Sono uscita di notte, da sola; Il sangue giovane che scorreva al di là del mare Sembrava aver infradiciato le ali del mio spirito – Duramente sopportavo il mio dolore.
Ma quando ho sollevato la testa Dalle ombre tremanti sulla neve, Ho visto Orione, verso est, Brillare costante come un tempo.
Dalle finestre della casa di mio padre, Sognando i miei sogni nelle notti d’inverno, Guardavo Orione quand’ero bambina Al di sopra delle luci di un’altra città.
Passano gli anni, passano i sogni, passa anche la giovinezza Il cuore del mondo sotto il peso delle sue guerre si spezza, Tutto è cambiato, tranne, verso est, La fedele bellezza delle stelle.
Winter Stars
I went out at night alone; The young blood flowing beyond the sea Seemed to have drenched my spirit’s wings— I bore my sorrow heavily.
But when I lifted up my head From shadows shaken on the snow, I saw Orion in the east Burn steadily as long ago.
From windows in my father’s house, Dreaming my dreams on winter nights, I watched Orion as a girl Above another city’s lights.
Years go, dreams go, and youth goes too, The world’s heart breaks beneath its wars, All things are changed, save in the east The faithful beauty of the stars.
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Dutch harpist and composer Remy van Kesteren performs Nils Frahm’s “Hammers” from his album “Tomorrow Eyes” live at Yellow Lounge in Berlin, April 2019
Qui nel cuore, forse, o per meglio dire: una ferita inferta col coltello, da cui sfugge la vita, sperperata, in piena coscienza ci ferisce. Il desiderare, il volere, il non bastare, disillusa ricerca del motivo che spieghi il nostro esistere casuale, questo è che duole, forse qui nel cuore.
(Traduzione di Fernanda Toriello)
No coração, talvez
No coração, talvez, ou diga antes: Uma ferida rasgada de navalha, Por onde vai a vida, tão mal gasta. Na total consciência nos retalha. O desejar, o querer, o não bastar, Enganada procura da razão Que o acaso de sermos justifique, Eis o que dói, talvez no coração.
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Martha Argerich, Theodosia Ntokou – Beethoven: Symphony No. 6 in F Major, Op. 68, “Pastoral”: I.
La Sesta sinfonia di Beethoven detta Pastorale è ben introdotta dalla seguente citazione dell’autore: “Quanta gioia mi dà il camminare tra gli arbusti, gli alberi, i boschi, l’erbe e le rocce”.
Sempre e poi sempre, o vecchio o giovane torno a avvertire: una montagna notturna e al balcone una donna silenziosa, bianca una strada al chiaro di luna in lieve pendio e ciò mi lacera il cuore nel petto atterrito di struggimento. O mondo ardente, o tu chiara donna al balcone, cane che abbai nella valle, treno lontano che passi, come mentite, come atroci ingannate me ancora, e pur tuttavia voi siete sempre il mio sogno e delirio più dolce. Spesso ho tentato la strada per la tremenda “realtà” dove hanno valore mode, assessori, leggi, e denaro, ma solitario mi sono involato, deluso e liberato, verso là dove sogno e beata follia zampilla. Afoso vento notturno negli alberi, scura zigana, mondo ricolmo di nostalgia pazza e profumo di poesia, mondo splendente, di cui sono schiavo eternamente, dove a me guizzano i tuoi bagliori, dove riecheggia per me la tua voce.
(Traduzione di Patrizio Sanasi) Testo tedesco “O brennende Welt”di Hermann Hesse, scritto nel 1917, Archivio LiederNet
Poiché la mia anima ancora s’appaga del puro respiro e oppone i suoi frutti superbi alla morte tenebrosa – finché sono ancora curiosa di successo, e d’amore, finché so innalzare il mio cuore ben oltre le insidie degli anni – maledire il destino non avrebbe un perché: son io che devo qualcosa alla vita, non certo lei a me.
(Traduzione di Silvio Raffo)
Debtor
So long as my spirit still Is glad of breath And lifts its plumes of pride In the dark face of death; While I am curious still Of love and fame, Keeping my heart too high For the years to tame, How can I quarrel with fate Since I can see I am a debtor to life, Not life to me?
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Alice Sara Ott – Grieg: To Spring (Lyric Pieces Book III), Wonderland
Talvolta con il Cuore Raramente con l’anima Ancora meno con la forza Pochi – amano davvero
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
NdT: Inusuale la scelta di questa gradazione di amori: il cuore, che sembrerebbe il candidato più ovvio per l’amore vero e, perciò, più raro, è messo al primo posto in ordine di frequenza: un tipo d’amore che non è raro incontrare. Poi viene l’anima e solo per ultima, la più rara, quella “forza” (ma anche energia, vigore) che credo si debba leggere come intensità, totalità di un sentimento che coinvolge tutto il nostro essere.
Sometimes with the Heart
Sometimes with the Heart Seldom with the Soul Scarcer once with the Might Few – love at all
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Helene Fischer – Nur mit Dir (Live von der Stadion-Tour / 2019 / Akustik Version)
Come ogni fior languisce e giovinezza cede a vecchiaia, anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna. Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire e a ricominciare, per offrirsi sereno e valoroso ad altri nuovi vincoli e legami. Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi, senza fermare in alcun d’essi il piede, lo spirito universal non vuol legarci, ma su di grado in grado sollevarci. Appena ci avvezziamo ad una sede rischiamo d’infiacchire nell’ignavia: sol chi è disposto a muoversi e partire vince della consuetudine la paralisi.
Forse il momento stesso della morte ci farà andare incontro a nuovi spazi: della vita il richiamo non ha fine…. Su, cuore mio, congedati e guarisci…
“Stufen” è stata scritta da Hermann Hesse dopo una lunga malattia nel maggio del 1941, è una poesia carica di ottimismo, un inno alla possibilità dell’uomo di continuare a migliorarsi, a crescere “gradino dopo gradino”. Avere curiosità verso il “nuovo”: in gioventù così come in vecchiaia, la vita riserva momenti di inattesa magia che bisognerebbe saper cogliere accettando il processo di cambiamento continuo.
Stufen
Wie jede Blüte welkt und jede Jugend Dem Alter weicht, blüht jede Lebensstufe, Blüht jede Weisheit auch und jede Tugend Zu ihrer Zeit und darf nicht ewig dauern. Es muß das Herz bei jedem Lebensrufe Bereit zum Abschied sein und Neubeginne, Um sich in Tapferkeit und ohne Trauern In andre, neue Bindungen zu geben. Und jedem Anfang wohnt ein Zauber inne, Der uns beschützt und der uns hilft, zu leben.
Wir sollen heiter Raum um Raum durchschreiten, An keinem wie an einer Heimat hängen, Der Weltgeist will nicht fesseln uns und engen, Er will uns Stuf’ um Stufe heben, weiten. Kaum sind wir heimisch einem Lebenskreise Und traulich eingewohnt, so droht Erschlaffen, Nur wer bereit zu Aufbruch ist und Reise, Mag lähmender Gewöhnung sich entraffen.
Es wird vielleicht auch noch die Todesstunde Uns neuen Räumen jung entgegensenden, Des Lebens Ruf an uns wird niemals enden … Wohlan denn, Herz, nimm Abschied und gesunde!
1 Dal fondo di te, e inginocchiato, un bimbo triste, come me, ci guarda. Per quella vita che arderà nelle sue vene dovrebbero legarsi le nostre vite. Per quelle mani, figlie delle tue mani, dovrebbero uccidere le mie mani. Per quegli occhi aperti sulla terra vedrò un giorno lacrime nei tuoi. 2 Io non voglio, Amata. Perché nulla ci leghi che nulla ci unisca. Né la parola che profumo’ la tua bocca, né ciò che non dissero le parole. Né la festa d’amore che non avemmo, ne i tuoi singhiozzi presso la finestra. 3 (Amo l’amore dei marinai che baciano e se ne vanno. Lasciano una promessa. Non tornano mai più. In ogni porto una donna attende: i marinai baciano e se ne vanno. Una notte si coricano con la morte nel letto del mare.) 4 Amo l’amore che si distribuisce in baci, letto e pane. Amore che puo’ essere eterno e può essere fugace. Amore che vuol liberarsi per tornare ad amare. Amore divinizzato, che s’avvicina. Amore divinizzato che se ne va. 5. Più non s’incanteranno i miei occhi nei tuoi occhi, più’ non s’addolcirà vicino a te il mio dolore. Ma dove andrò porterò il il tuo sguardo e dove camminerai porterai il mio dolore.
Fui tuo, fosti mia. Che più? Insieme facemmo un angolo nella strada dove l’amore passò. Fui tuo fosti mia. Tu sarai di colui che t’amerà, di colui che taglierà nel tuo orto ciò che ho seminato io. Me ne vado. Sono triste: ma sempre sono triste. Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado. … Dal tuo cuore un bimbo mi dice addio. E io gli dico addio.
(Traduzione di Giuseppe Bellini)
Farewell
1
Desde el fondo de ti, y arrodillado, un niño triste, como yo, nos mira.
Por esa vida que arderá en sus venas tendrían que amarrarse nuestras vidas.
Por esas manos, hijas de tus manos, tendrían que matar las manos mías.
Por sus ojos abiertos en la tierra veré en los tuyos lágrimas un día.
2
Yo no lo quiero, Amada.
Para que nada nos amarre que no nos una nada.
Ni la palabra que aromó tu boca, ni lo que no dijeron las palabras.
Ni la fiesta de amor que no tuvimos, ni tus sollozos junto a la ventana.
3
(Amo el amor de los marineros que besan y se van. Dejan una promesa. No vuelven nunca más.
En cada puerto una mujer espera: los marineros besan y se van.
Una noche se acuestan con la muerte en el lecho del mar).
4
Amor el amor que se reparte en besos, lecho y pan.
Amor que puede ser eterno y puede ser fugaz.
Amor que quiere libertarse para volver a amar.
Amor divinizado que se acerca Amor divinizado que se va.
5
Ya no se encantarán mis ojos en tus ojos, ya no se endulzará junto a ti mi dolor.
Pero hacia donde vaya llevaré tu mirada y hacia donde camines llevarás mi dolor.
Fui tuyo, fuiste mía. Qué más? Juntos hicimos un recodo en la ruta donde el amor pasó.
Fui tuyo, fuiste mía. Tú serás del que te ame, del que corte en tu huerto lo que he sembrado yo.
Yo me voy. Estoy triste: pero siempre estoy triste. Vengo desde tus brazos. No sé hacia dónde voy.
…Desde tu corazón me dice adiós un niño. Y yo le digo adiós.
Quando ti porto giocattoli colorati, bambino mio, capisco perché c’è un simile gioco di colori nelle nubi, nell’acqua, e perché anche i fiori si colorino così – quando ti porto giocattoli colorati. Quando canto per farti danzare, allora veramente comprendo perché c’è musica tra le foglie, e perché le onde mandano il loro coro di voci al cuore della terra palpitante – quando canto per farti danzare. Quando porgo dolci cose alle tue avide mani, so perché c’è miele nel calice del fiore, e perché i frutti sono segretamente pieni di dolce succo – quando porgo dolci cose alle tue avide mani. Quando bacio il tuo viso per farti sorridere, mio caro, io certo capisco quali correnti soavi vengono dal cielo nella luce del mattino, e quale delizia porta alle mie membra la brezza d’estate quando ti bacio per farti sorridere.
(Traduzione di Maurizio Lipparini)
When And Why
When I bring you coloured toys, my child, I understand why there is such a play of colours on clouds, on water, and why flowers are painted in tints-when I give coloured toys to you, my child. When I sing to make you dance, I truly know why there is music in leaves, and why waves send their chorus of voices to the heart of the listening earth-when I sing to make you dance. When I bring sweet things to your greedy hands, I know why there is honey in the cup of the flower, and why fruits are secretly filled with sweet juice-when I bring sweet things to your greedy hands. When I kiss your face to make you smile, my darling, I surely understand what pleasure streams from the sky in morning light, and what delight the summer breeze brings to my body-when I kiss you to make you smile.
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Martynas Levickis performing The Lion Sleeps Tonight from “The Lion King” with Mikroorkéstra Chamber Ensemble during his spectacular concert of the best movie music of all time – “Cinema”. Live in Vilnius | 05 January 2020