando Big Sam ha traslocato
da qui dietro
ho ereditato il grande Butch,
ne ha 70 di anni dei gatti,
vecchio,
castrato,
ma è sempre il gatto più grosso
e cattivo che chiunque
ricordi di avere mai
visto.

per un pelo non mi mangiava
una mano
la mano che lo nutre
un paio di
volte
ma l’ho perdonato,
è castrato
e c’è una parte di
lui
che non lo
accetta.
di notte
lo sento che attacca e
fa scappare gli altri gatti nei
folti cespugli.
Butch è ancora un vecchio gatto
magnifico,
che fa a botte
anche se non le ha più.

che bastardo deve essere stato
quando le aveva
quando era sui 19 o 20 anni
e camminava lentamente per il
suo sentiero
e anche adesso quando lo
guardo
sento ancora il coraggio
e la forza
alla faccia delle bassezze dell’uomo
alla faccia delle divinità scientifiche
umane,
il vecchio Butch
sopravvive
resiste

scrutandomi da quegli
occhi gialli malvagi
incastonati in quella testa
enorme
imbattuta.

(Trad. di Simona Viciani)

bad fix

old Butch, they fixed him
the girls don’t look like much
anymore.

when Big Sam moved out
of the back
I inherited big Butch,
70 as cats go,
old,
fixed,
but still as big and
mean a cat as anybody
ever remembered
seeing.

he’s damn near gnawed
off my hand
the hand that feeds him
a couple of
times
but I’ve forgiven him,
he’s fixed
and there’s something about
him
that doesn’t like
it.
at night
I hear him mauling and
running other cats through
the brush.
Butch, he’s still a magnificent
old cat,
fighting
even without it.

what a bastard he must have been
with it
when he was 19 or 20
walking slowly down
his path
and I even look at him
now
still feel the courage
and the strength
in spite of man’s smallness
in spite of man’s scientific
divinity,
old Butch
retains
endures

peering at me with those
evil yellow eyes
out of that huge
undefeated
head.

__________________________________
Manoscritto del 13 giugno 1978; pubblicato nella raccolta Dangling in Tournefortia, 1981.

Dono, Charles Bukowski

sai,
l’uomo che stava qui dietro ha traslocato
non ce la faceva con l’affitto
così ho ereditato questo
vecchio gatto enorme
grosso come un cane di media taglia
malvagio
occhi gialli
vecchio e furiosamente forte
quando va a segno con una di quelle
zampe
le pareti tremano
si chiama “Butch” e non
va per il sottile
è eccentrico
ha le sue idee fisse
imparata chissà dove
tanto tempo fa.
si fa dei film
tutti suoi
a volte parte
da solo
magari lo sto accarezzando
e poi mi artiglia
imprigionando la mia mano sulla
pancia
con i denti che incidono
il dorso della mano
e mi tiene lì
così
mi graffia l’interno
dei polsi
con le zampe posteriori
con gli artigli
tutti fuori…
lascio la mano lì
finché ha finito
poi
la sollevo
rivoletti di sangue
gocciolano… e lui si limita
a guardarmi.

te lo spedisco
in una scatola da imballaggio
color mandorla naturale
inciderò dei fori così può
respirare

ma sta’ attento quando fai leva sul
coperchio

te lo spedisco espresso
giusto in tempo
per via aerea

apri quella scatola nella
Giornata Nazionale della Poesia.

Gift

you know
the man in back moved out
couldn’t get his rent
so I inherited this
huge old cat
big as an average dog
mean
yellow eyes
old and furiously strong
when he strikes with one of those
paws
the walls shake.
his name is “Butch” and he
doesn’t play around
he’s cranky
has his own set ideas
learned from somewhere
long ago.
he gets on the trip
which is his
sometimes he gets
gone
I’ll be petting him
and then he’ll have me
my hand trapped in his
gut
the teeth will incise into
the top part of my hand
and holding me there
like that
he’ll rip the backs of
my wrists
with his two rear paws
with the claws
fully extended…
I leave my hand there
until he’s finished
then I
lift it away
rivulets of blood
seep… he just
looks at me.

I’ll send him to you
in a whole natural almond
crate
I’ll cut holes so he can
breathe

but beware when you pry off
the lid

I’ll send him to you
just in time
via Air Express

open that crate on
National Poetry Day.

Residuati di guerra, Charles Bukowski

mia moglie è più apprensiva di me
ed eravamo in un negozio
curiosando tra gli articoli quando
mia moglie ha detto: “voglio delle maschere
antigas”.

“maschere antigas?”

“sì, ci sono tutti quei container
nel porto, se li bombardano ci
sarà un mucchio di fiamme e di
gas.”

“non ci avevo mai pensato” ho
detto.

mia moglie ha trovato un commesso ed ecco che
puntuale
ci ha portato alle maschere antigas – affari brutti,
ingombranti
dall’aria stupida.
il commesso ci ha mostrato come
funzionavano.

“ne prendiamo due” ha detto
mia moglie.

siamo andati alla cassa per pagare.

“non avete maschere antigas per gatti?” ha chiesto
mia moglie. “noi abbiamo 5 gatti.”

“gatti?” ha chiesto il commesso.

“sì, cosa faranno i gatti se ci sarà
un’esplosione?”

“signora, i gatti sono diversi da noi, sono
una razza inferiore.”

“penso che i gatti siano migliori di noi”
ho detto.

il commesso mi ha guardato. “non abbiamo
maschere antigas per gatti.”

“accettate la MasterCard?” ho
chiesto.
“sì” ha detto.

il commesso ha preso la carta, l’ha strisciata, ha
compilato
la ricevuta, me l’ha data.

l’ho
firmata.

“lei ha gatti?” gli ha chiesto mia
moglie.

“figli” ha detto.

“i nostri gatti sono i nostri figli” ha detto
mia moglie.

il commesso ha imbustato le maschere, poi me le ha
date.

“avete delle scarpe da ginnastica
numero 45?” ho chiesto.

“no, signore.”

ce ne siamo andati.

e il commesso non
ci ha ringraziato per
il nostro
acquisto.

War surplus

my wife is more apprehensive than I am
and we were in this store,
poking about the items when
mi wife said, “I want some gas
masks.”

“yes, there are all those storage tanks
by the harbor, if they bomb that there is
going to be a mass of flame and
gas.”

“I never thought about that,” I
said.

my wife found a clerk and sure enough he
took us to the gas masks—ugly, unwieldy
dumb-looking things.
the clerk showed us how they
operated.

“we’ll take two,” my wife
said.

we walked to the counter to pay.

“don’t you have gas masks for cats?” my wife
asked, “we have 5 cats.”

“cats?” the clerk asked.

“yes, what will the cats do if there is an
explosion?”

“lady, cats are different than we are, they
are of a lower order.”

“I think cats are better than we are,”
I said.

the clerk looked at me. “we don’t have
gas masks for cats.”

“do you accept MasterCard?” I
asked.
“yes,” he said.

the clerk took my card, ran it through, wrote
up the slip, handed it to me.

I
signed it.

“do you have any cats?” my wife asked
him.

“children,” he said.

“our cats are our children,” my wife
said.

the clerk bagged the masks, handed them to
me.

“don’t you have any size
eleven-and-one-half sneakers?” I asked.

“no, sir.”

we walked out of there.

and the clerk didn’t
thank us for
our
purchase.

__________________________________
Manoscritto del 1990; inserito nella raccolta Slouching Toward Nirvana, 2005.

Una poesia genuina per te, Charles Bukowski

ho due gattini che stanno diventando in fretta
gatti e
dormiamo nello stesso letto – il problema è che
loro sono mattinieri:
sono spesso svegliato da artigli che mi graffiano la
faccia.

loro,
non fanno altro che correre, mangiare, dormire, cagare e
combattere
ma a volte si bloccano e guardano
me
con occhi
molto più belli di qualsiasi occhio umano io abbia mai
visto.
sono bravi ragazzi.

la sera tardi quando bevo e scrivo
stanno qui in giro
per esempio
uno sullo schienale della poltrona e l’altro li giù
a mordicchiarmi gli alluci.
proviamo un genuino interesse reciproco, come sapere
dove siamo noi e dove è tutto il
resto.

poi
saltano fuori
corrono per la stanza
corrono sui fogli dattiloscritti sparsi
lasciandoli spiegazzati e con piccoli buchi sulla
carta.

poi
saltano dentro allo scatolone delle lettere che ricevo dalla
gente
ma non rispondono, gli ho insegnato
bene.

mi aspetto una moltitudine di poesie sui gatti grazie a
loro
e questa è la
prima.

“mio dio” diranno, “Chinaski scrive solo
di gatti!”
“mio dio” dicevano prima, “Chinaski scrive solo
di puttane!”

i lamentosi si lamenteranno e continueranno a
comperare i miei
libri: gli piace proprio come riesco a farli
incazzare.

questa è l’ultima poesia dopo tante poesie
stasera, è
rimasto un bicchiere di vino
e tutti e due i ragazzi
si sono addormentati sopra i miei piedi.
sento il loro peso gentile
il contatto col pelo
percepisco il loro respiro:
le cose belle capitano spesso, ricordatelo
mentre le Bombe rotolano fuori dall’alto della loro
magnifica
stupidità
questi gatti
ai miei piedi,
la sanno più lunga,
sono più
in gamba,
e gli istanti dell’attimo esplodono
smisurati
e un passato fortunato
non potrà mai essere
distrutto.

A nature poem for you

I’ve got these two kittens who are rapidly growing into
cats and
we sleep on the same bed – the problem being that
they are early risers:
I am often awakened by claws running across my
face.Continua a leggere…

5 gatti, Charles Bukowski

gatta A: vecchia nonnetta, denti aguzzi, ne ha viste
troppe, non gliene frega un cazzo della Rivoluzione
Russa o di nessun’altra; di Harry Truman che suona il
piano con Lauren Bacall lì buttata sopra non gliene
frega; è perfida perché sopravvivere a volte è
perfido.

gatto B: un tipo dolce, va d’accordo con tutti gli
altri gatti e gli piace dormire sul mio polpaccio
di notte, gamba sinistra quando sono sulla schiena,
gamba
destra quando sono sulla pancia e
ha sentito Johnny Carson e forse l’ha anche visto
ma come me
non ride mai alle sue
battute.

gatto C: il buffone, bello grosso, occhi enormi, è
marroncino e
bianco, il preferito della clinica dei gatti, lo trovano
simpatico
ma quando esce di notte
si sentono subito urla orribili
nell’oscurità.
ha ucciso uno dei gatti dei vicini, ne ha mutilato
un altro.
rientra con ciuffi di pelo che gli spuntano dalla
bocca, graffi smisurati, sangue rappreso, bubboni,
coda spelacchiata, zampe spelacchiate, si era rotto una
zampa,
è sempre in ospedale, spesso è
fasciato, bende rosse e bianche, se le
toglie, gli ficchiamo pillole antibiotiche in
bocca e cerchiamo di tenerlo in casa di
notte.
non ha mai letto Schopenhauer ma ne tirerebbe fuori
l’ira
di Dio.

gatta D: la madre dei gatti B e C.
e tutti i gatti le corrono dietro tranne B.
anche il gatto E lo fa ma non ti ho ancora parlato del
gatto
E.
mi stai seguendo?
comunque, la gatta D è quella che riceve più affetto da
noi,
ha un’esistenza maledetta, non fa altro che nascondersi
e nascondersi
e leccarsi le ferite dolorose.
se potesse leggere probabilmente si illuminerebbe con le
sorelle
Brontë.

gatto E: si è presentato alla porta un
giorno, tutto nero, felino perfetto, ogni suo movimento
scivola nello spazio senza attrito, è il
leopardo, i suoi occhi gialli ti guardano e dicono:
uccidere o essere ucciso, è vecchio di secoli, gli altri
gatti gli stanno alla larga, incluso il grande
combattente: C.
è per i suoi OCCHI, non sanno come gestire quegli
OCCHI.
non verrà mai domato
eppure si lascia prendere, accarezzare, rimettere
giù, ti segue per qualche minuto, facendo le fusa:
ti sta ringraziando per non averlo
ammazzato.
farebbe cagare sotto Charles Manson
e se dovesse scegliere cose di quel tipo
in un momento più mite
probabilmente sceglierebbe
Céline.

comunque tutti questi strani campioni di vita
ci dimostrano quanto siamo soli
per sempre e allo
stesso tempo
mai.

ciononostante, per tutte quelle lattine di
tonno
A, B, C, D ed E
continuano a farci trottare al
supermercato

dove i commessi sono
anche loro tutti
diversi.

5 cats

cat A: old granny, pointed teeth, she’s seen too
much, she doesn’t give a damn about the Russian
Revolution or any others; Harry Truman playng the
piano with Lauren Bacall plopped thereupon doesn’t
matter; she’s mean because to survive is sometimes
mean.Continua a leggere…

Il mio gatto lo scrittore, Charles Bukowski

mentre sto seduto davanti alla mia
macchina da scrivere
il mio gatto Ting sta seduto dietro di
me
sullo schienale della
poltrona.

adesso mentre scrivo a macchina questo
lui
salta su un cassetto
aperto
e poi si piazza sulla
scrivania.

adesso ha il naso sopra a questo
foglio
e mi osserva mentre
scrivo.

poi si sposta si
avvicina
e ficca il naso in
una
tazza di caffè.

adesso
è tornato con la testa sopra a questo foglio di
carta.
pianta
la zampa sul
nastro.

batto
un tasto e
schizza via.

adesso
se ne sta lì fermo e mi guarda
scrivere.

ho spostato bicchiere di vino e
bottiglia
dall’altra parte
della
macchina da scrivere.

la radio trasmette brutta
musica
per pianoforte.

Ting se ne sta lì fermo e guarda la
macchina da
scrivere.

credi che voglia fare
lo
scrittore?
o che lo sia stato nel
passato?

io
non amo le poesie tenere sui
gatti
ma ne ho scritta una
comunque.

adesso
c’è una mosca qui
in giro
e Ting osserva ogni sua
mossa.

sono le 23.45 e
sono
ubriaco…

senti, rilassati, hai letto
poesie
peggiori di
questa…

e io le ho
scritte.

My cat, the writer

as I sit in front of this
machine
my cat Ting sits behind
me
on the back of my
chair.Continua a leggere…

Chi porta il collare in casa, Charles Bukowski

vivo con una signora e quattro gatti
e certi giorni andiamo tutti
d’accordo.

certi giorni ho qualche problema con
uno dei
gatti.

altri giorni ho qualche problema con
due dei
gatti.

altri giorni,
con tre.

certi giorni ho problemi con
tutti e quattro i
gatti

e con la
signora:

dieci occhi che mi guardano
come fossi un cane.

wearing the collar

I live with a lady and four cats
and some days we all get
along.

some days I have trouble with
one of the
cats.

other days I have trouble with
two of the
cats.

other days,
three.

some days I have trouble with
all four of the
cats

and the
lady:

ten eyes looking at me
as if I were a dog.

La bontà non comune di salvare dalla sofferenza, Charles Bukowski

un tempo era molto magro e nervoso
come un musicista morto di fame
l’ho nutrito per bene
e lui è ingrassato
quanto un petroliere del Texas e non è più così
nervoso
ma sempre
strambo.

addormentato a letto mi sveglio
e il suo naso tocca il mio
naso e quel paio
di occhi gialli bellissimi
SI RIVERSANO
in ciò che è rimasto della mia anima
e poi gli dico
vai giù, bastardo!
porta il tuo naso lontano dal mio
naso!
facendo le fusa come un ragno pieno di
mosche si allontana un
po’.

ero nella vasca ieri
e lui è entrato zampettando
cauto sollevando le zampe
coda guizzante
e io sono lì dentro
che fumo un sigaro e leggo il
NEW YORKER
e lui si arrampica sull’orlo della
vasca
in equilibrio sulla ceramica scivolosa
curva
e gli ho detto,
signorino, tu sei un gatto e ai gatti
non piace l’acqua.
ma ha fatto il giro fino ai rubinetti
e ci si è aggrappato con le sue zampe nere
e stava appeso
a testa in giù
ad annusare l’acqua e l’acqua era
BOLLENTE e ha cominciato a berla
la lingua rossa sottile
timida e miracolosa
che si immergeva nell’acqua bollente
e continuava ad annusare
chiedendosi cosa ci facevo lì dentro
che cosa ci trovavo di così bello
e poi quello sciocco grasso bianco gatto
ci è caduto dentro! –
siamo tutti schizzati fuori di lì
bagnati e velocissimi;
io, gatto, sigaro e NEW YORKER
sputando, urlando, spruzzando, fradici
e mia moglie è corsa dentro:
DIO MIO! COS’E’ SUCCESSO? COS’E’
SUCCESSO?
ho parlato dall’alto del mio sigaro mezzo sciolto:
un uomo non può avere un po’ di privacy
neanche nella sua vasca da bagno, ecco cos’è
successo!
si è limitata a ridere di noi
e il gatto non era neanche arrabbiato
era sempre bagnato e grasso
eccetto la coda
che adesso sembrava sottile quasi come quella di un
ratto e molto triste e
ha cominciato a
leccarsi.
io ho usato una salvietta,
poi sono andato in camera
mi sono buttato sul letto
e ho cercato di ritrovare il segno nella
rivista.

ma il buon umore se ne era andato
ho chiuso la rivista
e ho fissato il soffitto
lassù dove Dio dovrebbe
essere
poi l’ho sentito:
MIAOOO!

il prossimo gatto randagio che arriva alla mia porta
rimarrà
randagio.

The devious good of rescuing the suffering

once very thin and nervous
like a starving musicianContinua a leggere…

Il non plus ultra, Charles Bukowski

i randagi continuano ad arrivare: adesso abbiamo 5
gatti e sono lunatici, scostanti,
vanitosi naturalmente intelligenti e straordinariamente
belli.

una delle cose migliori dei gatti è
che quando ti senti male, proprio male –
se ti metti a guardare un gatto con quel modo scazzato
come fanno loro
è una lezione sul perseverare contro
le avversità, e
se puoi ossservare 5 gatti è 5
volte meglio.

non importano le dozzine di scatole di tonno
del supermercato: è benzina per
la loro dignità intatta – una splendida
elegante energia
POSITIVA
specialmente quando tutto diventa
esagerato: questo eccessivo rimuginare sulle
faccende degli
umani.

Exactly fine

the strays keep arriving: now we have 5
cats and they are tenuous, flighty,
conceited, naturally bright and awesomely
beautiful.

one of the finest things about cats is
that when you’re feeling bad, very bad –
if you just look at a cat cooling it
the way they do
it’s a lesson in persevering against
the odds, and
if you can look 5 cats that’s 5
times better.

no matter the dozens of cans of tuna
from the supermarket: it’s fuel for
an untapped dignity – a splendid
sleek energy of
YEA
especially when it all becomes too
much: this over-thought upon the
happenings of
humans.

Il tordo sbeffeggiatore, Charles Bukowski

il tordo sbeffeggiatore ha seguito il gatto
tutta estate
sbeffeggiando sbeffeggiando sbeffeggiando
facendogli il verso sicuro di sè;
il gatto si acquattava sotto le sedie a dondolo nei portici
coda imbizzarrita
e diceva qualcosa da incazzato al tordo sbeffeggiatore
che io non capivo.

ieri il gatto camminava tranquillo per il vialetto
con il tordo vivo in bocca,
ali piegate in giù, quelle bellissime ali piegate e
penzolanti,
piume aperte come le gambe di una donna,
e l’uccello non sbeffeggiava più,
chiedeva, supplicava
ma il gatto
che zampettava fiero attraverso i secoli
non lo ascoltava.

l’ho visto accovacciarsi sotto una macchina gialla
con l’uccello
per traghettarlo un un altro posto.

l’estate era finita.

The mockingbird

the mockingbird had been following the cat
all summer
mocking mocking mocking
teasing and cocksure;
the cat crawled under rockers on porches
tail flashing
and said something angry to the mockingbird
which I didn’t understand.

yesterday the cat walked calmly up the driveway
with the mockingbird alive in its mouth,
wings fanned, beautiful wings fanned and flopping,
feathers parted like a woman’s legs,
and the bird was no longer mocking,
it was asking, it was praying
but the cat
striding down through centuries
would not listen.

I saw it crawl under a yellow car
with the bird
to bargain it to another place.

summer was over.