Ho sempre sentito la perdita di qualcosa -, Emily Dickinson

Ho sempre sentito la perdita di qualcosa –
la primissima cosa che ricordo
è una mancanza – di cosa non sapevo –
Troppo giovane perché qualcuno sospettasse

una dolente fra i bambini
ciò nondimeno mi aggiravo
come chi rimpianga un regno
essendo il solo principe cacciato –

Più vecchia, oggi, un’epoca più saggia
e più debole anche, com’è della saggezza –
mi trovo ancora a cercare piano
i miei palazzi trafugati –

e un sospetto, come un dito
mi sfiora la fronte di tanto in tanto
che sto cercando all’opposto
dove si trovi il regno dei cieli –

(Traduzione di Massimo Bacigalupo)

A loss of something ever felt I –

A loss of something ever felt I –
The first that I could recollect
Bereft I was — of what I knew not
Too young that any should suspect

A Mourner walked among the children
I notwithstanding went about
As one bemoaning a Dominion
Itself the only Prince cast out –

Elder, Today, a session wiser
And fainter, too, as Wiseness is –
I find myself still softly searching
For my Delinguent Palaces –

And a Suspicion, like a Finger
Touches my Forehead now and then
That I am looking oppositely
For the site of the Kingdom of Heaven –

Almeno – pregare – è rimasto – è rimasto, Emily Dickinson

Almeno – pregare – è rimasto – è rimasto –
Oh Gesù – nell’Aria –
Non so qual è la tua stanza –
Sto bussando – dappertutto –

Tu che provochi Terremoti nel Sud –
E Vortici, nel Mare –
Di’, Gesù di Nazareth –
Non hai Braccia per Me?

(Traduzione di Giuseppe Ierolli)

At least – to pray – is left – is left –

At least – to pray – is left – is left –
Oh Jesus – in the Air –
I know not which thy chamber is –
I’m knocking – everywhere –

Thou settest Earthquake in the South –
And Maelstrom, in the Sea –
Say, Jesus Christ of Nazareth –
Hast thou no Arm for Me?

Strofe per musica, da “Hebrew Melodies” (1815), George Gordon Byron

I
Dicono che la Speranza sia felicità,
ma il vero Amore deve amare il passato,
e il Ricordo risveglia i pensieri felici
che primi sorgono e ultimi svaniscono.
II
E tutto ciò che il Ricordo ama di più
un tempo fu Speranza solamente;
e quel che amò e perse la Speranza
ormai è circonfuso nel Ricordo.
III
È triste! È tutto un’illusione:
il futuro ci inganna da lontano,
non siamo più quel che ricordiamo,
né osiamo pensare a ciò che siamo.

(Traduzione di Franco Buffoni)

Stanzas for Music 

They say that Hope is happiness;
but genuine Love must prize the past,
and Memory wakes the thoughts that bless:
they rose the first–they set the last;

And all that Memory loves the most
was once our only Hope to be,
and all that Hope adored and lost
hath melted into Memory.

Alas it is delusion all:
the future cheats us from afar,
nor can we be what we recall,
nor dare we think on what we are.

Elogio dell’infanzia, Peter Handke

Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.

Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.

Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?

Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.

Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.

Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.

Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.

Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.

Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.

Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.

Lied Vom Kindsein

Als das Kind Kind war,
ging es mit hängenden Armen,
wollte der Bach sei ein Fluß,
der Fluß sei ein Strom,
und diese Pfütze das Meer.Continua a leggere…

Prometti a te stesso, da “The Optimist Creed”, Christian D. Larson

Prometti a te stesso
Di essere così forte che niente possa disturbare la pace della tua mente.
Di parlare di salute, felicità e prosperità ad ogni persona che incontri.
Di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è qualcosa di speciale in loro.
Di guardare il lato positivo di ogni cosa e rendere il tuo ottimismo realtà.
Di pensare sempre per il meglio, di lavorare solo per il meglio, e di aspettarti solo il meglio.
Di essere entusiasta del successo degli altri tanto quanto lo sei del tuo.
Di dimenticare gli errori del passato e puntare verso i più importanti traguardi del futuro.
Di avere sempre un’aria allegra e di donare ad ogni essere vivente che incontri un sorriso.
Di dedicare così tanto tempo al miglioramento di te stesso da non avere tempo per criticare gli altri.
Di essere troppo capace per le preoccupazioni, troppo nobile per la rabbia, troppo forte per la paura; e troppo felice per permettere la presenza di problemi.
Di pensare bene di te stesso e di proclamarlo al mondo, non con parole gridate ma con azioni grandiose.
Di vivere credendo che il mondo intero sia dalla tua parte, finché sarai fedele a tutto il meglio che c’è in te.

(Trad. di Alessandra Marchesi)

Promise Yourself

Promise Yourself
To be so strong that nothing can disturb your peace of mind.
To talk health, happiness, and prosperity to every person you meet.
To make all your friends feel that there is something in them.
To look at the sunny side of everything and make your optimism come true.
To think only the best, to work only for the best, and to expect only the best.
To be just as enthusiastic about the success of others as you are about your own.
To forget the mistakes of the past and press on to the greater achievements of the future.
To wear a cheerful countenance at all times and give every living creature you meet a smile.
To give so much time to the improvement of yourself that you have no time to criticize others.
To be too large for worry, too noble for anger, too strong for fear; and too happy to permit the presence of trouble.
To think well of yourself and to proclaim this fact to the world, not in loud words but great deeds.
To live in faith that the whole world is on your side so long as you are true to the best that is in you.

Viviamo in tempi infami, Paul Verlaine

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.

Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.

Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!

Nous sommes en des temps infâmes

Nous sommes en des temps infâmes
Où le mariage des âmes
Doit sceller l’union des coeurs;
A cette heure d’affreux orages
Ce n’est pas trop de deux courages
Pour vivre sous de tels vainqueurs.

En face de ce que l’on ose
Il nous siérait, sur toute chose,
De nous dresser, couple ravi
Dans l’extase austère du juste,
Et proclamant d’un geste auguste
Notre amour fier, comme un défi.

Mais quel besoin de te le dire?
Toi la bonté, toi le sourire,
N’es-tu pas le conseil aussi,
Le bon conseil loyal et brave,
Enfant rieuse au penser grave,
A qui, tout mon coeur dit : merci!

Guerra, Alda Merini

O uomo sconciato come una fossa
in te si lavano le mani i servi,
i servi del delitto
che ti cambiano veste parola e udito
che ti fanno simile a un fantasma dorato.
Viscidi uccelli visitano le tue dimore
sparvieri senza volto
ti legano i polsi alle vendette
degli altri
che vogliono dissacrare il Signore.
O guerra, portento di ogni spavento
malvagità inarcata, figlia stretta
generata dal suolo di nessuno
non hai udito né ombra:
sei un mostro senza anima che mangia
la soglia
e il futuro dell’uomo.

War

O man ruined like a ditch
servants wash their hands in you,
the servants of murder
who change your clothes your words your hearing
who turn you into a golden ghost.
Slimy birds visit your dwellings
faceless sparrows
tie your wrists to the vendettas
of those
who want to desecrate God.
O war, prophet of all fear
over-arching evil, true daughter
born of no one’s ground
you have neither hearing nor shadow:
you are a soul-less monster eating
the threshold
and future of man.

(Translated by Susan Stewart)

Molta follia, Emily Dickinson

Molta Follia è il più divino Senno –
A un Occhio perspicace –
Molto Senno – la più assoluta Follia –
È la Maggioranza
In questo, come in Tutto, a prevalere –
Approva – e sei sano –
Obietta – sei subito pericoloso –
E trattato con Catene –

(Trad. di Giuseppe Ierolli)

Much Madness

Much Madness is divinest Sense –
To a discerning Eye –
Much Sense – the starkest Madness –
‘Tis the Majority
In this, as All, prevail –
Assent – and you are sane –
Demur – you’re straightway dangerous –
And handled with a Chain –

Nulla mi lega a nulla, Fernando Pessoa

Nulla mi lega a nulla.
Voglio cinquanta cose allo stesso tempo.
Bramo con un’angoscia di fame di carne
quel che non so cosa sia-
definitivamente l’indefinito.
dormo irrequieto e vivo in un irrequieto sognare
Di chi dorme irrequieto, mezzo sognando.

Nada me ata a nada

Nada me ata a nada.
Quiero cincuenta cosas al tiempo.
Con angustia del que tiene hambre de carne anhelo
no sé bien qué:
definidamente lo indefinido…
Duermo inquieto, y vivo en el soñar inquieto
de quien duerme inquieto, a medias soñando.

Lisbon Revisited (1928)
Traducción de José Antonio Llardent

La sigaretta migliore, da “Sailing Alone Around the Room”, Billy Collins

Ce ne sono molte che mi mancano,
dopo aver gettato dal finestrino dell’auto l’ultima,
scintillante, lungo la strada, una notte, anni fa.

Quelle canoniche, naturalmente:
dopo aver fatto sesso, le due punte luminose
ora luci di un’unica nave;
alla fine di una lunga cena
con altro vino in arrivo
e un cerchio di fumo che fluiva nel lampadario;
o su una spiaggia bianca
stretta fra le dita ancora bagnate dalla nuotata.

Così agrodolci queste punteggiature
di fiamma e gestualità;
ma le migliori erano in quelle mattine
quando qualche piccola cosa
cominciava a prendere forma
alla macchina da scrivere,
il sole che brillava alle finestre,
con Berlioz, magari, in sottofondo.
Andavo in cucina per un caffè
e tornavo alla pagina,
ripiegata nel rullo,
me ne accendevo una e sentivo
il secco afflusso mescolarsi al gusto scuro del caffè.

Poi diventavo la locomotiva di me stesso
che lasciava dietro di sé, mentre tornavo al lavoro,
piccoli sbuffi di fumo
indici del progresso,
segni di laboriosità e pensiero,
il segnale che diceva al diciannovesimo secolo
che avanzava.
Quella era la sigaretta migliore,
quando fumante entravo nello studio
pieno di speranze vaporose
e me ne stavo lì, in piedi,
con la grande lampada del mio volto
che illuminava le parole disposte in linee parallele.

The Best Cigarette

There are many that I miss
having sent my last one out a car window
sparking along the road one night, years ago.Continua a leggere…