Canzone breve, Eugénio De Andrade

Tutto mi prende la terra che mi possiede:
Il fiume d’improvviso adolescente,
La luce incespicando negli angoli,
Le sabbie ove arsi impaziente.

Tutto mi prende del medesimo triste amore
nel sapere che la vita dura poco,
E in essa pongo la speranza e il calore
Di quanta tenerezza rimane tra le dita.

Dicono che vi sono altri cieli e altre lune
E altri occhi densi di allegria,
Ma io appartengo a queste case, a queste vie,
A questo amore grondante malinconia.

Cançao breve

Tudo me prende à terra onde me dei:
O rio subitamente adolescente,
A luz tropeçando nas esquinas,
As areias onde ardi impaciente.

Tudo me prende do mesmo triste amor
Que há em saber que a vida pouco dura,
E nela ponho a esperança e o calor
De uns dedos com restos de ternura.

Dizem que há outros céus e outras luas
E outros olhos densos de alegria,
Mas eu sou destas casas, destas ruas,
Deste amor a escorrer melancolia.

Urgentemente, Eugénio De Andrade

È urgente l’amore.
È urgente una barca in mare.

È urgente distruggere certe parole,
odio, solitudine e crudeltà,
alcuni lamenti,
molte spade.

È urgente inventare allegria,
moltiplicare i baci, i raccolti,
è urgente scoprire rose e fiumi
e mattine limpide.

Cade il silenzio sulle spalle e la luce
impura, fino a dolere.
È urgente l’amore, è urgente
restare.

Urgentemente

É urgente o amor.
É urgente um barco no mar.

É urgente destruir certas palavras,
ódio, solidão e crueldade,
alguns lamentos,
muitas espadas.

É urgente inventar alegria,
multiplicar os beijos, as searas,
é urgente descobrir rosas e rios
e manhãs claras.

Cai o silêncio nos ombros e a luz
impura, até doer.
É urgente o amor, é urgente
permanecer.

Urgently

It’s urgent — love.
It’s urgent — a boat upon the sea.

It’s urgent to destroy certain words,
hate, solitude, and cruelty,
some moanings,
many swords.

It’s urgent to invent a joyfulness,
multiply kisses and cornfields,
discover roses and rivers
and glistening mornings — it’s urgent.

Silence and an impure light fall upon
our shoulders till they ache.
It’s urgent — love, it’s urgent
to endure.

(Translated by Alexis Levitin)

Quando i bimbi giocano, Fernando Pessoa

Quando i bimbi giocano
e li odo giocare,
qualcosa nella mia anima
comincia a rallegrarsi

e tutta quell’infanzia
che non ebbi mi viene
in un’onda di allegria
che non fu di nessuno.

Se chi fui è un enigma,
e chi sarò visione,
chi sono almeno questo
senta nel cuore.

(Da “Poesie scelte” Fernando Pessoa – Passigli Editori – Traduzione Luigi Panarese)

Quando as crianças brincam

Quando as crianças brincam
E eu as oiço brincar,
Qualquer coisa em minha alma
Começa a se alegrar

E toda aquela infância
Que não tive me vem,
Numa onda de alegria
Que não foi de ninguém.

Se quem fui é enigma,
E quem serei visão,
Quem sou ao menos sinta
Isto no coração.

Difesa dell’allegria, da “Cotidianas”, Mario Benedetti

Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e dai miserabili
dalle assenze transitorie
e da quelle definitive
difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo sbalordimento e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi
difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e dalla malinconia
dagli ingenui e dalle canaglie
dalla retorica e dagli arresti cardiaci
dalle endemie e dalle accademie
difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicidi
dalle vacanze e dalla fatica
dall’obbligo di essere allegri
difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dal sudiciume
dalla famosa patina del tempo
dalla rugiada e dall’opportunismo
dai prosseneti della risata
difendere l’allegria come un diritto
difenderla da Dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle pene
dal caso
e anche dall’allegria

(Traduzione: Raffaella Marzano)

Defensa de la alegria

Defender la alegría como una trinchera
defenderla del escándalo y la rutina
de la miseria y los miserables
de las ausencias transitorias
y las definitivas
defender la alegría como un principio
defenderla del pasmo y las pesadillas
de los neutrales y de los neutrones
de las dulces infamias
y los graves diagnósticos
defender la alegría como una bandera
defenderla del rayo y la melancolía
de los ingenuos y de los canallas
de la retórica y los paros cardiacos
de las endemias y las academias
defender la alegría como un destino
defenderla del fuego y de los bomberos
de los suicidas y los homicidas
de las vacaciones y del agobio
de la obligación de estar alegres
defender la alegría como una certeza
defenderla del óxido y la roña
de la famosa pátina del tiempo
del relente y del oportunismo
de los proxenetas de la risa
defender la alegría como un derecho
defenderla de dios y del invierno
de las mayúsculas y de la muerte
de los apellidos y las lástimas
del azar
y también de la alegría.

In Defense of Joy

Defending joy like a trench
defending it from scandal and routine
from misery and the miserable
from absences both transitory
and definitive
Defending joy like a principle
defending it from fright and nightmares
from neutrality and neutrons
from sweet infamy
and grave diagnoses
Defending joy like a flag
defending it from lighting and despair
from the guileless and the guilty
From rhetoric and cardiac arrests
from the endemic and the academic
Defending joy like a destiny
defending it from fire and firemen
from the suicidal and the homicidal
from holidays and oppression
from the obligation to be joyful
Defending joy like a certainty
defending it from rust and filth
from the popular patina of time
from relentment and opportunism
from panderers of laughter
Defending joy like a right
defending it from God and the winter
from capitalization and death
from last names and regrets
from chance
…and from joy itself.

Ode all’allegria, da “Odi elementari”, Pablo Neruda

Allegria,
foglia verde
caduta sulla finestra,
minuscola
chiarità
appena nata,
elefante sonoro
abbagliante
moneta,
a volte
fragile raffica,
o
piuttosto
pane permanente,
speranza compiuta,
dovere svolto.
Ti disdegnai, allegria.
Fui mal consigliato.
La luna
mi portò per i suoi cammini.
Gli antichi poeti
mi prestarono occhiali
e posi
vicino ad ogni cosa
un nimbo oscuro,
sul fiore una corona nera,
sulla bocca amata
un triste bacio.
È ancora presto.
Lascia che mi penta.
Pensai che solamente
se il mio cuore
avesse bruciato
il rovo del tormento,
se la pioggia avesse bagnato
il mio vestito
nella regione violacea del lutto,
se avessi chiuso
gli occhi alla rosa
e toccato la ferita,
se avessi diviso tutti i dolori,
avrei aiutato gli uomini.
Non fui giusto.
Sbagliai i miei passi
ed oggi ti chiamo, allegria.

Come la terra
sei
necessaria.

Come il fuoco
sostieni
i focolari.

Come il pane
sei pura.

Come l’acqua d’un fiume
sei sonora.

Come un’ape
distribuisci miele volando.

Allegria,
fui un giovane taciturno,
credetti che la tua chioma
fosse scandalosa.

Non era vero, me ne resi conto
quando sul mio petto
essa si sciolse in cascata.

Oggi, allegria,
incontrata per strada,
lontano da ogni libro,
accompagnami:

con te
voglio andare di casa in casa,
voglio andare di gente in gente,
di bandiera in bandiera.
Tu non sei solamente per me.
Andremo sulle isole,
sui mari.
Andremo nelle miniere,
nei boschi.
E non soltanto boscaioli solitari,
povere lavandaie
o eretti, augusti
tagliapietre,
mi riceveranno con i tuoi grappoli,
ma i congregati,
i riuniti,
i sindacati del mare o del legno,
i valorosi ragazzi
nella loro lotta.

Con te per il mondo!
Con il mio canto!
Con il volo socchiuso
della stella,
e con la gioia
della spuma!

Io sono debitore verso tutti
perché devo
a tutti la mia allegria.

Nessuno si sorprenda perché voglio
consegnare agli uomini
i doni della terra
perché appresi lottando
che è mio terrestre dovere
propagare l’allegria.
E con il mio canto io compio il mio destino.

Alegría

hoja verde
caída en la ventana,Continua a leggere…

Giunchiglie, da “Collected Poems”, William Wordsworth

Vagavo solo come una nuvola
che galleggia in alto, oltre valli e colline,
quando all’improvviso ho visto una folla,
una moltitudine di giunchiglie dorate,
accanto al lago, sotto gli alberi,
svolazzare e danzare nella brezza.

Continue come stelle che splendono
e scintillano sulla via lattea,
si stendevano in una linea infinita
lungo il margine di una baia.
Ne vidi diecimila a colpo d’occhio
che scuotevano le teste in una danza vivace.

Le onde ballavano al loro fianco ma loro
superavano le scintillanti onde in allegria
un poeta non poteva che essere felice
in una compagnia così gioconda
io le fissavo sempre di più ma pensavo poco
alla ricchezza che quello spettacolo mi aveva portato

perchè spesso, quando sto sdraiato sul mio giaciglio
distratto o pensoso,
loro lampeggiano su quell’occhio introspettivo
che è la beatitudine della solitudine
allora il mio cuore si riempie di piacere
e danza con le giunchiglie

Daffodils

I wandered lonely as a Cloud
That floats on high o’er vales and Hills,
When all at once I saw a crowd,
A host, of golden Daffodils;
Beside the Lake, beneath the trees,
Fluttering and dancing in the breeze.

Continuous as the stars that shine
And twinkle on the milky way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.

The waves beside them danced; but they
Out-did the sparkling waves in glee:-
A Poet could not but be gay
In such a jocund company:
I gazed—and gazed—but little thought
What wealth the show to me had brought:

For oft when on my couch I lie
In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude,
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the Daffodils.

Io di più non posso darti, da “La voz a ti debida”, Pedro Salinas

Io di più non posso darti.
Non sono che quello che sono.
Ah, come vorrei essere
sabbia, sole, in estate!
Che tu ti distendessi
riposata a riposare.
Che andando via tu mi lasciassi
il tuo corpo, impronta tenera,
tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
sopra di te, il mio bacio lento:
colore,
dalla nuca al tallone,
bruno.
Ah, come vorrei essere
vetro, tessuto, legno,
che conserva il suo colore
qui, il suo profumo qui,
ed è nato tremila chilometri lontano!
Essere
La materia che ti piace,
che tocchi tutti i giorni,
che vedi ormai senza guardare
intorno a te, le cose
– collana, profumi, seta antica –
di cui se senti la mancanza
domandi: Ah, ma dov’è?.
Ah, come vorrei essere
un’allegria fra tutte,
una sola,
l’allegria della tua allegria!
Un amore, un solo amore:
l’amore di cui tu ti innamorassi.
Ma
non sono che quello che sono.

Yo no puedo darte más

Yo no puedo darte más.
No soy más que lo que soy.Continua a leggere…

Amo tutto ciò che è stato, Fernando Pessoa

Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.

Eu amo tudo o que foi

Eu amo tudo o que foi,
Tudo o que já não é,
A dor que já me não dói,
A antiga e errónea fé,
O ontem que dor deixou,
O que deixou alegria
Só porque foi, e voou
E hoje é já outro dia.

1931 – Poesias Inéditas (1930-1935)

Sensazione, Fernando Pessoa

I miei pensieri sono qualcosa che la mia anima teme.
Fremo per la mia allegria.
A volte mi sento invadere da
una vaga, fredda, triste, implacabile
quasi-concupiscente spiritualità.

Mi fa tutt’uno con l’erba.
La mia vita sottrae colore a tutti i fiori.
La brezza che sembra restia a passare scrolla dalle mie ore rossi petali
e il mio cuore arde senza pioggia.

Poi Dio diventa un mio vizio
e i divini sentimenti un abbraccio
che annega i miei sensi nel suo vino
e non lascia contorni nei miei modi
di vedere Dio fiorire, crescere e splendere.

I miei pensieri e sentimenti si confondono e formano
una vaga e tiepida anima-unità.
Come il mare che prevede una tempesta,
un pigro dolore e un’inquietudine fanno di me
il mormorio di un incalzante stormo.

I miei inariditi pensieri si mescolano e occupano
le loro interpresenze, e usurpano
gli uni il posto degli altri. Non distinguo
nulla in me tranne l’ impossibile
amalgama delle molte cose che sono.

Sono un bevitore dei miei pensieri
L’essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima.
La mia volontà vi si impregna.
Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire
la bellezza nel dolore dei miei versi.