Un cambiamento nell’aspetto delle colline – Una luce Rossastra riempie il villaggio – Una più vasta aurora al mattino – Un più profondo crepuscolo sul prato – Un’impronta di un piede vermiglio – Un purpureo dito sul pendio – Un’impertinente mosca sul vetro – Un ragno di nuovo al lavoro – Un incedere più impettito del Gallo – Un’attesa di fiori dappertutto – Un’ascia canta stridula nei boschi – Odori di felce su strade non battute – Tutto questo e altro che non so descrivere – Uno sguardo furtivo ben conosciuto – E il Mistero di Nicodemo Riscuote la sua replica annuale!
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
An altered look about the hills —
An altered look about the hills — A Tyrian light the village fills — A wider sunrise in the morn — A deeper twilight on the lawn — A print of a vermillion foot — A purple finger on the slope — A flippant fly upon the pane — A spider at his trade again — An added strut in Chanticleer — A flower expected everywhere — An axe shrill singing in the woods — Fern odors on untravelled roads — All this and more I cannot tell — A furtive look you know as well — And Nicodemus’ Mystery Receives its annual reply!
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Vivaldi Four Seasons Spring (adapted by Economou for 4 pianos)– Yuja Wang, Emanuel Ax, Nelson Goerner, Julien Quentin– Recorded at the Salle Médran (Verbier, Switzerland), on 2009
Come ogni fior languisce e giovinezza cede a vecchiaia, anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna. Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire e a ricominciare, per offrirsi sereno e valoroso ad altri nuovi vincoli e legami. Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi, senza fermare in alcun d’essi il piede, lo spirito universal non vuol legarci, ma su di grado in grado sollevarci. Appena ci avvezziamo ad una sede rischiamo d’infiacchire nell’ignavia: sol chi è disposto a muoversi e partire vince della consuetudine la paralisi.
Forse il momento stesso della morte ci farà andare incontro a nuovi spazi: della vita il richiamo non ha fine…. Su, cuore mio, congedati e guarisci…
“Stufen” è stata scritta da Hermann Hesse dopo una lunga malattia nel maggio del 1941, è una poesia carica di ottimismo, un inno alla possibilità dell’uomo di continuare a migliorarsi, a crescere “gradino dopo gradino”. Avere curiosità verso il “nuovo”: in gioventù così come in vecchiaia, la vita riserva momenti di inattesa magia che bisognerebbe saper cogliere accettando il processo di cambiamento continuo.
Stufen
Wie jede Blüte welkt und jede Jugend Dem Alter weicht, blüht jede Lebensstufe, Blüht jede Weisheit auch und jede Tugend Zu ihrer Zeit und darf nicht ewig dauern. Es muß das Herz bei jedem Lebensrufe Bereit zum Abschied sein und Neubeginne, Um sich in Tapferkeit und ohne Trauern In andre, neue Bindungen zu geben. Und jedem Anfang wohnt ein Zauber inne, Der uns beschützt und der uns hilft, zu leben.
Wir sollen heiter Raum um Raum durchschreiten, An keinem wie an einer Heimat hängen, Der Weltgeist will nicht fesseln uns und engen, Er will uns Stuf’ um Stufe heben, weiten. Kaum sind wir heimisch einem Lebenskreise Und traulich eingewohnt, so droht Erschlaffen, Nur wer bereit zu Aufbruch ist und Reise, Mag lähmender Gewöhnung sich entraffen.
Es wird vielleicht auch noch die Todesstunde Uns neuen Räumen jung entgegensenden, Des Lebens Ruf an uns wird niemals enden … Wohlan denn, Herz, nimm Abschied und gesunde!
La Grazia – che Io – non potei ottenere – Concedi al Mio fiore – Non altro che il rifrangersi di un Volto – Perché Io – vivo in Lui –
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
Nota del traduttore: Probabilmente accompagnava un fiore, che porta con sé molto di più di quanto un fiore sia solito portare: il rifrangersi del volto di chi chiede per il dono quella grazia non avuta per sé. E lo sguardo che chi lo riceve darà a questo fiore, sarà uno sguardo dato anche a me che lo dono, perché io abito in lui. Nel terzo verso ED non usa “face” ma “countenance”, che ha però frequentemente il significato di “lineamenti del viso” (nel Webster: “appearance of the face”).
The Grace—Myself—might not obtain
The Grace—Myself—might not obtain— Confer upon My flower— Refracted but a Countenance— For I—inhabit Her—
Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l’aria, ma non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani, l’acqua che d’improvviso scoppia nella tua gioia, la repentina onda d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte, d’aver visto la terra che non cambia, ma entrando il tuo sorriso sale al cielo cercandomi ed apre per me tutte le porte della vita.
Amore mio, nell’ora più oscura sgrana il tuo sorriso, e se d’improvviso vedi che il mio sangue macchia le pietre della strada, ridi, perché il tuo riso sarà per le mie mani come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno, il tuo riso deve innalzare la sua cascata di spuma, e in primavera, amore, voglio il tuo riso come il fiore che attendevo, il fiore azzurro, la rosa della mia patria sonora.
Riditela della notte, del giorno, della luna, riditela delle strade contorte dell’isola, riditela di questo rozzo ragazzo che ti ama, ma quando apro gli occhi e quando li richiudo, quando i miei passi vanno, quando tornano i miei passi, negami il pane, l’aria, la luce, la primavera, ma il tuo sorriso mai, perché io ne morrei.
(Traduzione di Giuseppe Bellini)
Tu risa
Quítame el pan si quieres quítame el aire, pero no me quites tu risa.
No me quites la rosa, la lanza que desgranas, el agua que de pronto estalla en tu alegría, la repentina ola de planta que te nace.
Mi lucha es dura y vuelvo con los ojos cansados a veces de haber visto la tierra que no cambia, pero al entrar tu risa sube al cielo buscándome y abre para mí todas las puertas de la vida.
Amor mío, en la hora más oscura desgrana tu risa, y si de pronto ves que mi sangre mancha las piedras de la calle, ríe, porque tu risa será para mis manos como una espada fresca.
Junto al mar en otoño, tu risa debe alzar su cascada de espuma, y en primavera, amor, quiero tu risa como la flor que yo esperaba, la flor azul, la rosa de mi patria sonora.
Ríete de la noche, del día, de la luna, ríete de las calles torcidas de la isla, ríete de este torpe muchacho que te quiere, pero cuando yo abro los ojos y los cierro, cuando mis pasos van, cuando vuelven mis pasos, niégame el pan, el aire, la luz, la primavera, pero tu risa nunca porque me moriría.
Your Laughter
Take bread away from me, if you wish, take air away, but do not take from me your laughter.
Do not take away the rose, the lance flower that you pluck, the water that suddenly bursts forth in joy, the sudden wave of silver born in you.
My struggle is harsh and I come back with eyes tired at times from having seen the unchanging earth, but when your laughter enters it rises to the sky seeking me and it opens for me all the doors of life.
My love, in the darkest hour your laughter opens, and if suddenly you see my blood staining the stones of the street, laugh, because your laughter will be for my hands like a fresh sword.
Next to the sea in the autumn, your laughter must raise its foamy cascade, and in the spring, love, I want your laughter like the flower I was waiting for, the blue flower, the rose of my echoing country.
Laugh at the night, at the day, at the moon, laugh at the twisted streets of the island, laugh at this clumsy boy who loves you, but when I open my eyes and close them, when my steps go, when my steps return, deny me bread, air, light, spring, but never your laughter for I would die.
(Translated by Stephen Tapscott)
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Helene Fischer – Wenn Du lachst (Live – Die Arena-Tournee)
Cirque du Soleil Eventi ha collaborato con Helene Fischer, una delle più celebri cantanti tedesche, per fornire servizi completi di spettacolo di progettazione per “Helene Fischer tour 2017/2018” che ha debuttato il 12 settembre 2017 ad Hannover. Il team ha creato un concept originale che celebra Helene Fischer, riunendo il successo della sua musica con l’esperienza dell’intrattenimento dal vivo e le capacità creative del Cirque du Soleil, per creare un’esperienza indimenticabile per i suoi fan. L’abito d’acqua Indubbiamente uno dei costumi più belli di Helene Fischer è un vestito fatto di vera acqua corrente. Per ottenere questo effetto unico, l’ascensore sotto il palco è dotato di serbatoi d’acqua per raccoglierla mentre precipita. È un’opera d’arte originale e un momento incantevole dello spettacolo.
Quando ti porto giocattoli colorati, bambino mio, capisco perché c’è un simile gioco di colori nelle nubi, nell’acqua, e perché anche i fiori si colorino così – quando ti porto giocattoli colorati. Quando canto per farti danzare, allora veramente comprendo perché c’è musica tra le foglie, e perché le onde mandano il loro coro di voci al cuore della terra palpitante – quando canto per farti danzare. Quando porgo dolci cose alle tue avide mani, so perché c’è miele nel calice del fiore, e perché i frutti sono segretamente pieni di dolce succo – quando porgo dolci cose alle tue avide mani. Quando bacio il tuo viso per farti sorridere, mio caro, io certo capisco quali correnti soavi vengono dal cielo nella luce del mattino, e quale delizia porta alle mie membra la brezza d’estate quando ti bacio per farti sorridere.
(Traduzione di Maurizio Lipparini)
When And Why
When I bring you coloured toys, my child, I understand why there is such a play of colours on clouds, on water, and why flowers are painted in tints-when I give coloured toys to you, my child. When I sing to make you dance, I truly know why there is music in leaves, and why waves send their chorus of voices to the heart of the listening earth-when I sing to make you dance. When I bring sweet things to your greedy hands, I know why there is honey in the cup of the flower, and why fruits are secretly filled with sweet juice-when I bring sweet things to your greedy hands. When I kiss your face to make you smile, my darling, I surely understand what pleasure streams from the sky in morning light, and what delight the summer breeze brings to my body-when I kiss you to make you smile.
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Martynas Levickis performing The Lion Sleeps Tonight from “The Lion King” with Mikroorkéstra Chamber Ensemble during his spectacular concert of the best movie music of all time – “Cinema”. Live in Vilnius | 05 January 2020
Lascia che sfumi nell’oblio silente come un fiore od un fuoco un tempo ardente. Lo sapremo, vedrai, dimenticare: il tempo è un caro amico, saprà farci invecchiare.
A chi chiede di lui, digli che è stato da tanto tempo già dimenticato: un fuoco, un fiore, foglia inanimata sepolta in un’antica nevicata.
(Traduzione di Silvio Raffo)
Let It Be Forgotten
Let it be forgotten, as a flower is forgotten, Forgotten as a fire that once was singing gold, Let it be forgotten for ever and ever, Time is a kind friend, he will make us old.
If anyone asks, say it was forgotten Long and long ago, As a flower, as a fire, as a hushed footfall In a long forgotten snow.
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Chopin Nocturne Op 9 No 2 in E flat major by Anastasia Huppmann
Sbocciare – è il Risultato – incontrare un Fiore E casualmente dargli uno sguardo Potrà a malapena far intuire Le Circostanze minute
Che collaborano alla Brillante Faccenda Così intricatamente compiuta Poi offerta come una Farfalla Al Mezzogiorno –
Riempire il Bocciolo – opporsi al Verme – Ottenere i propri diritti di Rugiada – Regolare il Calore – eludere il Vento – Fuggire l’Ape cacciatrice –
Non deludere Madre Natura Che l’aspetta in quel Giorno – Essere un Fiore, è profonda Responsabilità –
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
La difficotà della semplicità e della bellezza: il fiore che deve combattere per la sua apparente spontaneità luminosa è una metafora dell’arte e in generale del mestiere di vivere.
Bloom – is Result – to meet a Flower
Bloom – is Result – to meet a Flower And casually glance Would cause one scarcely to suspect The minor Circumstance
Assisting in the Bright Affair So intricately done Then offered as a Butterfly To the Meridian –
To pack the Bud – oppose the Worm – Obtain it’s right of Dew – Adjust the Heat – elude the Wind – Escape the prowling Bee –
Great Nature not to disappoint Awaiting Her that Day – To be a Flower, is profound Responsibility –
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Alice Sara Ott – Debussy: Rêverie, L. 68 | Yellow Lounge (live from teamLab Borderless, Tokyo /2018)