Notturno di Fão, da “Dal mare o da altra stella” Eugénio De Andrade

Di parola in parola
la notte sale
ai rami più alti

e canta
l’estasi del giorno.

(Traduzione di Federico Bertolazzi)

Nocturno de Fão

De palavra em palavra
a noite sabe
aos ramos mais altos

e canta
o extase do dia.

Fão nocturne

Word by word,
night climbs
to the highest boughs

and sings
the ecstasy of day.

(Translated by Alexis Levitin)

La vita è ricca di amorosi incanti, da “Gli amorosi incanti”, Sara Teasdale

La vita è ricca di amorosi incanti,
di splendide visioni luminose –
onde azzurre spumose alle scogliere,
garruli fuochi in lingue scintillanti,
volti di bimbi in estasi sognanti
come coppe imbevute di chimere.

La vita vende gli amorosi incanti,
nella pioggia il pineto profumato –
c’è la musica, un alto arco dorato,
caldi abbracci, devoti sguardi amanti,
delizie dello spirito incorrotte,
visioni come stelle nella notte.

Spendi tutto per doni come questi,
senza pensare al conto della spesa.
Un’ora in pace candida, sicura,
vale di mesi ed anni amara attesa:
per un respiro di estasi pura
dà quel che fosti, o ch’essere potresti.

(Traduzione di Silvio Raffo)

Barter

Life has loveliness to sell,
All beautiful and splendid things,
Blue waves whitened on a cliff,
Soaring fire that sways and sings,
And children’s faces looking up
Holding wonder like a cup.

Life has loveliness to sell,
Music like a curve of gold,
Scent of pine trees in the rain,
Eyes that love you, arms that hold,
And for your spirit’s still delight,
Holy thoughts that star the night.

Spend all you have for loveliness,
Buy it and never count the cost;
For one white singing hour of peace
Count many a year of strife well lost,
And for a breath of ecstasy
Give all you have been, or could be.

Viviamo in tempi infami, Paul Verlaine

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.

Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.

Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!

Nous sommes en des temps infâmes

Nous sommes en des temps infâmes
Où le mariage des âmes
Doit sceller l’union des coeurs;
A cette heure d’affreux orages
Ce n’est pas trop de deux courages
Pour vivre sous de tels vainqueurs.

En face de ce que l’on ose
Il nous siérait, sur toute chose,
De nous dresser, couple ravi
Dans l’extase austère du juste,
Et proclamant d’un geste auguste
Notre amour fier, comme un défi.

Mais quel besoin de te le dire?
Toi la bonté, toi le sourire,
N’es-tu pas le conseil aussi,
Le bon conseil loyal et brave,
Enfant rieuse au penser grave,
A qui, tout mon coeur dit : merci!

La maschera, da “Les Fleurs du Mal”, Charles Baudelaire

Statua allegorica di gusto rinascimentale
A Ernest Christophe, scultore

Sono in lei radunate le grazie fiorentine:
in un corpo che insieme è solido e flessuoso
stanno Eleganza e Forza, due sorelle divine.
E’ una donna mirabile, frutto miracoloso,
stupendamente salda, eppure assai leggera,
fatta per troneggiare sopra un letto sontuoso,
e d’un papa o d’un principe attizzare i piaceri.

– Vedi come il sorriso è fine e voluttuoso:
in quella fatuità trascorre dolce un’estasi,
nello sguardo un’ambigua e languida ironia,
un velo intorno al viso la seduzione desta,
ogni tratto ci dice con trionfante malia:
“La Voluttà mi chiama, l’Amore m’incorona”.
Vedi che forte fascino dona la gentilezza
a colei che di tanta maestà si corona.
Su, giriamole intorno, scrutiamo la bellezza.

O artificio blasfemo, sorprendente malizia!
E’ un mostro bicefalo questo corpo di luce
che riverbera un mondo di suprema delizia!

– No, è solo una maschera quel volto che seduce
e che una fine smorfia ora va rischiarando.
Ma osserva il volto vero com’è atrocemente
raggrinzito e com’è arrovesciato standosene
al riparo del primo artefatto sembiante.
Povera sovrumana bellezza, il tuo bel rivo
di lacrime nel cuore spaurito si riversa,
mi fa ebbro il tuo inganno, e l’anima s’abbevera
al flutto che il Dolore dalle pupille versa.

– Perché ora piange, lei, l’avvenente regina
che terrebbe ai suoi piedi l’umanità sperduta?
Quale oscuro male l’è al bel fianco spina?

– Insensato, lei piange proprio perché ha vissuto.
E perché vive. E quello che più e più deplora
e che tutta la scuote è il fatto che poi,
domani, è necessario, ahimé, vivere ancora,
domani, posdomani, e sempre: come noi!

(Traduzione di Antonio Prete)

Le Masque

Statue allégorique dans le goût de la Renaissance
À Ernest Christophe, statuaire

Contemplons ce trésor de grâces florentines;
Dans l’ondulation de ce corps musculeux
L’Elégance et la Force abondent, soeurs divines.Continua a leggere…