Per i 18 mesi di Marina Louise, da “Sull’amore” (2016), Charles Bukowski

sole sole
è la mia piccola
bambina
sole
sul tappeto –
sole sole
fuori dalla
porta
raccoglie un
fiore
aspetta che
mi alzi
e
giochi.

un vecchio
emerge
dalla
sedia,
un relitto-umano,
e lei guarda
e vede
solo
amore, nel quale
mi trasforma
attraverso la
maestosità
e infinita
magia del suo
sole.

(Traduzione di Simona Viciani)

for the 18 months of Marina Louise

sun sun
is my little
girl
sun
on the carpet –
sun sun
out the
door
picking a
flower
waiting for me
to rise
and
play.

an old man
emerges
from his
chair,
battle-wrecked,
and she looks
and only
sees
love, which I
become
through her
majesty
and infinite
magic
sun.

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Manoscritto del 1965; pubblicato con il titolo di “Marina” nella raccolta Mockingbird Wish Me Luck, 1972.

Poesia per mia figlia, da “Sull’amore” (2016), Charles Bukowski

(vengo informato che ora sono un
cittadino responsabile, e attraverso il sole rinchiuso nelle finestre polverose a nord
le camelie rosse sono fiori che piangono mentre i neonati piangono.)

a cucchiaiate la
imbocco: cena omogeneizzata di spaghettini e pollo
pappetta di prugne
pappetta di dessert di frutta

a cucchiaiate la imbocco e
Cristo Santo
non incolpare
la bambina
non incolpare il
gov.
non incolpare i padroni o le
classi operaie –

a cucchiaiate la imbocco
con queste braccia e torace
come cera
fulminata

un amico telefona:
“e adesso come te la sfanghi, Hank?”
“che cazzo intendi con come me la
sfango?”
“intendo che ora hai delle responsabilità, devi tirare
su la bambina
come si deve.”

nutrila:
caccialo giù a
cucchiaiate:
un posto a Beverly Hills
e non avere mai bisogno del sussidio di disoccupazione
e neanche mai di svenderti al migliore
offerente

non innamorati mai di un soldato o di un assassino di nessun tipo

apprezza Beethoven e Jellyroll Morton e
i vestiti da poco

lei ha
un’opportunità:
un tempo c’era il
Fondo Teorico e adesso c’è la
Grande Società

“giocherai ancora ai cavalli? berrai
ancora? farai ancora -”

“sì.”

telefono, fiori ondeggiano nel vento & le ossa morte del
mio cuore –
ora lei dorme serenamente come
le barche sul Nilo
magari un giorno mi
seppellirà

sarebbe molto carino

se non fosse una
responsabilità.

(Traduzione di Simona Viciani)

Poem for my Daughter

(they tell me that I am now a
responsible citizen, and through sun stuck on Northern
windows of dust
red camellias are flowers crying while
babies are crying.)

I spoon it
in: strained chicken noodle dinner
junior prunes
junior fruit dessert

spoon it in and
for Christ’s sake
don’t blame the
child
don’t blame the
govt.
don’t blame the bosses or the
working classess —

spoon it down
through these arms and chest
like electrocuted
wax

a friend phones:
“Whatya gonna do now, Hank?”
“What the hell ya mean, what am I gonna
do?”
“I mean ya got responsibility, ya gotta bring the
kid up
right.”

feed her:
spoon it
down:
a place in Beverly Hills
and never any need for unemployment compensation
and never to sell to the highest
bidder

never to fall in love with a soldier or a killer of any
kind

to appreciate Beethoven and Jellyroll Morton and
bargain dresses

she’s got a
chance:
there was once the
Theoric Fund and now there’s the
Great Society

“Are ya still gonna play the horses? are ya still gonna
drink? are ya still gonna –”

“yes.”

telephone, waving flower in the wind & the dead bones of
my heart —
now she sleeps beautifully like
boats on the Nile

maybe some day she will
bury me

that would be very nice

if it weren’t a
responsibility.

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Apparsa in Showcase 3, luglio 1996; pubblicata in The People Look Like Flowers at Last.

I benefici della luna, da “Lo Spleen di Parigi”, Charles Baudelaire

La luna, che è l’essenza stessa del capriccio, guardò dalla finestra mentre tu dormivi nella tua culla e disse:”Questa bambina mi piace”.

E prese a scendere mollemente la sua scalinata di nuvole, e passò senza rumore attraverso i vetri. Poi si distese su di te con la morbida tenerezza di una madre, e dispose i suoi colori sul tuo viso. Le tue pupille divennero verdi, e le tue guance assunsero uno straordinario pallore. E’ stato contemplando quella visitatrice che i tuoi occhi si sono stranamente ingranditi; e lei ti ha così teneramente stretta al suo seno che tu hai conservato da allora per sempre la voglia di piangere.

Ma, nell’espansione della sua gioia, la luna riempiva tutta la camera come un’atmosfera fosforescente, come un filtro luminoso; e tutta quella luminosità vivente pensava e diceva: “Tu subirai per sempre l’influenza del mio amplesso. Tu sarai bella alla mia maniera. Amerai quello che io amo e quello che mi ama: l’acqua, le nuvole, il silenzio e la notte; il mare immenso e verde; l’acqua informe e al contempo multiforme; il luogo in cui non sarai; l’amante che non potrai conoscere; i fiori mostruosi; i profumi che danno il delirio; i gatti che spasimano sui pianoforti gemendo come delle donne con voce roca e dolce!

“Sarai amata dai miei amanti, corteggiata dai miei cortigiani. Sarai la regina degli uomini dagli occhi verdi, a cui pure ho stretto la gola con le mie notturne carezze; di quelli che amano il mare, il mare immenso, tumultuoso e verde, l’acqua informe e al contempo multiforme; il luogo in cui non sono, la donna che non conoscono; i fiori sinistri che assomigliano ai turiboli di una sconosciuta religione, i profumi che sconvolgono la volontà, gli animali selvaggi e voluttuosi che sono gli emblemi della loro follia”.

Ed è per questo, maledetta fanciulla viziata, che ora sono ai tuoi piedi, cercando in tutto il tuo corpo il riflesso della temibile Divinità, della fatidica madrina, della velenosa nutrice di tutti i lunatici.

(Trad. di Franco Rella)

Le bienfaits de la Lune

La Lune, qui est le caprice même, regarda par la fenêtre pendant que tu dormais dans ton berceau, et se dit : « Cette enfant me plaît. »

Et elle descendit moelleusement son escalier de nuages et passa sans bruit à travers les vitres. Puis elle s’étendit sur toi avec la tendresse souple d’une mère, et elle déposa ses couleurs sur ta face. Tes prunelles en sont restées vertes, et tes joues extraordinairement pâles. C’est en contemplant cette visiteuse que tes yeux se sont si bizarrement agrandis ; et elle t’a si tendrement serrée à la gorge que tu en as gardé pour toujours l’envie de pleurer.

Cependant, dans l’expansion de sa joie, la Lune remplissait toute la chambre comme une atmosphère phosphorique, comme un poison lumineux ; et toute cette lumière vivante pensait et disait : « Tu subiras éternellement l’influence de mon baiser. Tu seras belle à ma manière. Tu aimeras ce que j’aime et ce qui m’aime : l’eau, les nuages, le silence et la nuit ; la mer immense et verte ; l’eau uniforme et multiforme ; le lieu où tu ne seras pas ; l’amant que tu ne connaîtras pas ; les fleurs monstrueuses ; les parfums qui font délirer ; les chats qui se pâment sur les pianos et qui gémissent comme les femmes, d’une voix rauque et douce !

« Et tu seras aimée de mes amants, courtisée par mes courtisans. Tu seras la reine des hommes aux yeux verts dont j’ai serré aussi la gorge dans mes caresses nocturnes ; de ceux-là qui aiment la mer, la mer immense, tumultueuse et verte, l’eau informe et multiforme, le lieu où ils ne sont pas, la femme qu’ils ne connaissent pas, les fleurs sinistres qui ressemblent aux encensoirs d’une religion inconnue, les parfums qui troublent la volonté, et les animaux sauvages et voluptueux qui sont les emblèmes de leur folie. »

Et c’est pour cela, maudite chère enfant gâtée, que je suis maintenant couché à tes pieds, cherchant dans toute ta personne le reflet de la redoutable Divinité, de la fatidique marraine, de la nourrice empoisonneuse de tous les lunatiques.