Natale… Sulla provincia nevica, Fernando Pessoa

Natale… Sulla provincia nevica.
Tra i lari confortevoli,
un sentimento conserva
i sentimenti passati.

Cuore contrapposto al mondo,
come la famiglia è verità!
Il mio pensiero è profondo,
sto solo e sogno rimpianto.

E com’è bianco di grazia
il paesaggio che non so,
visto per la vetrata
della casa che mai avrò!

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

Natal… Na província neva

Natal… Na província neva.
Nos lares aconchegados,
Um sentimento conserva
Os sentimentos passados.

Coração oposto ao mundo,
Como a família é verdade!
Meu pensamento é profundo,
Stou só e sonho saudade.

E como é branca de graça
A paisagem que não sei,
Vista de trás da vidraça
Do lar que nunca terei!

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Snow Falling in Forest – Slow Motion

Una luce c’è in primavera, Emily Dickinson

Una luce c’è in primavera
non presente nel resto dell’anno
in qualsiasi altra stagione –
Quando marzo è appena arrivato

un colore appare fuori
sui campi solitari
che la scienza non può sorpassare
ma la natura umana sente.

Indugia sopra il prato,
delinea l’albero più lontano
sul più lontano pendio che tu sappia
quasi sembra parlarti.

Poi come orizzonti arretrano
o il mezzogiorno trascorre,
senza formula di suono
esso passa e noi restiamo –

e una qualità di perdita
tocca il nostro sentimento
come se a un tratto il guadagno
profanasse un sacramento.

(Traduzione di Massimo Bacigalupo)

A Light exists in Spring

A Light exists in Spring
Not present on the Year
At any other period —
When March is scarcely here

A Color stands abroad
On Solitary Fields
That Science cannot overtake
But Human Nature feels.

It waits upon the Lawn,
It shows the furthest Tree
Upon the furthest Slope you know
It almost speaks to you.

Then as Horizons step
Or Noons report away
Without the Formula of sound
It passes and we stay —

A quality of loss
Affecting our Content
As Trade had suddenly encroached
Upon a Sacrament.

Amore a prima vista, da “Collected and Last Poems”, Wislawa Szymborska

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano –
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno “scusi” nella ressa?
un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
– ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

(Traduzione di Pietro Marchesani)

Love at First Sight

They’re both convinced
that a sudden passion joined them.
Such certainty is beautiful,
but uncertainty is more beautiful still.

Since they’d never met before, they’re sure
that there’d been nothing between them.
But what’s the word from the streets, staircases, hallways—
perhaps they’ve passed by each other a million times?

I want to ask them
if they don’t remember—
a moment face to face
in some revolving door?
perhaps a “sorry” muttered in a crowd?
a curt “wrong number” caught in the receiver?—
but I know the answer.
No, they don’t remember.

They’d be amazed to hear
that Chance has been toying with them
now for years.

Not quite ready yet
to become their Destiny,
it pushed them close, drove them apart,
it barred their path,
stifling a laugh,
and then leaped aside.

There were signs and signals,
even if they couldn’t read them yet.
Perhaps three years ago
or just last Tuesday
a certain leaf fluttered
from one shoulder to another?
Something was dropped and then picked up.
Who knows, maybe the ball that vanished
into childhood’s thicket?

There were doorknobs and doorbells
where one touch had covered another
beforehand.
Suitcases checked and standing side by side.
One night, perhaps, the same dream,
grown hazy by morning.

Every beginning
is only a sequel, after all,
and the book of events
is always open halfway through.

(Translated from Polish by Clare Cavanagh and Stanislaw Baranczak)

Piove. E’ silenzio…, Fernando Pessoa

Piove. È silenzio, poi che la stessa pioggia
fa rumore, ma con tranquillità.
Piove. Il cielo dorme. Quando l’anima è vedova
di quel che non sa, il sentimento è cieco.
Piove. Il mio essere (chi sono) rinnego…

Tanto calma è la pioggia che si scioglie nell’aria
(non pare neppure di nuvole) che sembra
non sia pioggia, ma un sussurrare
che di se stesso, sussurrando, s’oblia.
Piove. Non viene voglia di nulla…

Non alita vento, non v’è cielo ch’io senta.
Piove lontano e indistintamente,
come una cosa certa che a noi menta,
come un gran desiderio che a noi mente.
Piove. Nulla in me sente…

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

Chove. Há Silêncio…

Chove. Há silêncio, porque a mesma chuva
Não faz ruído senão com sossego.
Chove. O céu dorme. Quando a alma é viúva
Do que não sabe, o sentimento é cego.
Chove. Meu ser (quem sou) renego…

Tão calma é a chuva que se solta no ar
(Nem parece de nuvens) que parece
Que não é chuva, mas um sussurrar
Que de si mesmo, ao sussurrar, se esquece.
Chove. Nada apetece…

Não paira vento, não há céu que eu sinta.
Chove longínqua e indistintamente,
Como uma coisa certa que nos minta,
Como um grande desejo que nos mente.
Chove. Nada em mim sente…

Fernando Pessoa, in “Cancioneiro”

Provo tanto sentimento, Fernando Pessoa

Provo tanto sentimento
che spesso sono persuaso
di essere un sentimentale,
ma riconosco, cercando la mia misura
che tutto ciò altro non è se non pensiero,
che niente ho percepito se non nei fatti.

Noi abbiamo, noi tutti che viviamo
da una parte una vita vissuta
e dall’altra una vita pensata,
l’unica che noi possediamo
è quella divisa tra
l’autentica e la falsa.

Pertanto, quella autentica,
che è falsa, non ha possibilità di
essere spiegata da nessuno
sicché viviamo in modo da
dover pensare la
vita che facciamo nostra.

Tengo tanto sentimiento

Tengo tanto sentimiento
que es frecuente persuadirme
de que soy sentimental,
mas reconozco, al medirme,
que todo esto es pensamiento
que yo no sentí al final.

Tenemos, quienes vivimos,
una vida que es vivida
y otra vida que es pensada,
y la única en que existimos
es la que está dividida
entre la cierta y la errada.

Mas a cuál de verdadera
o errada el nombre conviene
nadie lo sabrá explicar;
y vivimos de manera
que la vida que uno tiene
es la que él se ha de pensar.

Versión de Ángel Crespo

Primo amore, Charles Bukowski

Un tempo
quando avevo 16 anni
c’era solo qualche scrittore
a darmi speranza
e conforto.

a mio padre non piacevano
i libri e
a mia madre neppure
(perchè non piacevano al babbo)
specie i libri che prendevo io
in biblioteca:
D.H. Lawrence
Dostoevskij
Turgenev
Gorkij
A. Huxley
Sinclair Lewis
e altri.

avevo la mia camera da letto
ma alle 8 di sera
bisognava filare tutti a nanna:
“il mattino ha l’oro in bocca,”
diceva mio padre.

poi gridava:
“LUCI SPENTE!”.

allora mettevo la lampada
sotto le coperte
e continuavo a leggere
sotto la luce calda e nascosta:
Ibsen
Shakespeare
Cechov
Jeffers
Thurber
Conrad Aiken
e altri.

mi offrivano una opportunità e qualche speranza
in un posto senza opportunità
speranza,
sentimento.

me la guadagnavo.
faceva caldo sotto le coperte.
qualche volta fumavano le lenzuola
allora spegnevo la lampada,
la tenevo fuori per
raffreddarla.

senza quei libri
non sono del tutto sicuro
di cosa sarei diventato:
delirante;
parricida;
idiota;
buonannulla.

quando mio padre gridava
“LUCI SPENTE!”
son sicuro che lo terrorizzava
la parola ben tornita
e immortalata
una volta per tutte
nelle pagine migliori
della nostra più bella
letteratura.

ed essa era lì
per me
vicina a me
sotto le coperte
più donna di una donna
più uomo di un uomo.

era tutta per me
e io
la presi.

First Love

At one time
when I was 16
a few writers gave me
my only hope and
chance.Continua a leggere…

Vola da me, da “Alla tua salute amore mio”, Alda Merini

Amore, vola da me
con l’aeroplano di carta
della mia fantasia,
con l’ingegno del tuo sentimento.
Vedrai fiorire terre piene di magia
e io sarò la chioma d’albero più alta
per darti frescura e riparo.
Fa’ delle due braccia
due ali d’angelo
e porta anche a me un po’ di pace
e il giocattolo del sogno.
Ma prima di dirmi qualcosa
guarda il genio in fiore
del mio cuore.

Fly to me

Love, fly to me
with the paper airplane
of my imagination,
with the cleverness of your feeling.
You will see lands flourish full of magic
and I will be the tallest tree canopy
to give you coolness and shelter.
Make your arms
two angelic wings
and bring to me too a bit of peace
and the toy of the dream.
But before saying something to me
look at the blooming genius
of my heart.

(Translated by  Alessandra Marchesi)

Bambino, Alda Merini

Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l’ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell’acqua del sentimento.