Destino, da “José Saramago, Le poesie” (2002), José Saramago

Traccio un solco per terra in riva al mare:
e la marea non tarda che lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e tocca alla poesia
al viavai della marea, al vien-vieni della morte.

(Traduzione di Fernanda Toriello)

Destino

Risco no chão um traço, à beira água:
Não tarda que a maré o deixe raso.
Tal e qual o poema. É comum sorte
Que areias e poemas tanto valham
Ao vaivém da maré, vem-vem da morte.

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Teodor Currentzis – Mozart’s Requiem: 3. Dies IraeConcert recorded at Felsenreitschule (Salzburg, Austria), on July 23, 2017

Il mio amore è la vita, da “Gli amorosi incanti” (2010), Sara Teasdale

Poiché scampo non c’è, poiché alla fine
sarà ridotto in cenere il mio corpo,
questa mano che ho amato come ho amato un amico,
questo corpo che ho teso in gioia e in pena;
poiché scampo non c’è per me nemmeno
che amo la vita con soverchio ardore –
gli orti odorosi nella pioggia, il mare
senza preghiere ore silenti e sole –
se mi attende la tenebra, più ancora
lasciami scivolare come a riva
la risacca ondosa, ma cantando
con l’ultimo respiro – in queste poche
ore di luce rialzerò la testa;
il mio amore è la vita – ai morti sfuggirò,
se di beffar la morte esiste il modo.

(Traduzione di Silvio Raffo)

“Since There Is No Escape”

Since there is no escape, since at the end
My body will be utterly destroyed,
This hand I love as I have loved a friend,
This body I tended, wept with and enjoyed;
Since there is no escape even for me
Who love life with a love too sharp to bear:
The scent of orchards in the rain, the sea
And hours alone too still and sure for prayer—
Since darkness waits for me, then all the more
Let me go down as waves sweep to the shore
In pride, and let me sing with my last breath;
In these few hours of light I lift my head;
Life is my lover—I shall leave the dead
If there is any way to baffle death.

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Alexandre Kantorow : Saint-Saëns, Danse macabre op.40

Le pianiste Alexandre Kantorow est nommé dans la catégorie “Révélation, Soliste instrumental” des Victoires de la Musique Classique 2019. Il interprète la Danse macabre op. 40 de Camille Saint-Saëns dans l’arrangement de Liszt / Horowitz.

Debiti, da “Gli amorosi incanti” (2010), Sara Teasdale

Poiché la mia anima ancora
s’appaga del puro respiro
e oppone i suoi frutti superbi
alla morte tenebrosa –
finché sono ancora curiosa
di successo, e d’amore,
finché so innalzare il mio cuore
ben oltre le insidie degli anni –
maledire il destino
non avrebbe un perché:
son io che devo qualcosa alla vita,
non certo lei a me.

(Traduzione di Silvio Raffo)

Debtor

So long as my spirit still
Is glad of breath
And lifts its plumes of pride
In the dark face of death;
While I am curious still
Of love and fame,
Keeping my heart too high
For the years to tame,
How can I quarrel with fate
Since I can see
I am a debtor to life,
Not life to me?

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Alice Sara Ott – Grieg: To Spring (Lyric Pieces Book III), Wonderland

Funerale, da “Gente sul ponte” (1986), Wislawa Szymborska

“così all’improvviso chi poteva pensarlo”
“lo stress e le sigarette, io glie lo dicevo”
“così così, grazie”
“scarta quei fiori”
“anche per il fratello fu il cuore, dev’essere di famiglia”
“con questa barba non l’avrei mai riconosciuto”
“se l’è voluto, era un impiccione”
“doveva parlare quello nuovo, ma non lo vedo”
“Kazek è a Varsavia, Tadek all’estero”
“tu sola hai avuto la buona idea di prendere l’ombrello”
“era il più in gamba di tutti, e a che gli è servito?”
“è una stanza di passaggio, Baska non la vorrà”
“certo, aveva ragione, ma non è un buon motivo”
“con la verniciatura delle portiere, indovina quanto”
“due tuorli, un cucchiaio di zucchero”
“non erano affari suoi che bisogno aveva”
“soltanto azzurre e solo numeri piccoli”
“cinque volte, mai una risposta”
“d’accordo, avrei potuto, ma anche tu potevi”
“meno male che almeno lei aveva quel piccolo impiego”
“bè, non so, probabilmente parenti”
“il prete è un vero Belmondo”
“non ero mai stata in questa parte del cimitero”
“l’ho sognato la settimana scorsa, un presentimento”
“niente male la figliola”
“ci aspetta tutti la stessa fine”
“le mie condoglianze alla vedova, devo fare in tempo a”
“però in latino era più solenne”
“è la vita”
“arrivederla, signora”
“e se ci bevessimo una birra da qualche parte”
“telefonami, ne parleremo”
“con il quattro o con il dodici”
“io vado per di là”
“noi per di qua”

(Traduzione di Pietro Marchesani)

Una giocosità linguistica elegante in questa poesia che consiste semplicemente in una serie di frasi strappate dalla conversazione tra le persone durante un funerale.
Lo stato d’animo del lutto, la rinnovata consapevolezza della mortalità, le parole di commiserazione attese in un funerale ci sono, ma sono mescolate a banali frammenti di conversazione. Anche in un’occasione così dolorosa e cupa la vita va avanti.

Funeral

“so suddenly, who would’ve expected it”
“stress and cigarettes, I told him”
“not bad, thank you”
“unwrap these flowers”
“his brother’s heart did him in too, must run in the family”
“I wouldn’t have recognized you with that beard”
“it’s his own fault, he was always getting himself into something”
“that new guy was supposed to speak. I don’t see him anywhere”
“Kazek is in Warsaw, Tadek went abroad”
“you were the only one with enough sense to bring an umbrella”
“so what that he was the most talented of them all”
“it’s a walk-through room, Baska won’t go for it”
“sure he was right, but that still isn’t really the reason”
“and a paint job on both doors, guess how much”
“two egg yolks, one tablespoon sugars”
“it was none of his business, why did he mess with it”
“only in blue, and in small sizes”
“five times with no answer”
“all right, I could have done it, but so could you have”
“good thing she had that part-time job”
“I don’t know, maybe the relatives”
“the priest is a veritable Belmondo”
“I’ve never been to this part of the cemetery”
“I dreamed about him last week, something struck me”
“the daughter’s not bad-looking”
“it happens to all of us”
“give my best to the widow, I have to make it to”
“it sounded much more solemn in Latin”
“it came and went”
“good-bye Ma’am”
“let’s go grab a beer somewhere”
“call me, we’ll talk”
“either No. 4 or 12”
“I’m going this way”
“we’re not”

(Translated from Polish by Joanna Maria Trzeciak)

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Teodor Currentzis | Patricia Kopatchinskaja | Dowland: Weep you no more, sad fountains | SWR Symphonieorchester

Farewell, da “Todo el amor. Antologia personale” (1997), Pablo Neruda

1
Dal fondo di te, e inginocchiato,
un bimbo triste, come me, ci guarda.
Per quella vita che arderà nelle sue vene
dovrebbero legarsi le nostre vite.
Per quelle mani, figlie delle tue mani,
dovrebbero uccidere le mie mani.
Per quegli occhi aperti sulla terra
vedrò un giorno lacrime nei tuoi.
2
Io non voglio, Amata.
Perché nulla ci leghi
che nulla ci unisca.
Né la parola che profumo’ la tua bocca,
né ciò che non dissero le parole.
Né la festa d’amore che non avemmo,
ne i tuoi singhiozzi presso la finestra.
3
(Amo l’amore dei marinai
che baciano e se ne vanno.
Lasciano una promessa.
Non tornano mai più.
In ogni porto una donna attende:
i marinai baciano e se ne vanno.
Una notte si coricano con la morte
nel letto del mare.)
4
Amo l’amore che si distribuisce
in baci, letto e pane.
Amore che puo’ essere eterno
e può essere fugace.
Amore che vuol liberarsi
per tornare ad amare.
Amore divinizzato, che s’avvicina.
Amore divinizzato che se ne va.
5.
Più non s’incanteranno i miei occhi nei tuoi occhi,
più’ non s’addolcirà vicino a te il mio dolore.
Ma dove andrò porterò il il tuo sguardo
e dove camminerai porterai il mio dolore.

Fui tuo, fosti mia. Che più? Insieme facemmo
un angolo nella strada dove l’amore passò.
Fui tuo fosti mia. Tu sarai di colui che t’amerà,
di colui che taglierà nel tuo orto ciò che ho seminato io.
Me ne vado. Sono triste: ma sempre sono triste.
Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado.
… Dal tuo cuore un bimbo mi dice addio.
E io gli dico addio.

(Traduzione di Giuseppe Bellini)

Farewell

1

Desde el fondo de ti, y arrodillado,
un niño triste, como yo, nos mira.

Por esa vida que arderá en sus venas
tendrían que amarrarse nuestras vidas.

Por esas manos, hijas de tus manos,
tendrían que matar las manos mías.

Por sus ojos abiertos en la tierra
veré en los tuyos lágrimas un día.

2

Yo no lo quiero, Amada.

Para que nada nos amarre
que no nos una nada.

Ni la palabra que aromó tu boca,
ni lo que no dijeron las palabras.

Ni la fiesta de amor que no tuvimos,
ni tus sollozos junto a la ventana.

3

(Amo el amor de los marineros
que besan y se van.
Dejan una promesa.
No vuelven nunca más.

En cada puerto una mujer espera:
los marineros besan y se van.

Una noche se acuestan con la muerte
en el lecho del mar).

4

Amor el amor que se reparte
en besos, lecho y pan.

Amor que puede ser eterno
y puede ser fugaz.

Amor que quiere libertarse
para volver a amar.

Amor divinizado que se acerca
Amor divinizado que se va.

5

Ya no se encantarán mis ojos en tus ojos,
ya no se endulzará junto a ti mi dolor.

Pero hacia donde vaya llevaré tu mirada
y hacia donde camines llevarás mi dolor.

Fui tuyo, fuiste mía. Qué más? Juntos hicimos
un recodo en la ruta donde el amor pasó.

Fui tuyo, fuiste mía. Tú serás del que te ame,
del que corte en tu huerto lo que he sembrado yo.

Yo me voy. Estoy triste: pero siempre estoy triste.
Vengo desde tus brazos. No sé hacia dónde voy.

…Desde tu corazón me dice adiós un niño.
Y yo le digo adiós.

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Coldplay – Gravity (Video HD)

Lavoro con l’amara e fragile… da “Obscuro dominio” (1971), Eugénio de Andrade

Lavoro con l’amara e fragile
materia dell’aria
e conosco una canzone
per ingannare la morte —
cosí vagando vado verso il mare.

(Traduzione di Emma Scoles)

Trabalho com a frágil e amarga

Trabalho com a frágil e amarga
materia do ar
e sei uma cançâo para engañar a morte —
assim errando vou a caminho do mar.

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Maksim and his Band playing “Croatian Rhapsody” at Vatroslav Lisinski Concert Hall in Zagreb 2016

La morte è la curva della strada, Fernando Pessoa

La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, odo il tuo passo
esistere come io esisto.

La terra è fatta di cielo.
La menzogna non ha nido.
Mai nessuno s’è perduto.
Tutto è verità e cammino.

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

A morte é a curva da estrada

A morte é a curva da estrada,
Morrer é só não ser visto.
Se escuto, eu te oiço a passada
Existir como eu existo.

A terra é feita de céu.
A mentira não tem ninho.
Nunca ninguém se perdeu.
Tudo é verdade e caminho.

Death is a bend in the road

Death is a bend in the road,
To die is to slip out of view.
If I listen, I hear your steps
Existing as I exist.

The earth is made of heaven.
Error has no nest.
No one has ever been lost.
All is truth and way.

(Translation by Richard Zenith
in A Little Larger Than the Entire Universe, Penguin, 2006)

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“La danse macabre” de Camille Saint-Saëns (Les Clefs de l’orchestre de Jean-François Zygel avec l’Orchestre Philharmonique de Radio France)

Il volo, da “Gli amorosi incanti” (2010), Sara Teasdale

Due aquile noi siamo,
insieme sopra i cieli
sopra i monti
voliamo.
Le ali tese al vento,
il sole ci rincuora.
La neve il nostro sguardo
offusca lentamente
e un vortice di nuvole
ci segue evanescente.

Due aquile noi siamo,
ma se verrà la Morte
umani e rassegnati
insieme noi vorremmo
andarcene appagati.
Che né l’uno né l’altro resti solo –
questa fine abbia il volo,
così si estingua il fuoco,
così il libro si chiuda.

(Traduzione di Silvio Raffo)

The Flight

We are two eagles
Flying together
Under the heavens,
Over the mountains,
Stretched on the wind.
Sunlight heartens us,
Blind snow baffles us,
Clouds wheel after us
Ravelled and thinned.

We are like eagles,
But when Death harries us,
Human and humbled
When one of us goes,
Let the other follow,
Let the flight be ended,
Let the fire blacken,
Let the book close.

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Maksim’s video “Ballet Moderne”, featuring Yasmine Naghdi and the Girl Band Storm

Nessun uomo è un’isola, John Donne

Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.

Da Meditazione XVII
in “Devozioni per occasioni d’emergenza”  Editori Riuniti, Roma, 1994

No Man is an Island

“No man is an island, entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main. If a clod be washed away by the sea, Europe is the less, as well as if a promontory were, as well as if a manor of thy friend’s or of thine own were; any man’s death diminishes me, because I am involved in mankind; and therefore never send to know for whom the bells tolls; it tolls for thee.”

Quando la morte viene, Mary Oliver

Quando la morte viene
come l’orso affamato in autunno;
quando la morte viene e tira fuori dal suo borsellino
tutte le monete scintillanti
per comprarmi, e chiude il borsellino di scatto;
quando la morte viene
come una pestilenza di morbillo;
quando la morte viene
come un iceberg fra le scapole,
io voglio affacciarmi alla porta piena di curiosità, domandandomi:
come sarà mai, quel cottage d’oscurità?

E perciò guardo ogni cosa
come una fratellanza e una sorellanza,
e vedo il tempo come nient’altro che un’idea,
e considero l’eternità un’altra possibilità,
e penso ad ogni vita come a un fiore, comune
come una margherita dei campi, e altrettanto singolare,
e ad ogni nome come a una piacevole musica in bocca,
che tende, perché tutta la musica lo fa, verso il silenzio,
e ad ogni corpo come a un leone di coraggio, e a qualcosa
di prezioso per la terra.
Quando sarà finita, voglio dire: per tutta la vita
sono stata una sposa maritata alla meraviglia.
Sono stata lo sposo, e ho preso il mondo fra le mie braccia.
Quando sarà finita, non voglio chiedermi
se ho fatto della mia vita qualcosa di particolare e di vero.
Non voglio trovarmi a sospirare, e spaventata,
e piena di recriminazioni.
Non voglio finire avendo semplicemente visitato questo mondo.

(Traduzione di Maria G. Di Rienzo)

When Death Comes

When death comes
like the hungry bear in autumn;
when death comes and takes all the bright coins from his purse

to buy me, and snaps the purse shut;
when death comes
like the measle-pox

when death comes
like an iceberg between the shoulder blades,

I want to step through the door full of curiosity, wondering:
what is it going to be like, that cottage of darkness?

And therefore I look upon everything
as a brotherhood and a sisterhood,
and I look upon time as no more than an idea,
and I consider eternity as another possibility,

and I think of each life as a flower, as common
as a field daisy, and as singular,

and each name a comfortable music in the mouth,
tending, as all music does, toward silence,

and each body a lion of courage, and something
precious to the earth.

When it’s over, I want to say all my life
I was a bride married to amazement.
I was the bridegroom, taking the world into my arms.

When it’s over, I don’t want to wonder
if I have made of my life something particular, and real.

I don’t want to find myself sighing and frightened,
or full of argument.

I don’t want to end up simply having visited this world.