Ti saluto, Speranza, tu che vieni da lontano inonda col tuo canto i tristi cuori. Tu che dai nuove ali ai sogni vecchi. Tu che riempi l’anima di bianche illusioni.
Ti saluto, Speranza, forgerai i sogni in quelle deserte, disilluse vite in cui fuggì la possibilità di un futuro sorridente, ed in quelle che sanguinano le recenti ferite.
Al tuo soffio divino fuggiranno i dolori quale timido stormo sprovvisto di nido, ed un’aurora radiante coi suoi bei colori annuncerà alle anime che l’amore è venuto.
Esperanza
Te saludo Esperanza, tu que vienes de lejos inundas con tu canto los tristes corazones, Tu que das nuevas alas a los ensueños viejos, tu que llenas el alma de blancas ilusiones . Te saludo Esperanza. Forjaras los ensueños en aquellas desiertas desengañadas vidas en que huyo lo posible de un porvenir risueño, en aquellas que sangran las recientes heridas.
A tu soplo divino huiran los dolores cual timida bandada desprovista de nido, y una aurora radiante,con sus bellos colores, anunciara a las almas que el amor ha venido.
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P. Tchaikovsky, Capriccio Italiano – Moscow City Symphony “Russian Philharmonic” Conductor: Michail Jurowski – Moscow International House of Music, Svetlanov Hall – June 20, 2012
Tchaikovskye suo fratello Modest visitarono Roma nel 1880. Fu un viaggio felice che ispirò il grande compositore russo a produrre una delle sue opere più brillanti, una sorta di “Fantasia italiana”. Tchaikovsky abbozzò l’intera composizione in meno di una settimana, utilizzando alcuni canti che aveva ascoltato personalmente per le strade di Roma, altri presi da alcune antologie, e mirando non tanto all’elaborazione tematica quanto alla ricerca dell’effetto, alla massima brillantezza della scrittura orchestrale. Il lavoro si conclude con una vorticosa “tarantella” brillantemente eseguita, un vero tripudio di colori.
è successo durante un reading all’Università dello Utah. i poeti avevano finito il beveraggio e mentre uno di loro stava leggendo io e altri 5 o 6 poeti siamo saliti in macchina per andare a un negozio di liquori ma siamo rimasti bloccati all’uscita da un mucchio di macchine dirette allo stadio di football. eravamo l’unica macchina che voleva andare in direzione opposta, eravamo in trappola: 18.000 contro uno. abbiamo bloccato una corsia e strombazzavamo. 40 macchine ci hanno risposto strombazzando. si è avvicinato lo sbirro. “senta, agente” ho detto. “siamo poeti e abbiamo bisogno di bere.” “fate inversione ed entrate allo stadio” ha detto l’agente. “senta capo, vogliamo bere. non vogliamo vedere la partita di football. non ce ne frega di chi vince, siamo poeti, teniamo un reading all’Underwater Poetry Festival all’Università dello Utah.” “questo traffico può andare in un’unica direzione” ha detto lo sbirro. “fate inversione ed entrate allo stadio.” “senta capo, sono in programma tra 15 minuti, sono Charles Bukowski. mai ha sentito nominare, vero?” “fate inversione ed entrate allo stadio.” “merda” ha detto Kamstra che era al volante, ed è salito sul marciapiede e abbiamo attraversato i prati del campus lasciando impronte di pneumatici profonde tre centimetri. ero sbronzo e non so per quanto abbiamo viaggiato o come ci siamo arrivati ma di colpo eccoci tutti in piedi nel negozio di liquori, a ordinare vino, vodka, birra, scotch, preso tutto e via. siamo ritornati, saggiando il liquido acquistato. siamo saliti sul podio ed abbiamo mollato uno stracazzo di lettura dritto in faccia al pubblico. poi gli abbiamo fatto un culo così e ce ne siamo andati. e l’UCLA ha vinto la partita di football finita qualcosa a qualcos’altro.
(Traduzione di Simona Viciani)
Manoscritto del 25 novembre 1974 (seconda stesura), pubblicato nella raccolta What Matters Most Is How Well You Walk Through the Fire, 1999, inedito in Italia.
18,000 to one
It was during a reading at the University of Utah. the poets had run out of drinks and while one was reading 5 or 6 of the others of us got into the car and drove toward a liquor store but we were blocked on the road out by all these cars coming into the football stadium. we were the only car that wanted to go the other way, they had us: 18,000 to one. we blocked one lane and honked. 40 cars honked back. the cop came up. “look, officer”, I said. “we’re poets and we need a drink,” “turn your car around and go into the stadium,” said the officer. “look man, we need a drink, we don’t want to see the football game. we don’t care wo wins, we’re poets, we’re reading at The Underwater Poetry Festival at the University of Utah.” “this taffic can only move one way,” said the cop. “turn your car around and go into the stadium.” “”look man, I’m reading in 15 minutes. I’m Charles Bukowski. you’ve heard of me, haven’t you?” “turn your car around and go into the stadium.” “shit,” said Kamstra who was at the wheel, and he ran the car up over the curbing and we drove across the campus lawns leaving tire marks an inch deep. I was drunk and I don’t know how long we drove or how we got there but suddenly we were all standing in a liquor store and we ordered wine, vodka, beer, scotch, got it and left. we drove back, sampling our liquids. we got up there and read the asses right of the audience. then we picked up their asses and left. and UCLA won the football game something to something.
Traccio un solco per terra in riva al mare: e la marea non tarda che lo spiana. Così è la poesia. La stessa sorte tocca alla sabbia e tocca alla poesia al viavai della marea, al vien-vieni della morte.
(Traduzione di Fernanda Toriello)
Destino
Risco no chão um traço, à beira água: Não tarda que a maré o deixe raso. Tal e qual o poema. É comum sorte Que areias e poemas tanto valham Ao vaivém da maré, vem-vem da morte.
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Teodor Currentzis – Mozart’s Requiem: 3. Dies Irae – Concert recorded at Felsenreitschule (Salzburg, Austria), on July 23, 2017