Scintilla, Charles Bukowski

Mi hanno sempre irritato tutti gli anni, le ore i
minuti che gli ho regalato lavorando come un mulo,
mi ha fatto seriamente male alla testa,
mi ha fatto male dentro, mi ha stordito
e mi ha fatto diventare pazzo – non riuscivo ad accettare
questi miei anni assassinati
eppure i miei compagni di lavoro non davano segni di
agonia, anzi molti di loro sembravano addirittura soddisfatti,
e vederli così mi faceva impazzire quasi quanto
quel lavoro monotono e insensato.

I lavoratori sottostavano,
il lavoro li annientava, venivano
raccolti col cucchiaino e buttati via.

Mi irritava ogni minuto, ogni minuto mentre veniva
mutilato
e nulla alleviava la noia.

Ho valutato l’ipotesi del suicidio.
Mi sono bevuto le poche ore di libertà.

Ho lavorato per decenni.

Ho vissuto con la peggiore specie di donne,
e loro hanno ucciso
quello che il lavoro non era riuscito ad uccidere.

Sapevo che stavo morendo.
Qualcosa dentro mi diceva: continua così, muori, spegniti,
diventa come loro, accettalo.
E poi qualcos’altro dentro diceva: no, salva un pezzetto
minuscolo.
Non importa che sia molto, basta solo una scintilla.
Una scintilla può incendiare un’intera
foresta.
Solo una scintilla.
Salvala.

Penso di esserci riuscito.
Sono fiero di esserci riuscito.
Che stramaledetta
fortuna.

Spark

I always resented all the years, the hours, the
minutes I gave them as a working stiff, it
actually hurt my head, my insides, it made me
dizzy and a bit crazy — I couldn’t understand the
murdering of my years
yet my fellow workers gave no signs of
agony, many of them even seemed satisfied, and
seeing them that way drove me almost as crazy as
the dull and senseless work.

the workers submitted.
the work pounded them to nothingness, they were
scooped-out and thrown away.

I resented each minute, every minute as it was
mutilated
and nothing relieved the monotonous ever-
structure.

I considered suicide.
I drank away my few leisure hours.

I worked for decades.

I lived with the worst of women, they killed what
the job failed to kill.

I knew that I was dying.
something in me said, go ahead, die, sleep, become
them, accept.

then something else in me said, no, save the tiniest
bit.
it needn’t be much, just a spark.
a spark can set a whole forest on
fire.
just a spark.
save it.

I think I did.
I’m glad I did.
what a lucky god damned
thing.

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