Stirpe di isole, Juan Vicente Piqueras

Ci prendono per navi e siamo isole.

Intricate, deserte, che tesori
possiamo offrire a quelli che non giungono?

La nostra costa è dura. Il nostro faro
di voce anzichè luce
non attira, spaventa
e nessun marinaio perduto nella notte
toccherà le spiagge nostre dove ancora
fanno male le orme di quel naufrago
che sapeva del nostro deserto.

La notte, ogni notte, ci promette e ci nega
la strada del ritorno, il tornaviaggio,
l’amore che ci salvi da noi stessi
e la parola che sia detta per sempre.

Ci sono in noi alberi senza nome
stanchi di far ombra e crescere da soli.

Coloro che non partono ma soffrono
di sete di scogliera, amano i porti,
salpano nel sonno, cercano un’altra sete
per appagare la prima, ci osservano,
ci vedono come navi, felici.

Siamo isole.

Raza de islas

Y tomados por barcos somos islas.

Desiertas, intrincadas, ¿qué tesoros
podemos ofrecer a quien no llega?

Nuestra costa es difícil. Nuestro faro
de voz en vez de luz
asusta más que atrae
y ningún marinero perdido en cualquier noche
llegará a nuestras playas donde aún duelen
las huellas de aquel náufrago
que nos supo a desiertos.

La noche, noche a noche, nos promete y nos niega
el rumbo del regreso, el tornaviaje,
el amor que nos salve de nosotros
y la palabra dicha para siempre.

Hay en nosotros árboles sin nombre
cansados de su sombra y de crecer a solas.

Aquellos que no parten pero sufren
de sed acantilada, aman los puertos,
zarpan en sueños, buscan otra sed
donde saciar la suya, nos contemplan,
nos ven naves, felices.

Somos islas.

Madrigale, da “Libro de Poemas – Suites”, Federico García Lorca

Il mio bacio era una melagrana
profonda e aperta:
la tua bocca era rosa
di carta.

Lo sfondo un campo di neve.

Le mie mani erano ferri
per le incudini:
il tuo corpo era il tramonto
in un tocco di campane.

Lo sfondo un campo di neve.

Formarono stalattiti
nel trapuntato
teschio azzurro
i miei ti amo.

Lo sfondo un campo di neve.

I miei sogni infantili
si colmarono di muffa,
e il mio salomonico dolore
trapassò la luna.

Lo sfondo un campo di neve.

Adesso grave maestro,
in alta scuola,
per il mio amore e i miei sogni
(cavallini senza occhi).

E lo sfondo un campo di neve.

(Trad. di Claudio Rendina)

Madrigal

Mi beso era una granada,
profunda y abierta;
tu boca era rosa
de papel.Continua a leggere…