Verso l’era spaziale, Mary Oliver

Dobbiamo cominciare a comprendere tutto ciò
che ci circonda, perché nessuno sa di cosa potremmo
aver bisogno. Dobbiamo portare con noi
anche l’aria; e il peso che una volta
pensavamo un fardello si rivela
il battito della nostra vita e la bussola del nostro cervello.
I colori bilanciano le nostre paure, e l’esistenza
inizia a intasarsi a meno che i nostri pensieri non
possano manifestarsi inosservati e lasciare che una fonte di essenziale sciocchezza
scorra attraverso i nostri sogni.

E oh, spero che possiamo ancora fare
in modo che il vento soffi, e occasionalmente si
verifichi qualche tipo di shock, come pioggia
e avventure vaganti di cui a nessuno importa:
amore innocuo, grasse risate negli angoli,
famiglie che gattonano in giro per il salotto ringhiando,
come orsi nella caverna del pianoforte.

“Verso l’era spaziale” è una poesia che celebra il senso di meraviglia e curiosità dell’umanità per l’universo. Mary Oliver immagina un futuro in cui abbiamo la tecnologia e il coraggio di esplorare l’universo, e ritrae questo viaggio come un viaggio di avventura, scoperta e trasformazione.

Toward The Space Age

We must begin to catch hold of everything
around us, for nobody knows what we
may need. We have to carry along
the air, even; and the weight we once
thought a burden turns out to form
the pulse of our life and the compass for our brain.
Colors balance our fears, and existence
begins to clog unless our thoughts
can occur unwatched and let a fountain of essential silliness
out through our dreams.

And oh I hope we can still arrange
for the wind to blow, and occasionally
some kind of shock to occur, like rain,
and stray adventures no one cares about –
harmless love, immoderate guffaws on corners,
families crawling around the front room growling,
being bears in the piano cave.

________________________________________

Yuja Wang – Gustavo Dadamel – LA Phil – Danzòn No.2 by A. Marquez

Mi rassegno. C’è in vetta alla montagna, Fernando Pessoa

Mi rassegno. C’è in vetta alla montagna
un dirupo sporgente,
che, visto da dove ogni cosa è estranea,
da questa valle nascosta,
sembra posto lì affinché noi non l’abbiamo,
affinché, vedendolo lì,
ci contentiamo solo di vederlo
nel nostro eterno qui…

Mi rassegno. Quel dirupo aguzzo
forse raggiungeranno
coloro che nella forza d’andare ripongono tutto.
Per il tuo stesso silenzio assente e muto,
non andare, mio cuore.

(Da “Poesie Scelte” a cura di Luigi Panarese, Passigli Editori 2006)

Eu me resigno. Há no alto da montanha

Eu me resigno. Há no alto da montanha
Um penhasco saído,
Que, visto de onde toda coisa é estranha,
Deste vale escondido,
Parece posto ali para o não termos,
Para que, vendo-o ali,
Nos contentemos só com o aí vermos
No nosso eterno aqui…

Eu me resigno. Esse penhasco agudo
Talvez alcançarão
Os que na força de irem põem tudo.
De teu próprio silêncio nulo e mudo,
Não vás, meu coração.

___________________________________________

Ludwig van Beethoven, Symphony No. 7 in A Major, Op. 92 2. Allegretto Orchestre de Paris –
Klaus Mäkelä: Conductor – Concert recorded at Grande Salle Pierre Boulez, Philharmonie de Paris (Paris, France), on July 9, 2020

Le nostre vite sono svizzere, Emily Dickinson

Le nostre vite sono svizzere –
così immobili – così fredde –
finché un pomeriggio chissà
le Alpi lasciano aperte le tende
e noi vediamo di là!

L’Italia è dall’altra parte!
Mentre come sentinelle in mezzo –
le Alpi solenni –
le Alpi sirene
eterne si frammettono!

(Traduzione di Massimo Bacigalupo)

Gli istanti in cui ci accade di poter sbrigliare liberamente la nostra fantasia sono pochi, insoliti e fuggevoli. Talvolta riusciamo a coglierli, a guardare al di là della noiosa routine quotidiana, ma quelle tende aperte per un momento si richiudono subito e ci lasciano soltanto il rimpianto dell’impossibile, custodito da barriere invalicabili.
L’Italia è citata soltanto in un’altra poesia di ED, la J312-F600, dove è ricordata come il luogo in cui fu sepolta Elizabeth Barrett Browning.
(G. Ierolli, The Complete Poems of Emily Dickinson)

Our lives are Swiss

Our lives are Swiss –
So still – so Cool –
Till some odd afternoon
The Alps neglect their Curtains
And we look farther on!

Italy stands the other side!
While like a guard between –
The solemn Alps –
The siren Alps
Forever intervene!

______________________________________

Keine Maschine – Tim Bendzko / Cello Cover by Jodok Vuille
Location – Bürgenstock LU (Switzerland)