“So di una pietra dove sedermi”, da “Dal mare o da altra stella” (2006), Eugénio De Andrade

So di una pietra dove sedermi
all’ombra di settembre
e parlerò di girasoli
questo fiore quasi di sabbia
che spalla a spalla con il sole
fa del peso della sua solitudine
l’ardore
e la gloria dei grandi giorni d’estate.

(Traduzione di Federico Bertolazzi)

Sei de uma pedra onde me sentar

Sei de uma pedra onde me sentar
à sombra de setembro
e vou falar dos girassóis
essa flor quase de areia
que ombro a ombro com o sol
faz do peso da sua solidão
o ardor
e a gloria das grandes dias do verão.

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Samvel Yervinyan, Vivaldi {Storm}

Balocchi, da “La luna crescente” (2000), Rabindranath Tagore

Bambino, quanto sei felice
seduto nella polvere a giocare
con un ramoscello tutta la mattina!
Io sorrido di questo tuo gioco
con un ramoscello spezzato.
Io sono indaffarato coi miei conti
sommando cifre per ore e ore.
Forse mi sbirci pensando: Che stupido
gioco con cui sprecare il mattino!
Bambino, ho scordato l’arte di giocare
con torte di fango e bastoncini.
Vado in cerca di costosi balocchi
e ammasso mucchi d’oro e d’argento.
Tu sai creare i tuoi giochi felici
con tutto quello che trovi. Io spreco
Il mio tempo e le mie forze per cose
che non riesco mai a ottenere.
Mi sforzo con la mia fragile canoa
d’attraversare il mare del desiderio,
e mi dimentico che anche il mio
è soltanto un gioco.

Playthings

Child, how happy you are sitting in the dust, playing with a broken twig all the morning.
I smile at your play with that little bit of a broken twig.
I am busy with my accounts, adding up figures by the hour.
Perhaps you glance at me and think, “What a stupid game to spoil your morning with!”
Child, I have forgotten the art of being absorbed in sticks and mud-pies.
I seek out costly playthings, and gather lumps of gold and silver.
With whatever you find you create your glad games, I spend both my time and my strength over things I never can obtain.
In my frail canoe I struggle to cross the sea of desire, and forget that I too am playing a game.

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Francesco Tristano – Toccata, 14 gen 2022

Farfalla azzurra, Hermann Hesse

Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d’un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.

Blauer Schmetterling

Flügelt ein kleiner blauer
Falter vom Wind geweht,
Ein perlmutterner Schauer,
Glitzert, flimmert, vergeht.
So mit Augenblicksblinken,
So im Vorüberwehn
Sah ich das Glück mir winken,
Glitzern, flimmern, vergehn.

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Gnossiennes No.1, No. 3, Gymnopédies No.1, Eric Satie – Alice Sara Ott piano recital part 2

Hanno un sottile profumo…, Emily Dickinson

Hanno un impercettibile Odore – che per me
È metro – ma non solo – è melodia –
E più pungenti nell’estinguersi – indicano –
Il Temperamento – di un Poeta –

(Traduzione di Giuseppe Ierolli)

N.d.T.: Una copia fu inviata a Gertrude Vanderbilt, probabilmente insieme a dei fiori. Ne conosciamo il testo da una trascrizione di Mabel Todd e rispetto a quella riportata sopra, nei fascicoli, ci sono due differenze: “poesy” (“poesia”) al posto di “melody” al verso 2 e “celebrate” (“celebrano”) al posto di “indicate” al verso 3, peraltro presenti come varianti anche nei fascicoli.
In quei probabili fiori possiamo però anche leggere una metafora della poesia: i versi di una poesia lasciano dietro di sé una scia molto simile a un profumo, a un odore che non tutti riescono a percepire, e che diventa a un tempo metro e ritmo, musica e poesia. E se il profumo di quei versi persiste, e anzi aumenta, dopo la morte del loro creatore, allora siamo di fronte a un vero poeta.

They have a little Odor

They have a little Odor – that to me
Is metre – nay – ‘tis melody –
And spiciest at fading – indicate –
A Habit – of a Laureate –

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Yuja Wang: Liszt Piano Concerto No. 1 in E-flat major, S.124 – NDR Elbphilharmonie Orchestra conducted by Alan Gilbert February 27, 2022