Ricordati del mio volto, Emily Dickinson

Ricordati il mio Volto
Una volta nella tua Gioia,
Sarai in Paradiso oggi
Mio ospite di certo –

Altre Cortesie ci sono state –
Altra Cortesia potrà esserci –
Noi ci raccomandiamo a te
Modello di Cavalleria –

(Traduzione di Giuseppe Ierolli)

NdT: Il riferimento della prima strofa è il dialogo fra Gesù crocifisso e il secondo ladrone, in Luca 23,42-43: “E disse a Gesù: «Signore, ricordati di me quando arriverai nel tuo regno». E Gesù rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso.»”
La salvezza concessa senza indugio da Gesù al ladrone sul Golgota diventa una atto di cortese cavalleria nei confronti di chi si sente sconfitto, un atto che ci fa sperare di meritarlo anche noi.
Come in molte poesie che parlano del rapporto con la divinità, i termini usati da ED (“courtesy”, “guest of mine”, paragon of chivalry”) sono molto umani e terreni, quasi a voler trovare in parole familiari una risposta al dubbio su un destino che sfugge alla nostra comprensione.

Recollect the Face of me

Recollect the Face of me
When in thy Felicity,
Due in Paradise today
Guest of mine assuredly –

Other Courtesies have been –
Other Courtesy may be –
We commend ourselves to thee
Paragon of Chivalry –

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Daniil Trifonov – Bach: Jesus bleibet meine Freude (Arr. Hess) (Live from OPUS Klassik 2021)

C’è chi, da “Basta così” (2012), Wislawa Szymborska

C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
È tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.

È lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,
non un attimo in più,
perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.

E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.

A volte un po’ lo invidio
– per fortuna mi passa.

(Traduzione di Silvano De Fanti)

Są tacy, którzy

Są tacy, którzy sprawniej wykonują życie.
Mają w sobie i wokół siebie porządek.
Na wszystko sposób i słuszną odpowiedź.
Odgadują od razu kto kogo, kto z kim,
w jakim celu, którędy.
Przybijają pieczątki do jedynych prawd,
wrzucają do niszczarek fakty niepotrzebne,
a osoby nieznane
do z góry przeznaczonych im segregatorów.
Myślą tyle, co warto,
ani chwilę dłużej,
bo za tą chwilą czai się wątpliwość.
A kiedy z bytu dostaną zwolnienie,
opuszczają placówkę
wskazanymi drzwiami.
Czasami im zazdroszczę
– na szczęście to mija.

There Are Those Who

There are those who conduct life more precisely.
The keep order within and around them.
A way for everything, and a right answer.

The guess straight off who’s with who, who’s got who,
to what end, in what direction.

They set their stamp on single truths,
toss unnecessary facts into the shredder
and unfamiliar persons
into previously designated files.

They think as long as it takes,
not a second more,
since doubt lies lurking behind that second.

And when they’re dismissed from existence,
they leave their place of work
through the appropriately marked exit.

Sometimes I envy them
– it passes, luckily.

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