Traccio un solco per terra in riva al mare: e la marea non tarda che lo spiana. Così è la poesia. La stessa sorte tocca alla sabbia e tocca alla poesia al viavai della marea, al vien-vieni della morte.
(Traduzione di Fernanda Toriello)
Destino
Risco no chão um traço, à beira água: Não tarda que a maré o deixe raso. Tal e qual o poema. É comum sorte Que areias e poemas tanto valham Ao vaivém da maré, vem-vem da morte.
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Teodor Currentzis – Mozart’s Requiem: 3. Dies Irae – Concert recorded at Felsenreitschule (Salzburg, Austria), on July 23, 2017
Io temo tanto la parola degli uomini. Dicono tutto sempre cosí chiaro: questo si chiama cane e quello casa, e qui è l’inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco, che sappian tutto ciò che fu e sarà; non c’è montagna che li meravigli; le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani. A me piace sentire le cose cantare. Voi le toccate: diventano rigide e mute. Voi mi uccidete le cose.
(Traduzione di Anna Maria Carpi)
«Ich fürchte mich so vor der Menschen Wort»
Ich fürchte mich so vor der Menschen Wort. Sie sprechen alles so deutlich aus. Und dieses heißt Hund und jenes heißt Haus, und hier ist der Beginn und das Ende ist dort.
Mich bangt auch ihr Sinn, ihr Spiel mit dem Spott, sie wissen alles, was wird und war; kein Berg ist ihnen mehr wunderbar; ihr Garten und Gut grenzt grade an Gott.
Ich will immer warnen und wehren: Bleibt fern. Die Dinge singen hör ich so gern. Ihr rührt sie an: sie sind starr und stumm. Ihr bringt mir alle die Dinge um.
da “Jugendgedichte”, Wiesbaden: Insel Verlag, 1959
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Canadian artist and musician Chilly Gonzales brings his eloquent compositions to COLORS with a stunning rendition of “Nimbus” taken from his Solo Piano III album.
C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita. È tutto in ordine dentro e attorno a lui. Per ogni cosa ha metodi e risposte.
È lesto a indovinare il chi il come il dove e a quale scopo.
Appone il timbro a verità assolute, getta i fatti superflui nel tritadocumenti, e le persone ignote dentro appositi schedari.
Pensa quel tanto che serve, non un attimo in più, perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.
E quando è licenziato dalla vita, lascia la postazione dalla porta prescritta.
A volte un po’ lo invidio – per fortuna mi passa.
(Traduzione di Silvano De Fanti)
Są tacy, którzy
Są tacy, którzy sprawniej wykonują życie. Mają w sobie i wokół siebie porządek. Na wszystko sposób i słuszną odpowiedź. Odgadują od razu kto kogo, kto z kim, w jakim celu, którędy. Przybijają pieczątki do jedynych prawd, wrzucają do niszczarek fakty niepotrzebne, a osoby nieznane do z góry przeznaczonych im segregatorów. Myślą tyle, co warto, ani chwilę dłużej, bo za tą chwilą czai się wątpliwość. A kiedy z bytu dostaną zwolnienie, opuszczają placówkę wskazanymi drzwiami. Czasami im zazdroszczę – na szczęście to mija.
There Are Those Who
There are those who conduct life more precisely. The keep order within and around them. A way for everything, and a right answer.
The guess straight off who’s with who, who’s got who, to what end, in what direction.
They set their stamp on single truths, toss unnecessary facts into the shredder and unfamiliar persons into previously designated files.
They think as long as it takes, not a second more, since doubt lies lurking behind that second.
And when they’re dismissed from existence, they leave their place of work through the appropriately marked exit.
Sometimes I envy them – it passes, luckily.
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David Garrett & Band – “Imagine” (John Lennon) – Terme di Caracalla, 25.07.22
David Garrett nel tour “ALIVE” alle Terme di Caracalla a Roma (IT): un concerto spettacolare in una cornice antica. David suona brani evergreen, rock e pop, ma anche arrangiamenti classici. Questi pezzi significano molto per lui, perché fanno parte della colonna sonora della sua vita. Il concerto è disponibile su Arte Concert fino al 23/10/2022.
L’alba corre per entrambi – l’est – il suo convegno pupureo mantiene con la collina – il mezzodì svolge il suo blu finché una sola ampiezza copre due – remotissimi –
né la notte dimentica di accendere – una lampada per ciascuno su lucignoli lontanissimi – il nord – il suo segno ardente innalza nello iodio – finché entrambi – possono vederlo –
le braccia tenebrose della mezzanotte stringono emisferi, e case e così uno – sul suo petto e una sul suo orlo – entrambi dormono –
(Traduzione di Massimo Bacigalupo)
I due sono a distanze remote l’uno dall’altra, tanto che anche le ore sono per loro diverse, quando l’uno giace nel cuore della notte l’altra giace al bordo della stessa notte. Ma la natura riesce in qualche modo a riunirli, sia perché vedono allo stesso modo le albe, i tramonti, i giorni, le notti, sia perché il mezzogiorno si estende a tale ampiezza da comprenderli entrambi, così come il settentrione rifulge nell’ardente segno dell’aurora boreale, visibile a tutt’e due.
The Sunrise runs for Both
The Sunrise runs for Both – The East – Her Purple Troth Keeps with the Hill – The Noon unwinds Her Blue Till One Breadth cover Two – Remotest – still –
Nor does the Night forget A Lamp for Each – to set – Wicks wide away – The North – Her blazing Sign Erects in Iodine – Till Both – can see –
The Midnight’s Dusky Arms Clasp Hemispheres, and Homes And so Upon Her Bosom – One – And One upon Her Hem – Both lie –
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Energica, abile e spiritosa esecuzione di “Bolero” di Ravel in arrangiamento per due pianoforti di Francesco Tristano – Alice Sara Ott e Francesco Tristano eseguono un concerto mozzafiato, in cui entrambi i pianoforti prendono il posto di un’orchestra al completo e tutti i suoi colori tonali. Questa registrazione è stata effettuata il 16 aprile 2015, nell’ambito dell’Heidelberger Frühling (DE), un rinomato festival di musica classica contemporanea.
So di una pietra dove sedermi all’ombra di settembre e parlerò di girasoli questo fiore quasi di sabbia che spalla a spalla con il sole fa del peso della sua solitudine l’ardore e la gloria dei grandi giorni d’estate.
(Traduzione di Federico Bertolazzi)
“Sei de uma pedra onde me sentar“
Sei de uma pedra onde me sentar à sombra de setembro e vou falar dos girassóis essa flor quase de areia que ombro a ombro com o sol faz do peso da sua solidão o ardor e a gloria das grandes dias doverão.
Bambino, quanto sei felice seduto nella polvere a giocare con un ramoscello tutta la mattina! Io sorrido di questo tuo gioco con un ramoscello spezzato. Io sono indaffarato coi miei conti sommando cifre per ore e ore. Forse mi sbirci pensando: Che stupido gioco con cui sprecare il mattino! Bambino, ho scordato l’arte di giocare con torte di fango e bastoncini. Vado in cerca di costosi balocchi e ammasso mucchi d’oro e d’argento. Tu sai creare i tuoi giochi felici con tutto quello che trovi. Io spreco Il mio tempo e le mie forze per cose che non riesco mai a ottenere. Mi sforzo con la mia fragile canoa d’attraversare il mare del desiderio, e mi dimentico che anche il mio è soltanto un gioco.
Playthings
Child, how happy you are sitting in the dust, playing with a broken twig all the morning. I smile at your play with that little bit of a broken twig. I am busy with my accounts, adding up figures by the hour. Perhaps you glance at me and think, “What a stupid game to spoil your morning with!” Child, I have forgotten the art of being absorbed in sticks and mud-pies. I seek out costly playthings, and gather lumps of gold and silver. With whatever you find you create your glad games, I spend both my time and my strength over things I never can obtain. In my frail canoe I struggle to cross the sea of desire, and forget that I too am playing a game.
Piccola, azzurra aleggia una farfalla, il vento la agita, un brivido di madreperla scintilla, tremola, trapassa. Così nello sfavillio d’un momento, così nel fugace alitare, vidi la felicità farmi un cenno scintillare, tremolare, trapassare.
Blauer Schmetterling
Flügelt ein kleiner blauer Falter vom Wind geweht, Ein perlmutterner Schauer, Glitzert, flimmert, vergeht. So mit Augenblicksblinken, So im Vorüberwehn Sah ich das Glück mir winken, Glitzern, flimmern, vergehn.
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Gnossiennes No.1, No. 3, Gymnopédies No.1, Eric Satie – Alice Sara Ott piano recital part 2
Hanno un impercettibile Odore – che per me È metro – ma non solo – è melodia – E più pungenti nell’estinguersi – indicano – Il Temperamento – di un Poeta –
(Traduzione di Giuseppe Ierolli)
N.d.T.: Una copia fu inviata a Gertrude Vanderbilt, probabilmente insieme a dei fiori. Ne conosciamo il testo da una trascrizione di Mabel Todd e rispetto a quella riportata sopra, nei fascicoli, ci sono due differenze: “poesy” (“poesia”) al posto di “melody” al verso 2 e “celebrate” (“celebrano”) al posto di “indicate” al verso 3, peraltro presenti come varianti anche nei fascicoli. In quei probabili fiori possiamo però anche leggere una metafora della poesia: i versi di una poesia lasciano dietro di sé una scia molto simile a un profumo, a un odore che non tutti riescono a percepire, e che diventa a un tempo metro e ritmo, musica e poesia. E se il profumo di quei versi persiste, e anzi aumenta, dopo la morte del loro creatore, allora siamo di fronte a un vero poeta.
They have a little Odor…
They have a little Odor – that to me Is metre – nay – ‘tis melody – And spiciest at fading – indicate – A Habit – of a Laureate –
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Yuja Wang: Liszt Piano Concerto No. 1 in E-flat major, S.124 – NDR Elbphilharmonie Orchestra conducted by Alan Gilbert February 27, 2022
Dio parla a ciascuno solamente prima ch’egli sia creato, e con lui esce poi tacendo dalla notte. Ma le parole, quelle prima dell’inizio di ciascuno, le parole come nubi, sono queste:
Sospinto dal tuo intendere, va’ fino al limite del tuo anelare; dai a me una veste.
Dietro alle cose come incendio, fatti grande, sicché le loro ombre, diffuse, coprano sempre me completamente.
Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore. Si deve sempre andare: nessun sentire è mai troppo lontano. Non lasciare che da me tu sia diviso. Vicina è la terra, che vita è chiamata. La riconoscerai dalla sua solennità.
A me da’ la tua mano.
(Traduzione di Lorenzo Gobbi)
Laß dir Alles geschehn
Gott spricht zu jedem nur, eh er ihn macht, dann geht er schweigend mit ihm aus der Nacht. Aber die Worte, eh jeder beginnt, diese wolkigen Worte, sind:
Von deinen Sinnen hinausgesandt, geh bis an deiner Sehnsucht Rand; gieb mir Gewand.
Hinter den Dingen wachse als Brand, daß ihre Schatten, ausgespannt, immer mich ganz bedecken.
Laß dir Alles geschehn: Schönheit und Schrecken. Man muß nur gehn: Kein Gefühl ist das fernste. Laß dich von mir nicht trennen. Nah ist das Land, das sie das Leben nennen.
Du wirst es erkennen an seinem Ernste.
Gieb mir die Hand.
Let Everything Happen
God speaks to each of us as he makes us, then walks with us silently out of the night.
These are the words we dimly hear:
You, sent out beyond your recall, go to the limits of your longing. Embody me.
Flare up like flame and make big shadows I can move in.
Let everything happen to you: beauty and terror. Just keep going. No feeling is final. Don’t let yourself lose me.
Nearby is the country they call life. You will know it by its seriousness.
Give me your hand.
(Translated from German by Anita Barrows and Joanna Macy)
In che lingua si dice, in che nazione, in che altra umanità s’è mai imparato la parola che metta ordine nel caos che in questo turbinio s’è formato? Che sussurro di vento, che dorato canto d’uccello su alti rami posato può dire, con suoni, le cose che, tacendo, nel silenzio degli occhi confessiamo?
(Traduzione di Fernanda Toriello)
No silêncio dos olhos
Em que língua se diz, em que nação, Em que outra humanidade se aprendeu A palavra que ordene a confusão Que neste remoinho se teceu? Que murmúrio de vento, que dourados Cantos de ave pousada em altos ramos Dirão, em som, as coisas que, calados, No silêncio dos olhos confessamos?
José Saramago Os Poemas Possíveis Lisboa, Caminho, 1999
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Brahms Waltz Op 39 No.15 Beatrice Rana, Yannick Nézet-Séguin (Conductor)