Elogio dei sogni, da “Ogni caso” (1972), Wislawa Szymborska

In sogno
dipingo come Vermeer.

Parlo correntemente il greco
e non solo con i vivi.

Guido l’automobile,
che mi obbedisce.

Ho talento,
scrivo grandi poemi.

Odo voci
non peggio di autorevoli santi.

Sareste sbalorditi
dal mio virtuosismo al pianoforte.

Volo come si deve,
ossia da sola.

Cadendo da un tetto
so cadere dolcemente sul verde.

Non ho difficoltà
a respirare sott’acqua.

Non mi lamento:
sono riuscita a trovare l’Atlantide.

Mi rallegro di sapermi sempre svegliare
prima di morire.

Non appena scoppia una guerra
mi giro sul fianco preferito.

Sono, ma non devo
esserlo, una figlia del secolo.

Qualche anno fa
ho visto due soli.

E l’altro ieri un pinguino.
Con la massima chiarezza.

(Traduzione di Pietro Marchesani)

In Praise Of Dreams

In my dreams
I paint like Vermeer van Delft.

I speak fluent Greek
and not just with the living.

I drive a car
that does what I want it to.

I am gifted
and write mighty epics.

I hear voices
as clearly as any venerable saint.

My brilliance as a pianist
would stun you.

I fly the way we ought to, i.e.,
on my own.

Falling from the roof,
I tumble gently to the grass.

I’ve got no problem
breathing under water.

I can’t complain:
I’ve been able to locate Atlantis.

It’s gratifying that I can always
wake up before dying.

As soon as war breaks out,
I roll over on my other side.

I’m a child of my age,
but I don’t have to be.

A few years ago
I saw two suns.

And the night before last a penguin,
clear as day.

(Translated from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh)

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