Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?, da “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister”, Johann Wolfgang von Goethe

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro,
Una brezza lieve dal cielo azzurro spira,
Il mirto è immobile, alto è l’alloro!
Lo conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O amato mio, con te vorrei andare!

Conosci tu la casa? Sulle colonne il tetto posa,
La grande sala splende, scintillano le stanze,
Alte mi guardano le marmoree effigi:
Che ti hanno fatto, o mia povera bambina?
La conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O mio protettore, con te vorrei andare.

Conosci tu il monte e l’impervio sentiero?
Il mulo nella nebbia cerca la sua strada,
Nelle grotte s’annida l’antica stirpe dei draghi,
La roccia precipita e sopra lei l’ondata:
Lo conosci?
Laggiù! Laggiù,
Porta la nostra strada, andiamo o padre mio!

(Traduzione di A. Rho e E. Castellani)

Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn

Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunkeln Laub die Goldorangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht?
Kennst du es wohl? Dahin!
Dahin möcht’ ich mit dir,
O mein Geliebter, ziehn.

Kennst du das Haus? Auf Säulen ruht sein Dach,
Es glänzt der Saal, es schimmert das Gemach,
Und Marmorbilder stehn und sehn mich an:
Was hat man dir, du armes Kind, getan?
Kennst du es wohl? Dahin!
Dahin möcht’ ich mit dir,
O mein Beschützer, ziehn.

Kennst du den Berg und seinen Wolkensteg?
Das Maultier such im Nebel seinen Weg,
In Höhlen wohnt der Drachen alte Brut;
Es stürzt der Fels und über ihn die Flut.
Kennst du ihn wohl? Dahin!
Dahin geht unser Weg!
O Vater, laß uns ziehn!

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Questo breve canto contenuto nel romanzo “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister” è pronunciato da Mignon, la ragazzina che Wilhelm incontra in un gruppo di danzatori di strada e decide di prendere sotto la sua protezione. Mignon, di origini italiane, ricorda con nostalgia il suo Paese.
Goethe in Italia: un viaggio per rinascere

2 pensieri su “Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?, da “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister”, Johann Wolfgang von Goethe

  1. I LIMONI, Eugenio Montale

    Ascoltami, i poeti laureati
    si muovono soltanto fra le piante
    dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
    lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
    fossi dove in pozzanghere
    mezzo seccate agguantano i ragazzi
    qualche sparuta anguilla:
    le viuzze che seguono i ciglioni,
    discendono tra i ciuffi delle canne
    e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

    Meglio se le gazzarre degli uccelli
    si spengono inghiottite dall’azzurro:
    più chiaro si ascolta il susurro
    dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
    e i sensi di quest’odore
    che non sa staccarsi da terra
    e piove in petto una dolcezza inquieta.
    Qui delle divertite passioni
    per miracolo tace la guerra,
    qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
    ed è l’odore dei limoni.

    Vedi, in questi silenzi in cui le cose
    s’abbandonano e sembrano vicine
    a tradire il loro ultimo segreto,
    talora ci si aspetta
    di scoprire uno sbaglio di Natura,
    il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
    il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
    nel mezzo di una verità.
    Lo sguardo fruga d’intorno,
    la mente indaga accorda disunisce
    nel profumo che dilaga
    quando il giorno piú languisce.
    Sono i silenzi in cui si vede
    in ogni ombra umana che si allontana
    qualche disturbata Divinità.

    Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
    nelle città rurnorose dove l’azzurro si mostra
    soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
    La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
    il tedio dell’inverno sulle case,
    la luce si fa avara – amara l’anima.
    Quando un giorno da un malchiuso portone
    tra gli alberi di una corte
    ci si mostrano i gialli dei limoni;
    e il gelo dei cuore si sfa,
    e in petto ci scrosciano
    le loro canzoni
    le trombe d’oro della solarità

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