Armonia della sera, da “Les Fleurs du Mal”, Charles Baudelaire

Ora vibra sullo stelo ogni fiore
svapora in aria come un incensiere,
suoni profumi affollano la sera:
valzer triste, vertigine, languore.

Svapora il fiore come un incensiere,
freme il violino, contristato cuore,
valzer triste, vertigine, languore!
Il ciele è bello e triste come altare.

Freme il violino, contristato cuore,
un cuore ostile al nulla immenso, nero.
Il cielo è bello e triste come altare:
il sole annega nel suo sangue d’oro.

Un cuore ostile al nulla immenso, nero,
del passato conserva ogni tesoro.
Il sole annega nel suo sangue d’oro…
Ostensorio è il tuo volto in me, raggiera!

(Trad. di Antonio Prete)

Harmonie du soir

Voici venir les temps où vibrant sur sa tige
Chaque fleur s’évapore ainsi qu’un encensoir;
Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir;
Valse mélancolique et langoureux vertige!

Chaque fleur s’évapore ainsi qu’un encensoir;
Le violon frémit comme un coeur qu’on afflige;
Valse mélancolique et langoureux vertige!
Le ciel est triste et beau comme un grand reposoir.

Le violon frémit comme un coeur qu’on afflige,
Un coeur tendre, qui hait le néant vaste et noir!
Le ciel est triste et beau comme un grand reposoir;
Le soleil s’est noyé dans son sang qui se fige.

Un coeur tendre, qui hait le néant vaste et noir,
Du passé lumineux recueille tout vestige!
Le soleil s’est noyé dans son sang qui se fige…
Ton souvenir en moi luit comme un ostensoir!

Le più belle poesie da “La terra santa”, Alda Merini

Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’assenzio
di una sopravvivenza negata.

Autopsicografia, Fernando Pessoa

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Autopsicografía

El poeta es un fingidor.
Finge tan completamente
Que hasta finge que es dolor
El dolor que de veras siente.

Y quienes leen lo que escribe,
Sienten, en el dolor leído,
No los dos que el poeta vive
Sino aquél que no han tenido.

Y así va por su camino,
Distrayendo a la razón,
Ese tren sin real destino
Que se llama corazón.

O Capitano! mio Capitano!, Walt Whitman

O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
La nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato,
Vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
Mentre gli occhi seguono la salda carena, la nave severa e intrepida

Ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
Là sul ponte dove giace il Capitano,
Caduto, gelido, morto.

O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
Risorgi – per te è issata la bandiera – per te squillano le trombe,
Per te fiori e ghirlande ornate di nastri – per te le coste affollate,
Te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi

Ecco Capitano! O amato padre!
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È solo un sogno che sul ponte
Sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili;
Non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
La nave è all’ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito;
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta

Esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.

O Captain! my Captain!

O Captain! my Captain! our fearful trip is done,
The ship has weather’d every rack, the prize we sought is won,
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring;
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.

O Captain! my Captain! rise up and hear the bells;
Rise up—for you the flag is flung—for you the bugle trills,
For you bouquets and ribbon’d wreaths—for you the shores a-crowding,
For you they call, the swaying mass, their eager faces turning;
Here Captain! dear father!
This arm beneath your head!
It is some dream that on the deck,
You’ve fallen cold and dead.

My Captain does not answer, his lips are pale and still,
My father does not feel my arm, he has no pulse nor will,
The ship is anchor’d safe and sound, its voyage closed and done,
From fearful trip the victor ship comes in with object won;
Exult O shores, and ring O bells!
But I with mournful tread,
Walk the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.

A lume di luna, Konstantin Dmitrievič Bal’mont

Quando la luna sfavilla nella notturna foschia
con la sua falce tenera e lucente,
la mia anima aspira a un altro mondo,
ammaliata da lontananze infinite.

Ai boschi, ai monti, alle candide cime
io mi affretto nei sogni come uno spirito infermo,
io veglio sul mondo tranquillo
e dolcemente piango e respiro la luna.

Assorbo questo pallido splendore,
come un elfo vacillo in una rete di raggi,
ascolto il silenzio loquace.

Mi è lontano il tormento del prossimo,
mi è straniera la terra con la sua lotta,
sono una nube, un alito di brezza.

Nulla è in regalo, da “La fine e l’inizio” (1993), Wislawa Szymborska

Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

E’ cosi che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

E’ troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L’inventario è preciso
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.

La protesta contro di esso
la chiamiamo anima.
E questa è l’unica voce
che manca nell’inventario.

(Traduzione di Pietro Marchesani)

Nothing’s a Gift

Nothing’s a gift, everything is borrowed.
I’m drowning in debts up to my ears.
I will be forced
to pay for myself with myself,
to give my life for my life.

It has been appointed
that the heart must be returned,
and the liver, too,
and each individual finger.

It’s too late to cancel the contract.
Debts will be extracted from me
along with my skin.

I wander this earth
amid a throng of fellow debtors.
Some are burdened by the obligation
of paying off their wings.
Others, like it or not,
are charged for their leaves.

The Debt side encumbers
each tissue in us.
There is no eyelash, no petiole
to keep forever.

The register is meticulous
and it’s evident that
we are to be left with nothing.

I can’t remember
where, when and why
I consented to open
this account.

The protest against this account
is what we call the soul.
And it is the only thing
not on the list.

(Translated by Walter Whipple)

Tu mi piovi – io ti cielo, Frida Kahlo

Tu mi piovi – Io ti cielo
Tu la finezza, l’infanzia,
la vita – amore mio – bambino – vecchio
madre e centro – azzurro – tenerezza.
Io ti porgo
il mio universo e tu mi vivi.
Sei tu che io amo oggi.
Ti amo con tutti gli amori.
Ti darò il bosco
con una casetta dentro
con tutto il buono che c’è
nella mia costruzione, tu vivrai
contento – voglio che tu
viva contento. Anche se
ti do sempre la mia
assurda solitudine e la monotonia
di tutta una complessissima
diversità di amori –
Vuoi?

Tú me llueves – yo te cielo

Tú me llueves – yo te cielo
Tú la finura, la niñez, la vida
amor mío – niño – viejo
madre y centro – azul – ternura
Yo te entrego mi universo y tú me vives
Eres tú a quien amo hoy
te amo con todos los amores
te daré el bosque con una casita dentro
con todo lo bueno que haya
en mi construcción tu vivirás contento
yo quiero que tu vivas contento.
Aunque yo te daré siempre
mi soledad absurda y la monotonía
de toda una complejísima diversidad de amores
¿Quieres?

You rain on me – I sky you

You rain on me – I sky you
You’re the fineness, childhood,
life – my love – little boy – old man
mother and center – blue – tenderness –
I hand you my
universe and you live me
It is you whom I love today.
I love you with all my loves
I’ll give you the forest
with a little house in it
with all the good things there are in
my construction, you’ll live
joyfully – I want
you to live joyfully. Although
I always give you my
absurd solitude and the monotony
of a whole diversity of loves –
Will you?

Canzone d’autunno, Federico Garcia Lorca

Oggi sento nel cuore
un vago tremore di stelle,
ma il mio sentiero si perde
nell’anima della nebbia.
La luce mi spezza le ali
e il dolore della mia tristezza
bagna i ricordi
alla fonte dell’idea.
Tutte le rose sono bianche,
bianche come la mia pena,
e non sono le rose bianche,
perché ci ha nevicato sopra.
Prima ci fu l’arcobaleno.
Nevica anche sulla mia anima.
La neve dell’anima ha
fiocchi di baci e di scene
che sono affondate nell’ombra
o nella luce di chi le pensa.
La neve cade dalle rose,
ma quella dell’anima resta
e l’artiglio degli anni
ne fa un sudario.
Si scioglierà la neve
quando moriremo?
O ci sarà altra neve
e altre rose più perfette?
Scenderà la pace su di noi
come c’insegna Cristo?
O non sarà mai possibile
la soluzione del problema?
E se l’amore c’inganna?
Chi animerà la nostra vita
se il crepuscolo ci sprofonda
nella vera scienza
del Bene che forse non esiste
e del Male che batte vicino?
Se la speranza si spegne
e ricomincia Babele
che torcia illuminerà
le strade della Terra?
Se l’azzurro è un sogno,
che ne sarà dell’innocenza?
Che ne sarà del cuore
se l’Amore non ha frecce?
Se la morte è la morte,
che ne sarà dei poeti
e delle cose addormentate
che più nessuno ricorda?
O sole della speranza!
Acqua chiara! Luna nuova!
Cuori dei bambini!
Anime rudi delle pietre!
Oggi sento nel cuore
un vago tremore di stelle
e tutte le rose sono
bianche come la mia pena.

Canción otoñal

Hoy siento en el corazón
un vago temblor de estrellas,
pero mi senda se pierde
en el alma de la niebla.
La luz me troncha las alas
y el dolor de mi tristeza
va mojando los recuerdos
en la fuente de la idea.

Todas las rosas son blancas,
tan blancas como mi pena,
y no son las rosas blancas,
que ha nevado sobre ellas.
Antes tuvieron el iris.
También sobre el alma nieva.
La nieve del alma tiene
copos de besos y escenas
que se hundieron en la sombra
o en la luz del que las piensa.

La nieve cae de las rosas,
pero la del alma queda,
y la garra de los años
hace un sudario con ellas.

¿Se deshelará la nieve
cuando la muerte nos lleva?
¿O después habrá otra nieve
y otras rosas más perfectas?
¿Será la paz con nosotros
como Cristo nos enseña?
¿O nunca será posible
la solución del problema?

¿Y si el amor nos engaña?
¿Quién la vida nos alienta
si el crepúsculo nos hunde
en la verdadera ciencia
del Bien que quizá no exista,
y del mal que late cerca?

¿Si la esperanza se apaga
y la Babel se comienza,
qué antorcha iluminará
los caminos en la Tierra?

¿Si el azul es un ensueño,
qué será de la inocencia?
¿Qué será del corazón
si el Amor no tiene flechas?

¿Si la muerte es la muerte,
qué será de los poetas
y de las cosas dormidas
que ya nadie las recuerda?
¡Oh sol de las esperanzas!
¡Agua clara! ¡Luna nueva!
¡Corazones de los niños!
¡Almas rudas de las piedras!
Hoy siento en el corazón
un vago temblor de estrellas
y todas las rosas son
tan blancas como mi pena.

Amo tutto ciò che è stato, Fernando Pessoa

Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.

Eu amo tudo o que foi

Eu amo tudo o que foi,
Tudo o que já não é,
A dor que já me não dói,
A antiga e errónea fé,
O ontem que dor deixou,
O que deixou alegria
Só porque foi, e voou
E hoje é já outro dia.

1931 – Poesias Inéditas (1930-1935)