Lascia che tutto ti accada bellezza e terrore, da “Libro d’ore” (2008), Rainer Maria Rilke

Dio parla a ciascuno solamente prima ch’egli sia creato,
e con lui esce poi tacendo dalla notte.
Ma le parole, quelle prima dell’inizio di ciascuno,
le parole come nubi, sono queste:

Sospinto dal tuo intendere,
va’ fino al limite del tuo anelare;
dai a me una veste.

Dietro alle cose come incendio, fatti grande,
sicché le loro ombre, diffuse,
coprano sempre me completamente.

Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore.
Si deve sempre andare: nessun sentire è mai troppo lontano.
Non lasciare che da me tu sia diviso.
Vicina è la terra,
che vita è chiamata.
La riconoscerai
dalla sua solennità.

A me da’ la tua mano.

(Traduzione di Lorenzo Gobbi)

Laß dir Alles geschehn

Gott spricht zu jedem nur, eh er ihn macht,
dann geht er schweigend mit ihm aus der Nacht.
Aber die Worte, eh jeder beginnt,
diese wolkigen Worte, sind:

Von deinen Sinnen hinausgesandt,
geh bis an deiner Sehnsucht Rand;
gieb mir Gewand.

Hinter den Dingen wachse als Brand,
daß ihre Schatten, ausgespannt,
immer mich ganz bedecken.

Laß dir Alles geschehn: Schönheit und Schrecken.
Man muß nur gehn: Kein Gefühl ist das fernste.
Laß dich von mir nicht trennen.
Nah ist das Land,
das sie das Leben nennen.

Du wirst es erkennen
an seinem Ernste.

Gieb mir die Hand.

Let Everything Happen

God speaks to each of us as he makes us,
then walks with us silently out of the night.

These are the words we dimly hear:

You, sent out beyond your recall,
go to the limits of your longing.
Embody me.

Flare up like flame
and make big shadows I can move in.

Let everything happen to you: beauty and terror.
Just keep going. No feeling is final.
Don’t let yourself lose me.

Nearby is the country they call life.
You will know it by its seriousness.

Give me your hand.

(Translated from German by Anita Barrows and Joanna Macy)

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Maksim – Clocks – Coldplay

Il lavoro della mano, da “Oficio de paciencia” (1994), Eugénio De Andrade

Comincio a rendermi conto: la mano
che scrive i versi
è invecchiata. Ha cessato di amare la sabbia
delle dune, i pomeriggi di pioggia
sottile, la rugiada mattutina
dei cardi. Ora preferisce le sillabe
della sua angoscia.
Ha sempre lavorato più della sorella,
un po’ viziata, un po’
pigra, più bella.
A lei è toccato sempre
il compito più duro: seminare, raccogliere,
cucire, strofinare. Ma anche
accarezzare, certo. L’esigenza,
il rigore, hanno finito per stancarla.
La fine non puô tardare: speriamo
tenga conto della sua nobiltà.

(Traduzione di Emma Scoles)

Os trabalhos da mâo

Começo a dar-me conta: a mâo
que escreve os versos
envelheceu. Deixou de amar as areias
das dunas, as tardes de chuva
miúda, o orvalho matinal
dos cardos. Préfère agora as sílabas
da sua afliçào.
Sempre trabalhou mais que sua irmà,
um pouco mimada, um pouco
preguiçosa, mais bonita.
A si coube sempre
a tarefa mais dura: semear, colher,
coser, esfregar. Mas tamben
acariciar, é certo. A exigencia,
o rigor, acabaram por fatigá-la.
O fim nao pode tardar: oxalá
tenha em conta a sua nobreza.

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Maksim performing Beyond Rangoon live at Great Hall of the People, Beijing

La mano, da “Basta così” (1992), Wislawa Szymborska

Ventisette ossa,
trentacinque muscoli,
circa duemila cellule nervose
in ogni polpastrello delle nostre cinque dita.
E’ più che sufficiente
per scriver Mein Kampf
o Winnie the Pooh.

(Traduzione di Silvano De Fanti)

Hand

Twenty seven bones,
thirty five muscles,
around two thousand nerve cells
in every tip of all five fingers.
It’s more than enough
to write “Mein Kampf”
or “Pooh Corner.”

(Translated from Polish by Clare Cavanagh)

Solo una mano d’angelo, da “Clinica dell’abbandono”, Alda Merini

Solo un mano d’angelo
intatta di sè, del suo amore per sè,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell’uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell’oggi e dell’ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell’uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d’eterno e d’immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell’uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.