Compleanno con un’unica angoscia, Emily Dickinson

Compleanno con un’unica angoscia
Che ce ne saranno meno a venire –
Doloroso è l’Aggettivo
Ma generoso il destino –

(Traduzione di Giuseppe Ierolli)

NdT: Il giorno del compleanno è un giorno di festa, ma anche un momento in cui ci rendiamo conto con angoscia che ne avremo uno di meno da festeggiare. Per questo l’aggettivo da usare sarebbe “doloroso”, se non fosse per la ricchezza di esperienza e conoscenza che il destino di vivere comunque ci riserva.

Birthday of but a single pang

Birthday of but a single pang
That there are less to come –
Afflictive is the Adjective
But affluent the doom –

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Hayato Sumino – Cateen: Happy Birthday To Everyone (Variations in all 12 major keys) – 14 lug 2020

Compleanno, da “Ogni caso” (1972), Wislawa Szymborska

Tanto mondo a un tratto da tutto il mondo:
morene, murene e marosi e mimose,
e il fuoco e il fuco e il falco e il frutto –
come e dove potrò mettere il tutto?
Queste foglie e scaglie, questi merli e tarli,
lamponi e scorpioni – dove sistemarli?
Lapilli, mirtilli, berilli e zampilli –
grazie, ma ce n’è fin sopra i capelli.
Dove andranno questo tripudio e trifoglio,
tremore e cespuglio e turgore e scompiglio?
Dove porti un ghiro e nascondi l’oro,
che fare sul serio dell’uro e del toro?
Già il biossido è cosa ben preziosa e cara,
aggiungi la piovra, e in più la zanzara!
Immagino il prezzo, benché esagerato –
grazie, io davvero non l’ho meritato.
Non è troppo per me il sole, l’aurora?
Che cosa può farne l’umana creatura?
Sono qui un istante, un solo minuto:
non saprò del dopo, non l’avrò vissuto.
Come distinguere il tutto dal vuoto?
Dirò addio alle viole nel viaggio affrettato.
Pur la più piccola – è una spesa folle:
fatica di stelo, e il petalo, e il pistillo,
una volta, da mai, a caso sulla Terra,
sprezzante e precisa, fragile e altera.

(Traduzione di Pietro Marchesani)

Compleanno è una poesia squisita, piena di esuberanza, allegria e meraviglia, così piena dei doni di Dio. Il compleanno non è di un individuo ma della serie di nascite collettive che avvengono sulla terra

Urodziny

Tyle naraz’wiata ze wszystkich stron swiata:
moreny, mureny i morza, i zorze,
io ogień, io ogon, io orzeł, io orzech –
jak ja a ustawię, gdzie ja a położę?
Te chaszcze i paszcze, io leszcze, io deszcze,
bodziszki, modliszki – gdzie ja to pomieszczę?
Motyle, goryle, beryle i trele –
dziękuję, to chyba o wiele za wiele,
Do dzbanka jakiego tam łopian i łopot,
io łubin, io popłoch, io przepych, io kłopot?
Gdzie zabrać kolibra, gdzie ukryć a srebro,
co zrobić na serio z tym żubrem i zebrą?
Już taki dwutlenek rzecz ważna i droga,
a tu ośmiornica i jeszcze stonoga!
Domyślam się ceny, choć cena z gwiazd zdarta –
dziekuję, doprawdy nie czuję się warta.
Nie szkoda to dla mnie zachodu i słońca?
Jak ma się w per bawić osoba żyjąca?
Na chwilę tu jestem i tylko na chwilę:
co dalsze, przeoczę, a resztę pomylę.
Nie zdążę wszystkiego odrożnić od
próżni.
Pogubię te bratki w pośpiechu podróżnym.
Jużc hoćby najmniejszy – szalony wydatek:
fatyga łodygi io listek, io płatek
raz jeden w przestrzeni, od nigdy, na oślep,
wzgardliwie dokładny i kruchy wyniośle.

Birthday

So much world all at once – how it rustles and bustles!
Moraines and morays and morasses and mussels,
The flame, the flamingo, the flounder, the feather –
How to line them all up, how to put them together?
All the tickets and crickets and creepers and creeks!
The beeches and leeches alone could take weeks.
Chinchillas, gorillas, and sarsaparillas –
Thanks do much, but all this excess of kindness could kill us.
Where’s the jar for this burgeoning burdock, brooks’ babble,
Rooks’ squabble, snakes’ quiggle, abundance, and trouble?
How to plug up the gold mines and pin down the fox,
How to cope with the linx, bobolinks, strptococs!
Tale dioxide: a lightweight, but mighty in deeds:
What about octopodes, what about centipedes?
I could look into prices, but don’t have the nerve:
These are products I just can’t afford, don’t deserve.
Isn’t sunset a little too much for two eyes
That, who knows, may not open to see the sun rise?
I am just passing through, it’s a five-minute stop.
I won’t catch what is distant: what’s too close, I’ll mix up.
While trying to plumb what the void’s inner sense is,
I’m bound to pass by all these poppies and pansies.
What a loss when you think how much effort was spent
perfecting this petal, this pistil, this scent
for the one-time appearance, which is all they’re allowed,
so aloofly precise and so fragilely proud.

(Translated from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh)

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Danzón No. 2 – Alondra de la Parra dirigiendo la POA, de Arturo Márquez HD (True sync)

Danzón No. 2, capolavoro del compositore messicano Arturo Márquez e icona del repertorio sinfonico messicano degli ultimi tempi, eseguito dall’Orchestra Filarmonica delle Americhe con la direzione di Alondra de la Parra. Revolution Tour 2010 “Auditorium Nazionale Città del Messico La mia Anima Messicana”.

Capodanno, da “Balistica” (2011), Billy Collins

Ognuno ha due compleanni
secondo il saggista inglese Charles Lamb,
il giorno in cui si nasce e il capodanno:

una divertente osservazione su cui rimugino
mentre aspetto che bolla l’acqua in una cucina
che è trasformata dalla luce del mattino
in una di quelle stanze brillanti di Matisse.

“Nessuno ha mai considerato il Primo di gennaio
con indifferenza”, scrive Lamb,
perché diversamente dal giorno della Marmotta o dalla festa dell’Annunciazione
non segna altro che il passare del tempo,
penso, mentre immergo una campanella metallica
di foglie di tè in poca acqua bollente che s’intorbidisce.

Ammetto di considerare il giorno del mio compleanno
come l’anniversario gioioso della mia esistenza
probabilmente perché ero e resto
in questo giorno di fine dicembre, un figlio unico.

E in quanto figlio unico –
figlio unico che sorseggia tè e smangiucchia una fetta di pane
questa mattina, in una stanza piena di colori –
darei il benvenuto a un ulteriore compleanno,
occasione in più per interrompere per un momento
quel che si sta facendo e riflettere sul mio essere qui in terra.

E uno in più potrebbe essere una piccola consolazione
per noi tutti che dobbiamo affrontare anche un giorno della morte,
una X in un quadratino
di qualche calendario da cucina del futuro,

il giorno in cui ciascuno di noi è gettato giù dal treno del tempo
da un corpulento controllore senza cuore
mentre sfreccia ruggendo fra i mesi e gli anni,

con cappellini di carta, candele, coriandoli e oroscopi
che volano in alto nella turbinosa folata della sua scia.

(Traduzione di Franco Nasi)

New Year’s Day

Everyone has two birthdays
according to the English essayist Charles Lamb,
the day you were born and New Year’s Day—

a droll observation to mull over
as I wait for the tea water to boil in a kitchen
that is being transformed by the morning light
into one of those brilliant rooms of Matisse.

“No one ever regarded the First of January
with indifference,” writes Lamb,
for unlike Groundhog Day or the feast of the Annunciation,

this one marks nothing but the passage of time,
I realized, as I lowered a tin diving bell
of tea leaves into a little body of roiling water.

I admit to regarding my own birthday
as the joyous anniversary of my existence
probably because I was, and remain
to this day in late December, an only child.

And as an only child–
a tea-sipping, toast-nibbling only child
in a colorful room this morning–
I would welcome an extra birthday,
one more opportunity to stop what we are doing
for a moment and reflect on my being here on earth.

And one more birthday might be a consolation
to us all for having to face a death-day, too,
an X in a square
on some kitchen calendar of the future,

the day when each of us is thrown off the train of time
by a burly, heartless conductor
as it roars through the months and years,

party hats, candles, confetti, and horoscopes
billowing up in the turbulent storm of its wake.

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David Garrett – LET IT BE (Paul McCartney)