Partii presto – presi il mio cane, Emily Dickinson

Partii presto – presi il mio cane –
e visitai il mare –
le sirene in cantina
vennero su a guardare –

e vascelli – al piano di sopra
stesero mani di canapa –
pensando fossi un topino –
incagliato – nella sabbia –

ma nessuno si spostò – finché la marea
passò la mia scarpetta –
e il grembiule – e la cintura
e passò il corpetto – anche –

e fece come per mangiarmi –
tutta – come una rugiada
sulla manica di una bocca di leone –
e allora – anch’io – mi mossi –

E lui – lui mi seguì – dappresso –
sentii il suo tallone d’argento
sulla mia caviglia – poi le mie scarpe
traboccarono di perla –

finché incontrammo la città solida –
lui sembrava non conoscere nessuno –
e inchinatosi – dandomi un’occhiata
grandiosa – il mare si ritirò –

(Trad. di Massimo Bacigalupo)

I started Early – Took my Dog –

I started Early – Took my Dog –
And visited the Sea –
The Mermaids in the Basement
Came out to look at me –
And Frigates – in the Upper Floor
Extended Hempen Hands –
Presuming Me to be a Mouse –
Aground – upon the Sands –

But no Man moved Me – till the Tide
Went past my simple Shoe –
And past my Apron – and my Belt
And past my Boddice – too –

And made as He would eat me up –
As wholly as a Dew
Upon a Dandelion’s Sleeve –
And then – I started – too –

And He – He followed – close behind –
I felt his Silver Heel
Upon my Ancle – Then My Shoes
Would overflow with Pearl –

Until We met the Solid Town –
No One He seemed to know –
And bowing – with a Mighty look –
At me – The Sea withdrew –

5 gatti, Charles Bukowski

gatta A: vecchia nonnetta, denti aguzzi, ne ha viste
troppe, non gliene frega un cazzo della Rivoluzione
Russa o di nessun’altra; di Harry Truman che suona il
piano con Lauren Bacall lì buttata sopra non gliene
frega; è perfida perché sopravvivere a volte è
perfido.

gatto B: un tipo dolce, va d’accordo con tutti gli
altri gatti e gli piace dormire sul mio polpaccio
di notte, gamba sinistra quando sono sulla schiena,
gamba
destra quando sono sulla pancia e
ha sentito Johnny Carson e forse l’ha anche visto
ma come me
non ride mai alle sue
battute.

gatto C: il buffone, bello grosso, occhi enormi, è
marroncino e
bianco, il preferito della clinica dei gatti, lo trovano
simpatico
ma quando esce di notte
si sentono subito urla orribili
nell’oscurità.
ha ucciso uno dei gatti dei vicini, ne ha mutilato
un altro.
rientra con ciuffi di pelo che gli spuntano dalla
bocca, graffi smisurati, sangue rappreso, bubboni,
coda spelacchiata, zampe spelacchiate, si era rotto una
zampa,
è sempre in ospedale, spesso è
fasciato, bende rosse e bianche, se le
toglie, gli ficchiamo pillole antibiotiche in
bocca e cerchiamo di tenerlo in casa di
notte.
non ha mai letto Schopenhauer ma ne tirerebbe fuori
l’ira
di Dio.

gatta D: la madre dei gatti B e C.
e tutti i gatti le corrono dietro tranne B.
anche il gatto E lo fa ma non ti ho ancora parlato del
gatto
E.
mi stai seguendo?
comunque, la gatta D è quella che riceve più affetto da
noi,
ha un’esistenza maledetta, non fa altro che nascondersi
e nascondersi
e leccarsi le ferite dolorose.
se potesse leggere probabilmente si illuminerebbe con le
sorelle
Brontë.

gatto E: si è presentato alla porta un
giorno, tutto nero, felino perfetto, ogni suo movimento
scivola nello spazio senza attrito, è il
leopardo, i suoi occhi gialli ti guardano e dicono:
uccidere o essere ucciso, è vecchio di secoli, gli altri
gatti gli stanno alla larga, incluso il grande
combattente: C.
è per i suoi OCCHI, non sanno come gestire quegli
OCCHI.
non verrà mai domato
eppure si lascia prendere, accarezzare, rimettere
giù, ti segue per qualche minuto, facendo le fusa:
ti sta ringraziando per non averlo
ammazzato.
farebbe cagare sotto Charles Manson
e se dovesse scegliere cose di quel tipo
in un momento più mite
probabilmente sceglierebbe
Céline.

comunque tutti questi strani campioni di vita
ci dimostrano quanto siamo soli
per sempre e allo
stesso tempo
mai.

ciononostante, per tutte quelle lattine di
tonno
A, B, C, D ed E
continuano a farci trottare al
supermercato

dove i commessi sono
anche loro tutti
diversi.

5 cats

cat A: old granny, pointed teeth, she’s seen too
much, she doesn’t give a damn about the Russian
Revolution or any others; Harry Truman playng the
piano with Lauren Bacall plopped thereupon doesn’t
matter; she’s mean because to survive is sometimes
mean.Continua a leggere…

Chi porta il collare in casa, Charles Bukowski

vivo con una signora e quattro gatti
e certi giorni andiamo tutti
d’accordo.

certi giorni ho qualche problema con
uno dei
gatti.

altri giorni ho qualche problema con
due dei
gatti.

altri giorni,
con tre.

certi giorni ho problemi con
tutti e quattro i
gatti

e con la
signora:

dieci occhi che mi guardano
come fossi un cane.

wearing the collar

I live with a lady and four cats
and some days we all get
along.

some days I have trouble with
one of the
cats.

other days I have trouble with
two of the
cats.

other days,
three.

some days I have trouble with
all four of the
cats

and the
lady:

ten eyes looking at me
as if I were a dog.