Un bel gatto forte, dolce e vezzoso, Charles Baudelaire

Un bel gatto forte, dolce e vezzoso
passeggia nel mio cervello
come a casa sua.
Si sente appena quando miagola,

per quanto il tono è tenero e discreto;
ma la voce è sempre profonda e ricca,
sia che brontoli o s’acquieti.
Questo il suo incanto e il suo segreto.

Come penetra e filtra questa voce
nell’intimo mio più tenebroso!
Mi riempie come un verso numeroso
e mi rallegra come un filtro!

Che quiete per i mali più crudeli!
Racchiude in sé tutte le estasi!
Non le servono parole
per dire le più lunghe frasi.

L’unico archetto che morde
sul perfetto strumento del mio cuore
e fa cantare più regalmente
la più vibrante corda

è la tua voce, gatto misterioso,
gatto serafico, gatto strano!
Tutto in te, come in un angelo,
è sottile ed armonioso!

Ode al gatto, Pablo Neruda

Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi grazia volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.

L’uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l’ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d’oro.

Non c’è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l’elastica linea del suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz’orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell’amore
all’aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perchè tutto
è immondo
per l ‘immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c’è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all’abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no
io non sono d’accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
del coccodrillo
la bontà ignorata del pompiere
l’atavismo azzurro
del sacerdote
ma non riesco
a decifrare un gatto
sul suo distacco
la ragione slitta
numeri d’oro
stanno nei suoi occhi.

Oda al gato

Los animales fueron
imperfectos,
largos de cola, tristes
de cabeza.
Poco a poco se fueron
componiendo,
haciéndose paisaje,
adquiriendo lunares, gracia, vuelo.
El gato,
sólo el gato
apareció completo
y orgulloso:
nació completamente terminado,
camina solo y sabe lo que quiere.

El hombre quiere ser pescado y pájaro,
la serpiente quisiera tener alas,
el perro es un león desorientado,
el ingeniero quiere ser poeta,
la mosca estudia para golondrina,
el poeta trata de imitar la mosca,
pero el gato
quiere ser sólo gato
y todo gato es gato
desde bigote a cola,
desde presentimiento a rata viva,
desde la noche hasta sus ojos de oro.

No hay unidad
como él,
no tienen
la luna ni la flor
tal contextura:
es una sola cosa
como el sol o el topacio,
y la elástica línea en su contorno
firme y sutil es como
la línea de la proa de una nave.
Sus ojos amarillos
dejaron una sola
ranura
para echar las monedas de la noche.

Oh pequeño
emperador sin orbe,
conquistador sin patria,
mínimo tigre de salón, nupcial
sultán del cielo
de las tejas eróticas,
el viento del amor
en la intemperie
reclamas
cuando pasas
y posas
cuatro pies delicados
en el suelo,
oliendo,
desconfiando
de todo lo terrestre,
porque todo
es inmundo
para el inmaculado pie del gato.

Oh fiera independiente
de la casa, arrogante
vestigio de la noche,
perezoso, gimnástico
y ajeno,
profundísimo gato,
policía secreta
de las habitaciones,
insignia
de un
desaparecido terciopelo,
seguramente no hay
enigma
en tu manera,
tal vez no eres misterio,
todo el mundo te sabe y perteneces
al habitante menos misterioso,
tal vez todos lo creen,
todos se creen dueños,
propietarios, tíos
de gatos, compañeros,
colegas,
discípulos o amigos
de su gato.

Yo no.
Yo no suscribo.
Yo no conozco al gato.
Todo lo sé, la vida y su archipiélago,
el mar y la ciudad incalculable,
la botánica,
el gineceo con sus extravíos,
el por y el menos de la matemática,
los embudos volcánicos del mundo,
la cáscara irreal del cocodrilo,
la bondad ignorada del bombero,
el atavismo azul del sacerdote,
pero no puedo descifrar un gato.
Mi razón resbaló en su indiferencia,
sus ojos tienen números de oro.

Il gatto in un appartamento vuoto, da “La fine e l’inizio” (1993), Wislawa Szymborska

Morire – questo a un gatto non si fa.
Perché cosa può fare il gatto
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.

Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.

Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c’era qualcuno, c’era,
e poi d’un tratto è scomparso,
e si ostina a non esserci.

In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani si è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Cos’altro si può fare.
Aspettare e dormire.

Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all’inizio niente salti né squittii.

(Traduzione di Pietro Marchesani)

Cat in an Empty Apartment

Die—you can’t do that to a cat.
Since what can a cat do
in an empty apartment?
Climb the walls?
Rub up against the furniture?
Nothing seems different here
but nothing is the same.
Nothing’s been moved
but there’s more space.
And at nighttime no lamps are lit.

Footsteps on the staircase,
but they’re new ones.
The hand that puts fish on the saucer
has changed, too.

Something doesn’t start
at its usual time.
Something doesn’t happen
as it should.
Someone was always, always here,
then suddenly disappeared
and stubbornly stays disappeared.

Every closet’s been examined.
Every shelf has been explored.
Excavations under the carpet turned up nothing.
A commandment was even broken:
papers scattered everywhere.
What remains to be done.
Just sleep and wait.

Just wait till he turns up,
just let him show his face.
Will he ever get a lesson
on what not to do to a cat.
Sidle toward him
as if unwilling
and ever so slow
on visibly offended paws,
and no leaps or squeals at least to start.

(Translated from Polish by Stanisław Barańczak and Clare Cavanagh)