Il suono più triste, il suono più dolce, Emily Dickinson

ll suono più triste, il suono più dolce,
il suono più pazzo che c’è
lo fanno gli uccelli in primavera,
alla deliziosa fine della notte.

Sulla linea fra marzo e aprile
la magica frontiera
oltre la quale l’estate esita
quasi troppo celestialmente vicina.

Ci fa pensare a tutti i morti
che qui con noi sono stati,
per l’incantesimo della separazione
crudelmente divenuti più cari.

Ci fa pensare a ciò che avemmo
e a ciò che ora rimpiangiamo
Quasi vorremmo che quelle sirene
se ne andassero e tacessero.

Un orecchio può spezzare un cuore
rapido quanto una lancia,
vorremmo che l’orecchio non avesse un cuore
così pericolosamente vicino.

(Traduzione di Giuseppe Ierolli)

The saddest noise, the sweetest noise

The saddest noise, the sweetest noise,
  The maddest noise that grows,—
The birds, they make it in the spring,
  At night’s delicious close.

Between the March and April line—
  That magical frontier
Beyond which summer hesitates,
  Almost too heavenly near.

It makes us think of all the dead
  That sauntered with us here,
By separation’s sorcery
  Made cruelly more dear.

It makes us think of what we had,
  And what we now deplore.
We almost wish those siren throats
  Would go and sing no more.

An ear can break a human heart
  As quickly as a spear,
We wish the ear had not a heart
  So dangerously near.

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PARK BO GUM(パク・ボゴム) Debut Single『Bloomin’』MV_Full ver.

Giardino d’inverno, da “Dalla vita degli oggetti – Poesie 1983-2005” (2012), Adam Zagajewski

In questa piccola città nera, la tua città,
dove anche i treni si fermano senza voltar la testa,
senza distogliersi dai destini finali,
nel parco, a dispetto di ombre e di caligini,
c’è un grigio edificio dall’interno perlato.

Dimentica la neve, i duri attacchi del gelo,
qui ti accoglie l’umida antologia dell’aria tropicale
e il misterioso fruscio di foglie smisurate
avviluppate come pigri serpenti –
neppure un egittologo saprebbe decifrarle.

Dimentica la tristezza delle strade anonime e degli stadi,
il peso delle domeniche riuscite male.
Accogli il respiro caldo che soffia dalle piante.
Un profumo lieve di lampi scoloriti
ti avvolgerà, ti condurrà laggiù, lontano.

Forse vedrai le vele rugginose di navi all’ancora,
isole ricamate di nebbia rosa, torri di templi diroccati;
vedrai ciò ch’è perduto, ciò che non c’era,
ma pure quanti vivono la tua
stessa vita.

Vedrai d’un tratto il mondo sotto una diversa luce,
i cancelli di case estranee per un istante si apriranno,
i pensieri nascosti diverranno visibili, le feste meno fastidiose,
la gioia altrui sarà più comprensibile, più belli i volti.

Dimentica te stesso, lasciati abbagliare dall’incanto,
dimentica tutto e forse tornerà una memoria
più profonda e una più profonda fratellanza,
e dirai: non so, non so com’è successo –
le palme hanno aperto il mio avido cuore.

(Traduzione di Krystyna Jaworska)

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Welcome to the Black Parade (David Garrett Edition / Millennium Symphony New York Studio Session) – Première trasmessa il giorno 8 nov 2024

Mi rassegno. C’è in vetta alla montagna, Fernando Pessoa

Mi rassegno. C’è in vetta alla montagna
un dirupo sporgente,
che, visto da dove ogni cosa è estranea,
da questa valle nascosta,
sembra posto lì affinché noi non l’abbiamo,
affinché, vedendolo lì,
ci contentiamo solo di vederlo
nel nostro eterno qui…

Mi rassegno. Quel dirupo aguzzo
forse raggiungeranno
coloro che nella forza d’andare ripongono tutto.
Per il tuo stesso silenzio assente e muto,
non andare, mio cuore.

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

Eu me resigno. Há no alto da montanha

Eu me resigno. Há no alto da montanha
Um penhasco saído,
Que, visto de onde toda coisa é estranha,
Deste vale escondido,
Parece posto ali para o não termos,
Para que, vendo-o ali,
Nos contentemos só com o aí vermos
No nosso eterno aqui…

Eu me resigno. Esse penhasco agudo
Talvez alcançarão
Os que na força de irem põem tudo.
De teu próprio silêncio nulo e mudo,
Não vás, meu coração.

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Ludwig van Beethoven, Symphony No. 7 in A Major, Op. 92 2. Allegretto Orchestre de Paris –
Klaus Mäkelä: Conductor – Concert recorded at Grande Salle Pierre Boulez, Philharmonie de Paris (Paris, France), on July 9, 2020

Polvere di neve, da “New Hampshire” (1923), Robert Frost

Il modo in cui un corvo
di sopra una cicuta
scrollò sopra di me
una neve minuta

Diede al mio cuore un tale 
mutamento di umore,
da salvare un mio giorno 
ormai senza valore.

(Traduzione di A. Bertolucci)

Dust of Snow

The way a crow
shook down on me
the dust of snow
from a hemlock tree

Has given my heart
a change of mood
and saved some part
of a day I had rued.

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Klaus Mäkelä conducts Leonard Bernstein’s Candide at the 2023 Verbier Festival’s 30th anniversary Gala – Concert recorded at Salle des Combins (Verbier, Switzerland), on July 24, 2023

A mezzanotte, da “Gli amorosi incanti” (2010), Sara Teasdale

Mi si è svelata infine l’essenza della vita:
mai nulla compi, inizi solamente.
Persino la vittoria più difficile e ambita
non è mai stata vinta veramente.

Avevo eretto all’anima il tempio dell’amore:
si svela ospite ambiguo ed invadente.
Musica, lodi e risa giovano poco al cuore.
Più bello del riposo non c’è niente.

(Traduzione di Silvio Raffo)

At Midnight

Now at last I have come to see what life is,
Nothing is ever ended, everything only begun,
And the brave victories that seem so splendid
Are never really won.

Even love that I built my spirit’s house for,
Comes like a brooding and a baffled guest,
And music and men’s praise and even laughter
Are not so good as rest.

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DRIFT »Breaking Waves« | Elbphilharmonie – Hamburg (DE)

Centinaia di droni illuminati hanno avvolto l’Elbphilharmonie in un’ondata di luce.
Il duo di artisti DRIFT ha creato un’opera d’arte appositamente per l’Elbphilharmonie che ha immerso l’angolo occidentale dell’edificio in uno spettacolo di luci sotto forma di onde per 10 minuti, dal 28 aprile al 1 maggio 2022. Centinaia di droni hanno ballato al secondo movimento del Concerto per pianoforte di Thomas Adès, già eseguito al concerto per il quinto anniversario della Elbphilharmonie l’11 gennaio 2022; “Breaking Waves” era originariamente previsto per questa occasione.

L’Elbphilharmonie è senza dubbio uno dei simboli più importanti di Amburgo.
La sua moderna struttura sorge su uno dei più antichi magazzini portuali della città. Rinomata a livello internazionale per essere una delle sale da concerto con la migliore acustica, in realtà è molto di più. Il concetto dell’opera unisce musica e architettura, creando una struttura più unica che rara: due maestose sale da concerto, un hotel e appartamenti di lusso, e un ristorante.

Stelle d’inverno, da “Flame and Shadow” (1920), Sara Teasdale

Sono uscita di notte, da sola;
Il sangue giovane che scorreva al di là del mare
Sembrava aver infradiciato le ali del mio spirito –
Duramente sopportavo il mio dolore.

Ma quando ho sollevato la testa
Dalle ombre tremanti sulla neve,
Ho visto Orione, verso est,
Brillare costante come un tempo.

Dalle finestre della casa di mio padre,
Sognando i miei sogni nelle notti d’inverno,
Guardavo Orione quand’ero bambina
Al di sopra delle luci di un’altra città.

Passano gli anni, passano i sogni, passa anche la giovinezza
Il cuore del mondo sotto il peso delle sue guerre si spezza,
Tutto è cambiato, tranne, verso est,
La fedele bellezza delle stelle.

Winter Stars

I went out at night alone;
The young blood flowing beyond the sea
Seemed to have drenched my spirit’s wings—
I bore my sorrow heavily.

But when I lifted up my head
From shadows shaken on the snow,
I saw Orion in the east
Burn steadily as long ago.

From windows in my father’s house,
Dreaming my dreams on winter nights,
I watched Orion as a girl
Above another city’s lights.

Years go, dreams go, and youth goes too,
The world’s heart breaks beneath its wars,
All things are changed, save in the east
The faithful beauty of the stars.

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Dutch harpist and composer Remy van Kesteren performs Nils Frahm’s “Hammers” from his album “Tomorrow Eyes” live at Yellow Lounge in Berlin, April 2019

Qui nel cuore, forse, da “José Saramago, Le poesie” (2002), José Saramago

Qui nel cuore, forse, o per meglio dire:
una ferita inferta col coltello,
da cui sfugge la vita, sperperata,
in piena coscienza ci ferisce.
Il desiderare, il volere, il non bastare,
disillusa ricerca del motivo
che spieghi il nostro esistere casuale,
questo è che duole, forse qui nel cuore.

(Traduzione di Fernanda Toriello)

No coração, talvez

No coração, talvez, ou diga antes:
Uma ferida rasgada de navalha,
Por onde vai a vida, tão mal gasta.
Na total consciência nos retalha.
O desejar, o querer, o não bastar,
Enganada procura da razão
Que o acaso de sermos justifique,
Eis o que dói, talvez no coração.

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Martha Argerich, Theodosia Ntokou – Beethoven: Symphony No. 6 in F Major, Op. 68, “Pastoral”: I.

La Sesta sinfonia di Beethoven detta Pastorale è ben introdotta dalla seguente citazione dell’autore: “Quanta gioia mi dà il camminare tra gli arbusti, gli alberi, i boschi, l’erbe e le rocce”.

Mondo splendido, Hermann Hesse

Sempre e poi sempre,
o vecchio o giovane torno a avvertire:
una montagna notturna e al balcone una donna silenziosa,
bianca una strada al chiaro di luna
in lieve pendio
e ciò mi lacera il cuore nel petto atterrito di struggimento.
O mondo ardente,
o tu chiara donna al balcone,
cane che abbai nella valle,
treno lontano che passi,
come mentite, come atroci ingannate me ancora,
e pur tuttavia voi siete sempre il mio sogno e delirio più dolce.
Spesso ho tentato la strada per la tremenda “realtà”
dove hanno valore mode,
assessori, leggi, e denaro,
ma solitario mi sono involato,
deluso e liberato,
verso là dove sogno e beata follia zampilla.
Afoso vento notturno negli alberi,
scura zigana,
mondo ricolmo di nostalgia pazza e profumo di poesia,
mondo splendente,
di cui sono schiavo eternamente,
dove a me guizzano i tuoi bagliori,
dove riecheggia per me la tua voce.

(Traduzione di Patrizio Sanasi)
Testo tedesco “O brennende Welt”di Hermann Hesse, scritto nel 1917, Archivio LiederNet

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Rencontre”, Nicoletta Manni – Roberto Bolle

Debiti, da “Gli amorosi incanti” (2010), Sara Teasdale

Poiché la mia anima ancora
s’appaga del puro respiro
e oppone i suoi frutti superbi
alla morte tenebrosa –
finché sono ancora curiosa
di successo, e d’amore,
finché so innalzare il mio cuore
ben oltre le insidie degli anni –
maledire il destino
non avrebbe un perché:
son io che devo qualcosa alla vita,
non certo lei a me.

(Traduzione di Silvio Raffo)

Debtor

So long as my spirit still
Is glad of breath
And lifts its plumes of pride
In the dark face of death;
While I am curious still
Of love and fame,
Keeping my heart too high
For the years to tame,
How can I quarrel with fate
Since I can see
I am a debtor to life,
Not life to me?

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Alice Sara Ott – Grieg: To Spring (Lyric Pieces Book III), Wonderland

Talvolta con il cuore, Emily Dickinson

Talvolta con il Cuore
Raramente con l’anima
Ancora meno con la forza
Pochi – amano davvero

(Traduzione di Giuseppe Ierolli)

NdT: Inusuale la scelta di questa gradazione di amori: il cuore, che sembrerebbe il candidato più ovvio per l’amore vero e, perciò, più raro, è messo al primo posto in ordine di frequenza: un tipo d’amore che non è raro incontrare. Poi viene l’anima e solo per ultima, la più rara, quella “forza” (ma anche energia, vigore) che credo si debba leggere come intensità, totalità di un sentimento che coinvolge tutto il nostro essere.

Sometimes with the Heart

Sometimes with the Heart
Seldom with the Soul
Scarcer once with the Might
Few – love at all

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Helene Fischer – Nur mit Dir (Live von der Stadion-Tour / 2019 / Akustik Version)