Ho lasciato tutto per te, da “Roma, pericolo per i viandanti” (2000), Rafael Alberti

Lasciai per te i miei boschi, la tradita
fila d’ alberi, i cani vigilanti,
e gli anni dell’ esilio più importanti
fino a quasi l’ inverno della vita.

Lasciai un sussulto, lasciai un tremolio,
un fulgore di fuochi non smorzati,
e l’ ombra mia lasciai nei disperati
occhi che sanguinavano all’addio.

Lasciai colombe tristi accanto al rio,
cavalli sotto il sole delle arene,
senza odore del mar, senza vederti.

Lasciai per te tutto ciò che era mio.
Dammi tu, Roma, in cambio delle pene
tutto ciò che ho lasciato per averti.

(Traduzione di Vittorio Bodini)

Lo que dejé por ti

Dejé por ti mis bosques, mi perdida
arboleda, mis perros desvelados,
mis capitales años desterrados
hasta casi el invierno de la vida.

Dejé un temblor, dejé una sacudida,
un resplandor de fuegos no apagados,
dejé mi sombra en los desesperados
ojos sangrantes de la despedida.

Dejé palomas tristes junto a un río,
caballos sobre el sol de las arenas,
dejé de oler la mar, dejé de verte.

Dejé por ti todo lo que era mío.
Dame tú, Roma, a cambio de mis penas,
tanto como dejé para tenerte.

Le fabbriche, le prigioni… da “Sui gatti” (2015), Charles Bukowski

Le fabbriche, le prigioni, le notti e i giorni ubriachi, gli ospedali mi hanno rammollito e sbatacchiato come un topo in bocca a un gatto frenetico: la vita.

(Traduzione di Simona Viciani)

The factories, the jails, the drunken days and nights, the hospitals have weakened and shaken me like a mouse in the mouth of a hip-cat: life.

Charles Bukowski: On Cats

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Stralcio di lettera di inizio agosto 1965 scritta a Jim Roman; mai pubblicato.